Trovare il modo di vivere vicino a corsi d'acqua è sempre stato un principio indiscutibile per la sopravvivenza e crescita di molti popoli. Il rapporto fra l'uomo, le città e l'acqua assume sfumature diverse come testimonia la cronaca di questi giorni, un rapporto di amore e odio che spaventa ma allo stesso tempo ci aiuta a vivere e a recuperare l'umanità.

Gli accadimenti eccezionali che stanno colpendo Venezia e molte altre città italiane in questi giorni devono essere affrontati e risolti con rapidità, applicando soluzioni che riportino termini come: qualità; bene comune e sicurezza nella vita di tutti i gironi. In questo scenario difficile dove l'acqua assume solo ruoli negativi e bene avvicinargli anche il pensiero che la lega all'arte e l'architettura.

La città di Venezia è custode di profonda bellezza e palcoscenico di capolavori unici e irripetibili, fra tanti mi viene alla mente l'opera di restauro portata avanti dal maestro Carlo Scarpa per la Querini. Era l'anno 1949 e il Consiglio di Presidenza della Fondazione Querini Stampalia decise iniziare il restauro di alcune parti del Palazzo in Campiello Querini Stampalia a Venezia. All'epoca il direttore della Fondazione, il sig. Manlio Dazzi, decise di affidare a Carlo Scarpa il compito di risistemare una parte del piano terra ed il giardino sul retro del palazzo che si trovavano in stato di abbandono e degrado.

Il progetto, sviluppato da Carlo Scarpa, non seguì un rapido decorso bensì venne realizzato solo dieci anni dopo con la direzione di Giuseppe Mazzariol, un caro amico e sincero sostenitore del maestro veneziano che desiderava promuovere e incentivare l'organizzazione di attività culturali ripensando l'ingresso del Palazzo storico collocandolo sulla facciata principale in Campo Santa Maria Formosa. In questa visione il Mazzariol identifica negli spazi del piano terra, comprensivi dello spazio all'aperto, reso spesso inutilizzabile dalle frequenti invasioni d’acqua salmastra, le sale destinate ad esposizioni, convegni ed altre iniziative culturali.

L'intervento operato da Carlo Scarpa fu preciso e accurato, basato su un misurato accostamento di elementi nuovi e antichi e su una grande maestria nell'uso dei materiali e di soluzioni di dettaglio. L'acqua si trasforma in un elemento di progetto, diventando da scomoda presenza a grande protagonista: dal rio di Santa Maria Formosa su cui si affaccia il palazzo, entra nell'edificio attraverso paratie che corrono lungo i muri interni; si trova in giardino in un'ampia vasca a più livelli in rame, cemento e mosaico e in un piccolo canale ai cui estremi si trovano due labirinti scolpiti in alabastro e pietra d'Istria.

Il lavoro progettato e realizzato da Carlo Scarpa, grande maestro dell'architettura italiana del '900 nel contesto storico e delicato della città di Venezia, a Palazzo Querini Stampalia si sviluppa e articola in quattro temi principali: il ponte, che viene considerato il più leggero arco di congiunzione realizzato nella città di Venezia negli ultimi secoli; l'ingresso con le barriere di difesa dall'acqua alta salmastra; il portego e il giardino che si sviluppa nella parte retrostante del palazzo.

Il restauro per la Querini Stampalia esprime in ogni linea e dettaglio, il sincero amore per la città e per quanto progettato. L'opera è senza dubbio un capolavoro dell'architettura del '900 e nonostante sia stata oggetto di un intervento conservativo nel 2006, appare a chi la volesse visitare come un luogo magico ed emozionante da scoprire.