Per tradizione, maggio è il mese delle rose, quello in cui sboccia la maggior parte delle varietà antiche e le specie botaniche. Ma le cultivar moderne vanno avanti a fiorire, alcune anche fino all’inverno, oppure si fermano con il gran caldo estivo, per poi riprendere in settembre, quando l’aria rinfresca. Perciò, ecco a voi una scelta dei roseti e dei giardini di rose italiani aperti alle visite più belli, da scoprire anche in questo periodo, oltre che tenere da parte per la prossima primavera. Alcuni, tuttavia, richiedono la prenotazione, quindi telefonate prima. Tenete conto, inoltre, che molti vivai specializzati in rose possiedono un giardino, grande o piccolo, a loro dedicato da cui c’è sempre molto da imparare.

In Piemonte, lasciatevi incantare dal Giardino e Roseto La Rosaiola e dal Roseto della Sorpresa. La Rosaiola si trova a Pertengo, piccolo comune in provincia di Vercelli, patria delle risaie: comprende un giardino all’italiana, geometrico e regolare, formato da aiuole di fiori delimitate da siepi potate, e un roseto, ispirato al racconto popolare secondo il quale la Madonna sarebbe apparsa proprio in questi luoghi, facendo fiorire le rose a ogni suo passo. Le rose della collezione sono circa un centinaio, fra cui molte rampicanti, avvinte ai pilastri, archi e altri tutori, mescolate ad arbusti, a graminacee, erbacee perenni e a bossi modellati in forma di animali e figure umane, come il grande cavallo con fantino raffigurato nell’attimo in cui sta per saltare l’ostacolo, arbusti graminacee ed erbacee perenni.

Il Roseto della Sorpresa si trova a Castell’Alfero, borgo situato su un colle all’imbocco della Valle Versa, dove, nel 1774, nacque Giovan Battista De Rolandis, ideatore del Tricolore della Bandiera Italiana. Il Roseto della Sorpresa fa parte del giardino, dall’aspetto un po’ selvatico, di una casa di campagna dell’Ottocento, con un piccolo bosco di roveri, carpini, tigli, noci, bagolari e grandi faggi: il professor Piero Amerio vi ha creato, nell’arco di trent’anni, una collezione di rose botaniche e antiche, arrivata ormai a 500 varietà, fra cui circa 100 di Rosa gallica, oltre a centofolie, alba, damascene, Portland, molte rose bourboniane, noisettiane, cinesi rugose, Ibridi Perpetui, e un centinaio delle prime rose moderne, oggi quasi dimenticate.

Da non perdere, in Liguria, tre meraviglie: i Giardini Botanici Hanbury, a Ventimiglia, il Roseto di Nervi e il piccolo Roseto di Murta, nell’entroterra genovese. Creati, a partire dal 1867, da Sir Thomas Hanbury e dal fratello Daniel, e oggi appartenenti all’Università di Genova, i Giardini Botanici Hanbury si estendono per 18 ettari sul promontorio de La Mortola, affacciato sul mare: rappresentano un mirabile esempio di giardino di acclimatazione di specie provenienti da ogni parte del mondo. Tante le zone significative: Foresta Australiana, l’area delle piante succulente, il Giardino dei Profumi, il Frutteto Esotico, gli Agrumeti, le collezioni di acacie, agavi, aloe, cisti, passiflore, salvie e rose antiche e botaniche.

Il Roseto di Nervi (GE), all’interno del Parco di Nervi, dal 1985 ospita il concorso internazionale per la Rosa rifiorente, noto anche come “Premio Genova”; arricchito da una collezione di agrumi, è suddiviso in aree tematiche: il roseto antico, il roseto moderno, il roseto del concorso, in cui vengono trapiantati i rosai partecipanti (i migliori dei quali rimangono), le rose da bacca e il roseto scenografico.

Il Roseto di Murta, sulle colline della Val Polcevera (GE), si trova all’interno di un piccolo antico cimitero dismesso protetto da mura, sulle colline della Val Polcevera (GE). È stato realizzati dall’associazione QuellicheaTrastacistannobene che, dopo averlo ripulito da rovi e sterpaglie, hanno messo a dimora, fra statue, antiche croci e tanti elementi architettonici d’epoca liberty, una collezione di antiche Rose Cinesi, Rose Té e varietà delle altre famiglie di rose a queste collegate, come le Noisette. L’obiettivo del roseto è far diventare i paesi di Trasta e Murta una meta turistica per appassionati e regalare alla Val Polcevera un angolo di bellezza curato da una comunità attenta alla conservazione del patrimonio, della sua storia e della sua identità.

In Lombardia non si può non fare un salto al Roseto della Villa Reale di Monza: voluto dall’industriale Niso Fumagalli, appassionato di floricoltura ma in particolare di rose, in maggio è sede di un importante concorso internazionale di rose. Oggi conta 4000 varietà di rose, create da ibridatori di tutto il mondo: l’impianto è formale, ma vi è molto da imparare.

In Veneto, lasciatevi incantare da Roseto di Ca’ delle Rose, a Fossalto di Portogruaro (VE) e il Roseto di San Bellino. Ca’ delle Rose è un romantico B&B, circondato da un delizioso giardino-roseto, completo di arredi antichi, salotto all’aperto, berceau e pergole con rose antiche, e da un pomario. Agli ospiti si offrono prodotti all’essenza di Rosa damascena e di Rosa moscata provenienti da coltivazione biologica, bevande e alimenti biologici e biodinamici, aperitivi, tè o caffè biologici con torta al sapor di rosa.

Il Roseto di San Bellino, in provincia di Rovigo, è nato nel 2008 dalla passione per le rose dei coniugi proprietari del giardino: è dedicato alle rose antiche, arbustive e rampicanti, piantate fra meli, meri e iris. Le rose sono circa 200, appartenenti a una cinquantina di varietà diverse, tra cui quelle ottocentesche, Rosa gallica officinalis, considerata oramai estinta in natura, la rosa Centifolia Muscosa, risalente al 1600, e Rosa celsiana, dall’intenso profumo, introdotta in Europa durante le crociate.

In Friuli-Venezia Giulia vi attendono il Castello delle Rose a Cordovado, nei pressi di Pordenone, e il Roseto di San Giovanni, a Trieste. Il parco del castello di Cordovado, edificato nel XI secolo su un insediamento romano, ospita oggi un profumato labirinto, formato esclusivamente da rose damascene, e molte altre rose antiche. Essendo però tutte varietà a fioritura unica, tenete da parte questo suggerimento per la primavera prossima.

Il Roseto di Trieste, invece, comprende rose antiche e moderne, per cui vale la pena di visitarlo anche in settembre-ottobre, in virtù dell’atmosfera romantica che lo caratterizza. Situato nel quartiere di San Giovanni, grazie a un attento restauro ha riconquistato l’aspetto originario di giardino all’inglese, con grandi alberi, sentieri, scale e viali alberati, prati, aiuole, pergolati e scarpate ricoperte da rose. Ospita 5mila varietà, antiche e moderne, comprese alcune che non si trovano più sul mercato, ottenute da ibridatori inglesi, tedeschi, francesi, olandesi, americani e giapponesi, specie rampicanti botaniche e una collezione di rose del periodo Liberty e/o Art Noveau (1888-1925), disposta in aiuole simmetriche, ai lati del sentiero ingentilito da archi rivestiti di rose rampicanti dell’epoca.

In Trentino Alto Adige troverete il giardino di rose più alto d’Europa: il Rosarium Uhrerhof. Situato a Bulla, tra il Comune di Ortisei in Val Gardena e l’Alpe di Siusi, a circa 1600 metri di altitudine, appartiene alla famiglia Zemmer, proprietaria del vicino Charme Hotel Uhrerhof. È nato nel 2009, grazie all’incontro di Lotte Zemmer con un cliente dell’albergo, rappresentante di un’azienda tedesca di rose ottenute dall’ibridatore tedesco Kordes, particolarmente resistenti alle alte altitudini e al clima rigido. Suddiviso in terrazze, oggi ospita circa 5mila rose, appartenenti a 150 varietà. La stagione migliore per visitarlo è fra luglio e settembre, periodo in cui si concentrano le fioriture.

E scendiamo in Emilia-Romagna, dove ci aspettano, a Serramozzoni, a metà strada da Maranello (MO), il Museo Giardino della Rosa Antica, e, a Faenza (RA), il Roseto La Rosa nel Tempo. Situato all’interno di una proprietà di 43 ettari sulle colline, il Museo raccoglie più di 3.600 rose appartenenti a 750 varietà antiche, piantate seguendo un ordine storico-botanico, oltre a numerose specie della flora spontanea locale, inserite in un contesto paesaggistico meraviglioso. Il Museo organizza corsi di potatura e coltivazione delle rose e vende le piante riprodotte in giardino.

La Rosa nel Tempo è invece un roseto nato dall’idea di un gruppo di docenti dell’Istituto Agrario Persolino di Faenza, in collaborazione con la Facoltà di Agraria dell’Università cittadina: su 8mila metri quadrati ospita circa 500 rose, appartenenti a 100 varietà diverse, tra cui antiche europee - come Rosa gallica “Versicolor” risalente al XII secolo - antiche asiatiche, e nuovissime varietà tappezzanti, allevate senza irrigazione, concimi e potature, sotto sperimentazione.

Curiosamente, il Lazio di roseti e giardini di rose è ricolmo: cominciamo da Roma, con il Roseto Comunale dell’Aventino, un roseto molto tradizionale, in cui le oltre 1.100 varietà e specie di rose sono disposte in modo rigido e formale. Fra queste, troverete alcune rose antichissime, che fiorivano a Paestum e a Pompei, botaniche e moderne, fra cui le partecipanti al “Premio Roma”, e quelle che, dal 1933, hanno vinto questa manifestazione.

Raggiungendo Tivoli, non perdete lo splendido giardino barocco di Villa d’Este, celebre per i suoi giochi d’acqua e sonori, che da qualche anno ha accolto una collezione di rose arbustive e rampicanti perlopiù antiche, disposte secondo criteri tassonomici.

A Bracciano, nella grande tenuta di Palazzo Patrizi potrete ammirare, tra arbusti da fiore, erbe aromatiche e alberi maestosi, un’altra bella collezione di rose, arbustive e rampicanti, grande passione della proprietaria.

Fra Roma e Rieti, nella storica regione della Sabina, si nasconde, invece, lungo un terreno digradante appartenente alla tenuta La Tacita, il Roseto Vacunae Rosae, che propone un viaggio storico, culturale e artistico nel mondo della rosa. L’Acqua è un elemento fondamentale di questo giardino meditativo, come confermano le tante fontane, le piscine e il labirinto di rose presenti.

Imperdibile, a Cisterna di Latina, quello che è considerato uno dei luoghi più belli del mondo: il Giardino di Ninfa, dichiarato Monumento Naturale dalla Regione Lazio nel 2000. In stile romantico inglese, risale inizialmente al 1500, grazie al cardinale Nicolò III Caetani, amante della botanica; distrutto e ricostruito più volte durante le alterne vicende storiche dell’Italia, ha assunto l’aspetto attuale nei primi trent’anni del Novecento, grazie a Gelasio Caetani, alla madre Ada Wilbraham, al figlio Roffredo Caetani, a sua moglie Marguerite Copin e alla loro figlia Lelia Caetani Howard: l’ultima in particolare aggiunse numerose magnolie, Prunus da fiore e moltissime rose rampicanti, che crescono sugli antichi ruderi e sugli alberi, creando angoli di struggente bellezza.

E arriviamo a Tor San Lorenzo, Ardea, per visitare i Giardini della Landriana: realizzati dalla marchesa Lavinia Taverna, su disegno del grande Russell Page, sono suddivisi in aree tematiche (il giardino grigio, il prato blu, la valle delle rose, il viale bianco, il giardino degli ulivi, giardino degli aranci, il giardino roccioso, il vale bianco, il lago), e comprendono collezioni di ortensie, eriche, camelie, rose antiche e cinesi, mescolate a lavande, timo e garofani. I Giardini ospitano due mostre-mercato di fiori Autunno alla Landriana, ad ottobre, e Primavera alla Landriana, ad aprile.

La Toscana ci accoglie con tre roseti: il Giardino delle Rose e la collezione di rose dell’Orto Botanico Giardino dei Semplici, a Firenze, e il Roseto Botanico Carla Fineschi, a Cavriglia (Arezzo). Il Giardino delle Rose è una vera delizia, annidata sotto Piazzale Michelangelo. Realizzato alla fine dell’Ottocento, in occasione lavori di ristrutturazione della riva sinistra dell’Arno, affidati dal Comune all’architetto Giuseppe Poggi, conta circa mille varietà. Interessante è l’impianto di irrigazione, coevo alla sistemazione del giardino, con la cisterna posta in alto nel bosco dietro la loggia del Piazzale Michelangelo e una conduttura che porta l’acqua fino alle numerose prese del giardino. Nel 1998, il Giardino si è arricchito di un giardino giapponese realizzato dall’architetto giapponese Yasuo Kitayama, chiamato Shorai, donato a Firenze da Kyoto (dal tempio Zen Kodai-Ji) città gemellata con Firenze.

In pieno centro, l’Orto Botanico Giardino dei Semplici, ricco di serre e collezioni, comprende anche una bella raccolta di rose, botaniche, antiche e moderne.

Il Roseto Botanico Carla Fineschi è una collezione privata molto importante: dal 1967 ha raccolto oltre seimila specie, cultivar e ibridi di rose da tutto il mondo. Va visitato più volte all’anno, perché è molto esteso e la fioritura è scalare: botaniche e antiche fioriscono verso la fine di aprile e non rifioriscono, mentre le moderne iniziano in maggio e vanno avanti fino alla metà di giugno e poi di nuovo in settembre-ottobre, quando però il roseto è chiuso per lavori di manutenzione, quindi anche questa segnalazione è riservata all’anno prossimo.

Infine l’Umbria, dove troviamo quattro bei giardini privati particolarmente ricchi di rose: il Giardino delle Cento Rose, a Budino, vicino a Foligno (PG), nel quale il proprietario, Andrea Emiliani, agronomo e giardiniere, coltiva 650 varietà diverse, fra cui 216 di Rose Inglesi di David Austin (sicuramente è una della maggiori collezioni al mondo, mescolate a iris, emerocallidi, peonie e tante altre perenni da fiori; il romanticissimo Giardino di Helga Brichet, grande esperta di rose, a Santa Maria in Portella, a pochi chilometri da Todi, che raccoglie la più grande collezione di rose cinesi in Europa; il Giardino Lizza, situato sulle colline intorno a Todi, tra Orvieto e Spoleto, che il proprietario, lo scenografo Gerardo Lizza, ha punteggiato di rose, tra cui “Fantin Latour”, “M.me Carrière”, “Generale Shablikine”, “Le Vesuve”, un esemplare di Rosa x odorata “Mutabilis” adiacente alla strada, una meravigliosa Rosa bracteata “Mermaid” che ricopre una tettoia di tegole, fra arbusti e perenni della macchia mediterranea, ciliegi da fiore, tigli, glicini, melograni, spiree e lillà; e il Giardino Ducrot, a Corbara frazione di Orvieto: creato da Isabella e Vicky Ducrot, racchiude una collezione di oltre 3mila rose: rose antiche, botaniche, moderne, cespugliose, rampicanti, rambler, accompagnate da molte altre piante erbacee ed arbustive.