Un mondo onirico e visionario è imprigionato nelle pellicole di Heinz Schattner. Il noto fotografo tedesco, di adozione italiana, torna in Galleria Statuto13 nel cuore di Brera con una serie di scatti attribuibili sia al suo passato sia alla sua creatività contemporanea.

La poetica di cui si è avvalso in questo nuovo progetto è certamente intrisa di una forte componente surreale che se coniugata debitamente ai meandri della psiche umana si connota di un elemento intenso, quasi fuorviante, ma mai scontato: lo shock visivo e sensoriale.

L’artista è dotato di una sensibilità fuori dal comune e decide, non sempre in maniera conscia, di esprimere la propria emozionalità e sensorialità di cui si è sentito arricchito artisticamente e lo fa usando forti componenti introiettate direttamente nel “sacello” - e qui mi riferisco al recinto sacro - della propria anima.

Vuole cogliere l’attimo - Carpe Diem appunto - e l’istante funesto, velocissimo di quella sensazione e di quella vibrazione percepite in quel preciso momento e non in un altro. E’ lì; proprio in quel momento catturato all’eternità, senza farne più ritorno, che Heinz Schattner lascia emergere e sprigionare tutto il suo mondo intenso che si dipana tra visioni interiori ed esteriori fino al suo “Sé ” più intimo e profondo.

Dai Landscapes bianchi e neri catturati di fronte al mare di Capri a quelli tipicamente siciliani - tra Catania e Agrigento - dove ha dimorato per un periodo importante della sua vita di uomo e di artista. In quelle terre magiche del sud dell’Italia che l’hanno rapito affettivamente, culturalmente e paesaggisticamente Heinz Schattner “ruba” momenti, luci, panorami per poi donarli al fruitore con generosa e intensa intuizione.

I ritratti sono oltremodo contrastanti nell’aspetto e nel contenuto: uomini con masse muscolari poderose, scuri di carnagione, simboli della mascolinità della Trinacria, sono adornati da gioielli dorati – e volutamente kitsch – e vestiti con un costume leopardato (ecco l’effetto shock prendere il sopravvento) mentre da un terrazzo s’intravede la magia della terra sicula. Quanta contraddizione in queste immagini.

L'impeto viscerale dell’animo si lega al passato e con un “candore” quasi temerario ma puro come quello di un bambino che si appresta alla sua fase ludica. Tutto è dunque emanato tout court nella composizione fotografica; quasi a volerci coinvolgere emotivamente.

Surreale è ciò che per automatismo nasce nella zona più inconscia e irrazionale del nostro cervello e di quello dell’artista; scevra però da ogni ammonimento o contaminazione insita nel cervello stesso. Allora posso affermare che surreali sono le opere che Heinz Schattner ci presenta, proprio perché sono il risultato finale non di un intento estetico, bensì di una liberazione dei propri istinti irrazionali e dunque della sua sfera creativa.

Non stupirà se nell’osservare questi interessanti lavori – peraltro rifranti in un lungo lasso di tempo – ho avuto la sensazione di scorgere la lezione del grande maestro spagnolo del cinema surreale Luis Bunuel. Mentre riesco a percepire personaggi che mi fanno intravedere la lezione della pittura di Francis Bacon e Lucian Freud (ai quali lo stesso Schattner si è in parte ispirato, che ha amato studiare e approfondire).

Un uomo autoctono della grande isola siciliana ci guarda nella sua beltà; mentre si mostra davanti ai nostri occhi con una testa di montone che gocciola lentamente sangue. Quel liquido che originariamente pulsa la vita, nello scatto fotografico ci lascia attoniti con quell’immagine ricca di ritualità intrinseca, freudiana e quasi ancestrale.

Infine ecco i moderni Still Life (nature morte): talmente irriverenti e fuori dai contesti ai quali siamo abituati - si veda la foto con una scarpa femminile immersa nel ghiaccio - che arrivano quasi a farmi desumere un possibile intento di affascinante e attraente congiura diretta all’osservatore e alla quale Heinz artista spavaldo anela da molto tempo.

Le sorprese non finiscono qui: le fotografie artistiche di Schattner ci sanno “preparare”a una sorta di liturgia, a un vero cerimoniale in bilico tra il sacro e il profano. Per cogliere e poter osservare in particolare alcune delle novità sbalorditive in tutta la loro potenza non rimane che prendere parte allo spettacolo immaginifico e possibilmente cruento dell’intima wunderkammer.

Sarà proprio quello il luogo dove l’artista condividerà ancora una volta una parte del proprio “Sé” con il pubblico astante che, incuriosito più che mai, potrà assistere ad una moderna via crucis tutta volta al femminile dove si toccano i temi della violenza e della discriminazione. Una corona di spine come tacito simbolo passa come testimone tra le mani delle protagoniste delle immagini ricche di pathos e disperazione che saranno esposte in una sorta di “black box” - la Schattner wunderkammer nera, appunto – dove sapranno creare un mondo altrettanto surreale (il tema surreale del resto permea tutta la mostra ed il nuovo operato dell’artista Schattner) che saprà sensibilizzare l’animo umane di fronte ad una tematica ancora così attuale e dolente nel nostro sociale contemporaneo.

Heinz Schattner ha vissuto tra Parigi e Londra dove è divenuto assistente di diversi noti fotografi di moda. In seguito ha cominciato a lavorare per Vogue Bambini, Vogue Uomo e altre numerose riviste di moda. Ha firmato numerose campagne pubblicitarie in TV sia come fotografo che direttore artistico, in Italia e all’estero. Perlopiù è stato interprete del mondo della moda, evocando figure e soggetti in contesti evocativi multipli e con svariate atmosfere.

E’ artefice di una nuova concezione di progetti basati sul contrasto luminoso. La prerogativa del suo lavoro sta alla base della continua visione innovativa dell’immagine. L’intento sta nel dare il proprio contributo con la massima professionalità all’attuazione di importanti progetti di marketing.

Ha lavorato per importanti committenti italiani e tedeschi a: New York, Boston, Los Angeles, Santa Barbara, Phoenix, Miami, Salt Lake City, Bermuda, Bahamas, Isole Caraibiche; in collaborazione con compagnie di produzione di Miami, L.A., NYC, Canada, Messico, Africa e Asia.

Fotografo del libro: “Thirtynine Souls” (a colori) ; Gioielli di Angela Pintaldi per Donna Karan, Londra e del libro: “Ateh”, presentato da Tashimaya, 5th Avenue, N.Y., pubblicato da F. Motta nel 2004

Uno dei recenti lavori editoriali in bianco e nero è stato “Wasteland Fashion and Culture” presso le tribù Peul, Bambara, Dogon, Touareg nel Mali in Africa, per Gianfraco Ferrè, Richmond, Bikkenbergs, Issey Miake e altri noti stilisti.

E’ referente Regionale per la cultura in ambito fotografico presso i siti archeologici, situati nella zona Sud-Est della Sicilia, dove, a Taormina, ha presentato la sua mostra “Il passato è presente”, Sicilia, Maggio 2004. Questo suo lavoro artistico è stato pubblicato e presentato da Book’s Hall di Torino nel 2004.

Viaggia frequentemente in Sicilia per conto dell’Ente Regionale del Turismo dove ha ripercorso, con le sue immagini scattate, le tappe del noto scrittore Tedesco Goethe (1787) . Mostra “Un viaggio nell’immagine” che ha interpretato con 30 scatti fotografici in bianco e nero da 70/100 a Palermo, Catania, Siracusa, Berlino e Santa Fè (New Mexico) nel Novembre del 2008.

Mostra curata da Massimiliano Bisazza.