Studio Gariboldi è lieto di presentare il lavoro di Salvatore Scarpitta (New York, 1919-2007), uno dei maggiori protagonisti del panorama artistico internazionale del secondo dopoguerra.

La mostra si concentra in prevalenza sulle opere della fine degli anni Cinquanta e degli anni Sessanta, con una selezione di lavori realizzati con fasce o bende e tecnica mista, una tela estroflessa del 1958 che reca la scritta “To Cy” (dedica al pittore americano Cy Twombly che in quel periodo condivideva con lui lo studio romano) che testimonia la tensione a sconfinare fuori dallo spazio pittorico a favore di una resa plastica e tridimensionale, e due tele caratterizzate dall'innesto di frammenti provenienti dalle auto da corsa come cinture di sicurezza, fibbie e tubi di scappamento. In esposizione anche due opere degli anni Settanta eseguite con bende e tecnica mista e il più recente “Sci da soccorso” del 1990.

Si è dunque cercato di cogliere e di testimoniare, attraverso un nucleo di quindici lavori rappresentativi, la carica innovativa, l'energia e la tensione dinamica sprigionate dall'opera di questo illustre maestro.

Il percorso dell’artista ha inizio a Roma, dove Scarpitta si diploma all'Accademia di Belle Arti e si stabilisce dal 1936 al 1958, per poi concludersi negli Stati Uniti. Dopo aver conosciuto Leo Castelli in Italia, Scarpitta sarà infatti invitato dal noto gallerista a esporre nella sua galleria di New York nel 1959, e proprio negli Stati Uniti deciderà di restare, avviando un quarantennale rapporto di amicizia e di lavoro con Castelli ed entrando in contatto diretto con il vitale clima artistico statunitense.

L'esperienza pittorica di Salvatore Scarpitta è contraddistinta da una versatile, continua ricerca sui materiali, sui pigmenti, sul gesto e sulla composizione, e porta con sé le tracce di una costante sperimentazione che ne ha fatto il precursore di grandi maestri come Lucio Fontana e Joseph Beuys.

Se al periodo in Italia si riconducono gli esordi espressionisti, la fase astratto-figurativa che approda all'informale con le pitture materiche, le tele estroflesse e infine i primi quadri con le fasce esposti alla Galleria La Tartaruga di Plinio de Martis nel 1958; nel periodo americano l'artista sviluppa il tema delle fasce, realizza opere con la caratteristica struttura a “X”, innesta elementi tratti dal mondo delle corse automobilistiche – per il quale Scarpitta nutriva una forte passione sin dalla sua adolescenza –, costruisce auto da corsa e, infine, produce slitte e strutture da traino ispirate al mondo dei nativi americani.