Les deux Tableaux è forse l'opera più celebre dell'artista francese Daniel Buren.
Nella corte d'onore di Palazzo Reale a Parigi esprime il concetto di sdoppiamento architettonico attraverso l'impiego di colonne a righe bianche e nere, di diversa altezza.
Buren e quegli 8,7 mm di riga, su stoffa da tenda, con i quali ha fondato il suo lessico creativo attraverso la ripartizione modulare reiterata e declinata nello spazio.
Gabriele Croppi è un fotografo italiano che per il progetto fotografico Metaphisic of the urban lanscape fonda la sua visione dello spazio attraverso un'alternanza, netta, di acromia bianco/nera, della luce.
Formula una selezione emotiva e percettiva dei luoghi in partizione modulare, come Buren e le righe, ma la affida agli edifici.
Diversamente dall'artista francese, la suddivisione netta che l'architettura genera nell'isolamento e svuotamento dello spazio, dall'umano che lo ha generato, crea la segmentazione in quinte che celano totalmente le parti contribuenti al quadro.
L'architettura è il tratto di questa frammentazione geo-luministica.
Nello spazio scelto (abitualmente, quasi sempre, affollato) l'uomo è solo ed il luogo è carico di suggestioni chiaroscurali, accostate, più che degradanti.
Croppi si esprime da Alfred Hitchcok della fotografia che mostra l'oscuro nella sua pienezza estetica e profondità totale.
Quel doppio sogno che Arthur Schnitzler configura nella vita di ognuno: pienezza e vuoto... solitudine e affollamento.
Gli edifici ritratti perdono il valore di contenitori di vita, sembianti a negativi, ci portano in luoghi la cui luce è netta e lattea.
Pannelli iridescenti e pannelli d'ombra che sono china e corian della sua pigmentazione spaziale.
Le immagini di New York, o dell'Italia, assurgono allo stadio Metafisico di De Chirico, ma si esprimono graficamente in riformulazioni di linea che donano al luogo e all'uomo in esso inserito, il tratto nerastro delle partizioni luministiche di Mondrian.
Lo spazio del grigio è il fondale espositivo di un progetto neocostruttivista del panorama umano-urbano.
Armonia assoluta di contenuto è la macchia nera che fende la superficie e la concede in pochi, quanto grafici, elementi.

La curva, lo spigolo, la linea retta si esprimono per il volere di una luce educata al limite della pienezza del non visibile.
Gabriele Croppi dipinge con occhio fotografico la proporzione tra uomo e progetto di vita.
Possibilità di apparire in costruzione d'identità.