Dal 20 gennaio al 24 marzo 2015, alla Galleria LEVY di Amburgo (Germania) si tiene la personale di Wainer Vaccari, A volte tornano..., a 10 anni dalla rassegna tenuta dall’artista modenese nello spazio espositivo tedesco. La mostra presenta trenta dipinti e venti disegni recenti in grado di rivelare un linguaggio figurativo affrancatosi dal realismo che, come scrive Belinda Grace Gardner nel testo in catalogo, oscilla fra “giochi post-impressionisti di luce-colore e matrici digitali”, fra condensazione e dissoluzione della materia.

Le opere conducono l’osservatore verso i misteriosi mondi interiori e onirici tipici dell’artista, popolati di uomini e donne, opulenti protagonisti. Questi si trovano, con pathos manieristico, in una sospensione quantistica con gli elementi primordiali circostanti. Accompagnati da un repertorio iconografico di recipienti, oggetti abbandonati e segnaletiche spaziali di carattere simbolico, essi coinvolgono l’osservatore, inducendolo a sondare le dimensioni e le strutture immanenti dell’esistenza umana.

In confronto pluriennale con le teorie della fisica quantistica, Vaccari ha sviluppato un particolare interesse per le invisibili interrelazioni atomiche del nostro esistere. Sul piano formale, ciò si manifesta nelle astratte e impalpabili orbite di particelle morfocromatiche - tratti minutissimi, slanci in filigrana, triangoli e quadrilateri – che danno forma a personaggi pronti a tuffarsi nelle vertiginose profondità primigenie della nostra realtà.

Attivo inizialmente come grafico e illustratore, dagli anni Settanta Wainer Vaccari (Modena, 1949) si è dedicato esclusivamente alla carriera artistica e oggi vive e lavora a Modena. Le sue opere sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero.

Accompagna la mostra un catalogo (tedesco - inglese – italiano) grado di rivelare un linguaggio figurativo affrancatosi dal realismo che, come scrive Belinda Grace Gardner nel testo in catalogo, oscilla fra “giochi post-impressionisti di luce-colore e matrici digitali”, fra condensazione e dissoluzione della materia.

Le opere conducono l’osservatore verso i misteriosi mondi interiori e onirici tipici dell’artista, popolati di uomini e donne, opulenti protagonisti. Questi si trovano, con pathos manieristico, in una sospensione quantistica con gli elementi primordiali circostanti. Accompagnati da un repertorio iconografico di recipienti, oggetti abbandonati e segnaletiche spaziali di carattere simbolico, essi coinvolgono l’osservatore, inducendolo a sondare le dimensioni e le strutture immanenti dell’esistenza umana.

In confronto pluriennale con le teorie della fisica quantistica, Vaccari ha sviluppato un particolare interesse per le invisibili interrelazioni atomiche del nostro esistere. Sul piano formale, ciò si manifesta nelle astratte e impalpabili orbite di particelle morfocromatiche - tratti minutissimi, slanci in filigrana, triangoli e quadrilateri – che danno forma a personaggi pronti a tuffarsi nelle vertiginose profondità primigenie della nostra realtà.

Attivo inizialmente come grafico e illustratore, dagli anni Settanta Wainer Vaccari (Modena, 1949) si è dedicato esclusivamente alla carriera artistica e oggi vive e lavora a Modena. Le sue opere sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private in Italia e all’estero.

Accompagna la mostra un catalogo (tedesco - inglese – italiano) per i tipi di Kerber Verlag, con testi del Prof. Dr. Herwig Guratzsch e di Belinda Grace Gardner, nonché un’edizione per collezionisti di un’incisione a tiratura limitata di 30 esemplari e 5 prove d’artista numerate e autografate: Il gatto di Schrödinger, 2014, 22,5 x 14,5 cm.