La Dorothy Circus Gallery è lieta di presentare “Even a Doll Can Do It”, la nuova personale dell'artista giapponese Kazuki Takamatsu, già esposto con grande successo presso la Dorothy Circus Gallery nel 2013 con la sua prima mostra personale italiana dal titolo “Because I am a Doll”.

“Even a Doll Can Do It”, serie inedita di dipinti in depth mapping, è composta da 15 tele che mostrano ancora una volta, corpi di donne per metà bambole, sospese nell'abisso tridimensionale che prende vita dalle meticolose sfumature di bianco e nero, tratto distintivo dell'Artista.

Takamatsu possiede una sua particolare sensibilità e visione degli stati d'animo delle giovani donne giapponesi, dei loro pensieri e dei loro sentimenti. Questo lo rende capace di dare vita a soggetti femminili che rappresentano allo stesso tempo il potere dello sviluppo tecnologico e il triste monito nel ricordo dei terremoti, degli tsunami e dell'alto tasso di suicidi del Giappone.

Attraverso l'uso degli innumerevoli livelli di trasparenze create dalla tecnica gouache mescolata all'acrilico, l'Artista crea opere dalla presenza dominante e di magnifico impatto, evocando icone spirituali provenienti da altri mondi, capaci di avvolgere completamente lo spettatore nell'energia di una metaforica danza di enfatizzate contrapposizioni.

La scelta monocromatica di Takamatsu sintetizza simbolicamente il bene e il male e “il margine dove non c'è né luce né ombra”, così le bambole fantasma di Takamatsu sembrano letteralmente uscire fuori dall’oscurità della tela come anime sospese, nella totale assenza di gravità e immerse in una profondità mozzafiato nella quale ogni sentimento sembra essere circondato dal suo eco.

L'Artista attinge tanto alla sua personale cultura punk rock quanto alle sue antiche radici e tradizionali credenze giapponesi; vediamo quindi giovani scolarette illuminate ai raggi X che stringono in mano katane e pistole, paladine dei cinque elementi dal capo vestito di un'aura celestiale.

L'effetto “Ologramma” delle opere di Takamatsu è eseguito interamente a mano, e attraverso la sua meticolosa tecnica pittorica, le sue figure, emerse dalla terra, dal fuoco, dall’aria o dall’acqua, si muovono in un intimo spazio costantemente dominato dal senso di speranza e dalla rinascita della consapevolezza del dolore.

Durante questa attesissima mostra personale, creata appositamente per la sua galleria italiana, Takamatsu sarà presente per incontrare i numerosi fans e collezionisti e per loro firmerà le copie della prima monografia dedicata alla sua arte, curata dalla Dorothy Circus Gallery e pubblicata dalla casa editrice Drago Publishing.

Durante l'inaugurazione, la Dorothy Circus Gallery insieme con la Drago Publishing presenteranno anche “The Doors of Perception”, terzo volume della collana annuale della Dorothy Circus Gallery che ha scelto Takamatsu per la cover. All'interno del volume, le mostre: “Daphne Descends” – Alessia Iannetti, “13 Fortune” - Paolo Guido, “God is Her Deejay” – Sas & Colin Christian, Afarin Sajedi, Francesca R. Di Nunzio, “White Elegy” - Kwon Kyungyup, “Because I'm a Doll” - Kazuki Takamatsu, “Hide & Seek” - Natalie Shau, “Lacrima Aquarium” – group exhibition, and focus on Chris Berens, “The Silent Circus” - Clementine De Chabaneix, “The Trouble with Angels” - Ray Caesar.

Il trentaseienne Kazuki Takamatsu è nato e risiede in Giappone, un paese conosciuto per i suoi paesaggi pittoreschi e per l’alto tasso di suicidi. Un dualismo, questo, che contribuisce a permeare i suoi lavori di meravigliosa tristezza. Ha studiato discipline pittoriche presso il dipartimento di Pittura a olio alla Tohoku University of Art and Designs, conseguendo la laurea nel 2001. Attualmente Takamazu vive e lavora a Sendai, che fu distrutta nel 2011 dal terremoto e dallo tsunami di Tohoku.

La tecnica di Takamatsu al quale lo stesso Artista ha dato il nome di "Distanfeerism" è tanto unica quanto faticosamente intricata e fonde disegno classico, aerografo e pittura gouache con la grafica digitale.

Il processo creativo di Takamatsu inizia con lo Shadow/Depth Mapping , una sorta di processo di shadowing proiettivo con cui le ombre vengono aggiunte alla computer grafica 3D utilizzato sia nelle scene pre-renderizzate, sia nel tempo reale e in molte console e giochi per PC. La "Gouache" (dall'italiano guazzo, letteralmente fango) è la tecnica che impiega un tipo di colore a tempera reso più consistente e luminoso dall’ integrazione di un pigmento bianco, come la biacca o il gesso, mescolato alla gomma arabica. Questa tecnica, è ideale per l'illustrazione e per la foto riproduzione, viene modificata da Takamatsu con l’aggiunta del bianco di zinco o di china. Il risultato è un colore più opaco che da vita a una resa tridimensionale e ad una mappatura di varie profondità in cui ogni pigmento acquista una differente tonalità di grigio, e la stessa tonalità risulta proporzionale alla distanza da cui lo spettatore osserva, esattamente come in una Depth Map digitale così da apparire reale, come un Ologramma ed evocare uno stupefacente senso di profondità.

Dal 2009 Takamatsu collabora con la galleria Tomura di Tokio, con la quale ha preso parte alla Tokio Art Fair e ad Art Asia Miami durante Scope Art Fair. Le sue opere sono state esposte anche al Rias Ark Museum a Kesennuma, Miyagi. Le sue opere hanno riscosso un grandissimo successo di pubblico e di collezionisti nelle prestigiose gallerie statunitensi come RoqLaRue a Seattle e Corey Helford a Los Angeles.

Con la Galleria italiana Dorothy Circus Gallery è alla seconda mostra personale (nel 2013 e nel 2015) ed ha partecipato a “Lacrima Aquarium” (2013), esposizione collettiva istituzionale tenutasi presso il Museo dell’Acquario Romano - Casa dell'Architettura di Roma.