La Jeune Fille è una menzogna che culmina nel viso.
Tiqqun

Manuel Pablo Pace ( vicentino classe 1977, Accademia delle Belle Arti ) è uno tra gli autori più interessanti nel panorama del contemporaneo. Non solo perché é un virtuoso del pennello che ha saputo riattualizzare e rivitalizzare senso e forma della ritrattistica classica. Ma anche perché intreccia a questo suo rigore estremo ( la sua è una pittura puntuale, raffinatissima, di grande precisione, faticosa e con lunghi tempi di realizzazione) un ammicco divertito, gentilmente irriverente, che si insinua, felpato, nei toni smaccatamente vintage, tra le illustrazioni e i manifesti di vecchie pubblicità. Testimoniando un gusto forse retrò nell'ambientazione, ma che consente di dare alla sua opera una lettura che va ben oltre la divertita notazione di costume.

Manuel Pablo Pace ci fa leggere un presente inquieto. E il suo rigore diventa critica sociale. Mai gridata, mai sguaiata, sempre e solo provocatoriamente accennata e, proprio per questo, ancora più incisiva. “La Jeune Fille” è il titolo di questa mostra padovana a cura di Barbara Codogno che inaugura l'11 aprile alle 19.00 all'Amsterdam Café. Titolo che vuole necessariamente chiamare in causa il collettivo francese Tiqqun e il loro celebre manifesto: “Elementi per una teoria della Jeune - Fille”; laddove il concetto di Jeune - Fille non è meramente un concetto sessuato. Così come per Klossowski “La moneta vivente” era motivo di esplorazione filosofica - e sociologica - della mercificazione del corpo, i Tiqqun riaffrontano la questione in senso più diffusamente politico: la Jeune - Fille, che ha sembianze femminili per praticità di vendita, in realtà altri non è che il cittadino modello: un'umanità riformattata dallo Spettacolo e biopoliticamente neutralizzata dal consumo. Perennemente in posa tragica, disperatamente hollywoodiana. -Barbara Codogno

Manuel Pablo Pace nasce nel 1977 a Montecchio Maggiore (VI); vive e lavora a Bassano del Grappa (VI).