Si svolgerà a Piacenza, dal 2 al 22 aprile 2015, presso il Complesso architettonico museale "Ricci Oddi", in via San Siro, 13, nella Sala Franco Fervari e nel Salone d'Onore, la mostra organizzata da Zamenhof Art di Milano, in collaborazione con gli Amici dell'Arte di Piacenza, intitolata " Dramatis Personae. Il volto e la figura nell’arte italiana contemporanea", a cura di Virgilio Patarini.

In mostra 60 opere tra quadri e fotografie di 20 artisti selezionati, provenienti da tutta Italia: Giovanna Bassi, Roberto Cardone, Vito Carta, Anna Castoro, Angelo Conte, Amos Crivellari, Daniela Da Riva, Mario D’Amico, Alfredo Di Bacco, Carolina Ferrara, Max Gasparini, Laura Longhitano Ruffilli, Annalisa Mori, Nino Ninotti, Maria Luisa Ritorno, Tina Saletnich, Donatella Sarchini, Massimo Sottili, Luciano Valensin, Lyudmilla Vasilieva.

Il progetto editoriale e la relativa mostra sono stati precedentemente presentati con successo di pubblico e di critica a Ferrara, al Palazzo della Racchetta e a Torino, alla Galleria 20, nella seconda metà del 2013. Al termine dell’esposizione piacentina, dal 25 aprile al 1 maggio 2015 la mostra sarà portata a Milano, in tre gallerie sui Navigli, in concomitanza con l’apertura dell’EXPO. Nel gennaio 2016 la mostra approderà a Napoli, nelle sale prestigiose di Castel dell’Ovo.

Qui di seguito uno stralcio della presentazione critica della mostra.

Persone e personaggi (dall’introduzione del Catalogo “Dramatis Personae”, a cura di V. Patarini, Editoriale Mondadori, 2013, pagg. 9 e 10)

"(…) La cosa che accomuna le opere selezionate per questo progetto espositivo ed editoriale è la presenza della figura umana. C’è sempre una presenza antropomorfa (o più di una) che abita lo spazio o che affiora sulla superficie: un volto, un corpo umano, talvolta più di uno.

Poi, per il resto, è una ridda ubriacante di stili diversi, tecniche diverse, diversi linguaggi e diversissime poetiche. Per non parlare degli scarti generazionali e del gap di esperienze e curricula che separano tra loro gli artisti qui radunati: si va dal giovane fotografo quasi debuttante, con pochissime mostre alle spalle, al pittore veterano che sulle spalle ha più di mezzo secolo di onorata carriera, dall’artista con un curriculum di respiro regionale o locale a quello con un’impressionante sequela di mostre internazionali. E poi fotografi accanto a pittori. E pittori che spaziano dall’iperrealismo alla pittura tonale, all’espressionismo, alla metafisica.

Tuttavia ad una più accorta disanima si potrà ben notare come ci sia anche dell’altro che accomuna le opere qui presentate (…): ciascuna di queste umane presenze infatti evoca un mondo, richiama alla memoria o alla immaginazione una storia. Non è solo figura, dunque, ma anche e soprattutto personaggio. “Dramatis personae” in latino significa, infatti, semplicemente, “personaggi”.

I colori, le forme, le espressioni, i gesti, i contesti che caratterizzano le figure ritratte hanno la forza, di volta in volta, di alludere a intrecci, situazioni, vicende, di cui quello che vediamo immortalato sulla tela, fissato sulla pellicola o plasmato nello spazio è solo un istante, un fotogramma, un momento forte in cui si condensano, in potenza, tutti i momenti futuri e si concentrano, come in una sorta di precipitato, tutti i momenti passati. “Carpe diem”, insegna Orazio: cogli l’attimo. Anzi, non “cogli”, ma “afferra”, “ghermisci”, per fare una traduzione più puntuale.

Poi certo le modalità con cui i vari artisti selezionati “strappano l’attimo” sono molto diverse tra loro: diverse le poetiche, diversi gli stili. Ma comune è la capacità (e la volontà, più o meno consapevole) di condensare storie, emozioni, vicende nello spazio circoscritto di una singola opera. E fare di un quadro, una foto o una scultura un crocevia di situazioni. Un crogiolo. (…)"