Dall’8 aprile nel salone Bernini della Galleria Sabrina Falzone di Milano è aperta una grande mostra dedicata ai dipinti di Pier Luca Bencini, “A che le parole”, che consente ai visitatori di immergersi in un vero e proprio viaggio di scoperta tra grafiti e spiritualità.

La mostra indaga un’arte intellettuale, arricchita da concitati temi letterari e poetici (come i soggetti danteschi di Paolo e Francesca): il titolo stesso della personale “A che le parole” è anche il titolo di un dipinto di Bencini, ispirato all’omonima poesia.

Tra gli intenti dell’artista vi è la rivalutazione della grafite, la tecnica più antica che l’uomo conosca, alcune delle quali realizzate con le ostriche. Le sue grafiti, immerse nella solennità del regno del silenzio, raccontano la Genesi dell’uomo, la nascita, la maternità, la morte, l’eternità dell’anima e i momenti più significativi dell’esistenza umana.

Pier Luca Bencini, medico chirurgo e artista, allievo del pittore statunitense William Congdon, affascinato dai recenti esiti delle correnti americane e sedotto dal cromatismo della pittura toscana, individua un proprio modus operandi dotato di una profonda consapevolezza e di una spiccata cognizione introspettiva. Secondo la curatrice Sabrina Falzone l’artista affiderebbe all’impatto materico il torrente emozionale che lo agita e lo ispira; per questi motivi la riflessione troverebbe una sublime traduzione nel contenuto piuttosto che nella forma.

Contestualmente al vernissage della personale, si svolgono nelle altre sale percorsi espositivi, sotto la supervisione dell'ingegner Giuseppe Di Salvo, che privilegiano il linguaggio artistico contemporaneo in concomitanza del Salone Internazionale del Mobile a Milano. Una sezione significativa espositiva è, infatti, dedicata al “Fuori Salone” che ospita eccellenti nomi dell’arte internazionale come: Osvaldo Mariscotti, esponente di un’audace astrazione geometrica, Edyta Wachowicz, rappresentante di un preziosismo pittorico al confine tra realtà e sogno, Bruno Carati, ideatore di una nuova tecnica esecutiva fondata sul mosaico di frammenti in cartone, e Moirym, straordinaria interprete di un lirismo luministico.

Nelle sale Guttuso, Mirò ed Europa sono visionabili anche le opere d’arte eversive di Marco Ferrari, una novità assoluta, le dirompenti sculture di Paolo Pasini di elevata fattura, i particolari scatti fotografici di Antonella Bucci pregni di analogie e i disegni intellettuali di Francesco Salvia dal rilevante gusto umoristico.

Si possono altresì ammirare gli originali lavori di Carla Freddi, Joker e Bruno Carati, gli autori in permanenza presso la Galleria Sabrina Falzone di Milano.