Dal 23 aprile al 16 novembre 2015, la Collezione Peggy Guggenheim presenta, in anteprima assoluta, la mostra Jackson Pollock, Murale. Energia resa visibile, a cura di David Anfam, Senior Consulting Curator del Clyfford Still Museum di Denver, eminente esperto dell’Espressionismo astratto americano, e organizzata dall’University of Iowa Museum of Art. Si tratta di un’esposizione itinerante dedicata al monumentale Murale (1943, University of Iowa Museum of Art, Iowa City) che Jackson Pollock realizzò per l’appartamento newyorkese di Peggy Guggenheim, committente dell’opera, tra l’estate e l’autunno del 1943. Dopo un importante intervento di conservazione e pulitura al Getty Conservation Institute, durato 18 mesi, il Murale arriva per la prima volta in Italia, per la mostra a Palazzo Venier dei Leoni. Con i suoi 6 metri di lunghezza, il “dinamico” Murale è l’opera più grande che Pollock abbia mai realizzato ed ha esercitato un impatto sismico sull’arte americana dell’epoca, fino ad arrivare ai giorni nostri. Con le sue dimensioni monumentali ha introdotto nell’Espressionismo astratto americano una nuovo concetto di scala e di audacità, anticipando le più “tradizionali” astrazioni, rese attraverso la tecnica dello sgocciolamento, che Pollock avrebbe rappresentato quattro anni più tardi. Il contesto all’interno del quale sarà inserito il Murale comprende l’opera Alchimia (1947), sempre di Pollock, nonché opere di artisti come Lee Krasner, moglie dell’artista, David Smith e Robert Motherwell, con la sua Elegia alla Repubblica spagnola N.126 (1965-75), esposta di fronte al Murale, quale tributo a Pollock stesso. Inoltre, la mostra getta una nuova, fondamentale, luce sul rapporto tra Pollock e la fotografia d’azione praticata da un gruppo di fotografi quali Herbert Matter, Barbara Morgan, Aaron Siskind e Gjon Mili. Dopo la tappa veneziana, il Murale sarà esposto alla Deutsche Bank Kunsthalle di Berlino e successivamente al Museo Picasso di Malaga.

In una lettera datata 29 luglio 1943 Pollock scrive al fratello maggiore Charles del dipinto su scala murale commissionatogli da Peggy, sottolineandone la prospettiva “dannatamente eccitante”. In un esauriente testo della pubblicazione che accompagna la mostra, Jackson Pollock, Murale. Energia resa visibile (Thames & Hudson, London, 2015, 136 pp., 106 ills.) il curatore David Anfam indaga fonti, influenze e significati legati al Murale. Le sue dimensioni su larga scala, evocative degli ampi spazi dell'ovest americano, dove sia Pollock che l'amico Clyfford Still, altro esponente di punta dell'Espressionismo astratto americano, crebbero, soddisfano il desiderio di Pollock, alimentato da quella sua ammirazione per i grandi muralisti messicani e dal ricordo dei traguardi raggiunti dal maestro Thomas Hart Benton, a spostarsi dal supporto su cavalletto alla parete.

Nel suo Murale una componente tipicamente americana e fortemente simbolica è la presenza di un movimento da destra verso sinistra, ovvero di uno spostamento verso ovest. Questo slancio si trova anticipato già in un precedente lavoro di Pollock Going West (Smithsonian American Art Museum, Washington, esposto in occasione della mostra Charles Pollock. Una retrospettiva allestista alla Collezione Peggy Guggenheim contemporaneamente alla mostra dedicata al Murale). Anfam indaga le fonti dell'interesse di Pollock per il movimento: l'artista percepisce l'energia e l'azione quali caratteristiche della vita moderna, cercando di trovare immagini contemporanee che raffigurino il movimento dinamico, come quelle di artisti quali Barbara Morgan, dell’artista di origini albanesi Gjon Mili (spesso pubblicato su Life magazine), e dell'amico Herbert Matter, fotografo svizzero, il cui lavoro venne esposto in occasione della mostra Action Photography al Museum of Modern Art di New York, negli stessi mesi in cui Pollock lavora al suo Murale. Anfam conclude esaminando il posto occupato dal Murale nello sviluppo del modo di concepire lo spazio da parte di Pollock, nonchè la sua precoce anticipazione di una tendenza a New York a dipingere sempre più su ampia scala e la sua influenza sul lavoro di altri artisti, successivi, tra cui Robert Motherwell, David Smith, Lee Krasner, David Reed, Brice Marden e Richard Serra.

La mostra fa parte di un articolato progetto espositivo con cui la Collezione Peggy Guggenheim rende omaggio nel corso del 2015 ai fratelli Pollock, insieme a Alchimia di Jackson Pollock. Viaggio all’interno della materia (14 febbraio – 6 aprile) e Charles Pollock. Una retrospettiva (23 aprile – 14 settembre). L’intero progetto gode del patrocinio della Missione Diplomatica Statunitense in Italia e del prezioso sostegno della Pollock-Krasner Foundation.