Wunderkammern è lieta di presentare Nomadic Experiment – on the brink of disaster, la mostra personale dell’artista milanese 2501.

Jacopo Ceccarelli aka 2501 (Milano, 1981) è tra i più importanti artisti italiani nella scena attuale dell’Urban Art. L’artista ha partecipato a numerose mostre e festival in tutto il mondo, esponendo in prestigiose istituzioni quali il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, la Triennale di Milano e il MACRO di Roma. Nel 2013 ha partecipato a Back 2 Back to Biennale, evento collaterale ufficiale della 55° Biennale di Venezia, e nel 2009 ha vinto il premio Street Art Award al Metropolis Art Prize 2009 con il video Mask, proiettato a Times Square (New York). Quest’anno 2501 espone agli Internazionali BNL d’Italia al Foro Italico, Roma, nell’ambito di un progetto realizzato in collaborazione con Wunderkammern.

2501 ha cominciato a dipingere all’età di 14 anni nella sua città, Milano. In seguito al soggiorno a San Paolo, Brasile, durante il quale viene in contatto con la scuola di graffitismo sudamericana, l’artista comincia a sperimentare con diverse tecniche e materiali, combinando pittura su tela, pittura murale, scultura, installazione, fotografia, video e documentario. Lo stile dell’artista milanese si distingue da ogni altro per le sinuose e travolgenti linee ondulate che invadono la superficie di lavoro, trasformandola e conferendole effetti di movimento e di tridimensionalità. L’opera diventa ipnotica, capace di attivare l’immaginazione e l’interpretazione dell’osservatore portando alla mente immaginari e visioni possibili. Per ottenere questo effetto, 2501 si basa sul semplice binomio cromatico del bianco e nero, talvolta arricchito dal colore oro.

La personale a Wunderkammern è l’ultima della trilogia di mostre pensate per il progetto Nomadic Experiment, dopo quelle di Miami e Los Angeles. La riflessione dell’artista per questo progetto parte dalla condizione che caratterizza la nostra contemporaneità, sempre “on the brink of disaster” (sull’orlo del precipizio) poiché scandita da tempi rapidi, frenetici, sfuggevoli, i quali inducono un mutamento costante del nostro modo di vivere. L’artista asseconda questa condizione muovendosi, esplorando, sperimentando nuove forme, materiali ed idee. La pratica del nomadismo implica il continuo spostarsi, appropriandosi brevemente dei luoghi attraversati prima di ripartire verso altri territori ignoti. Non vi sono confini spaziali o temporali, né freni o costrizioni: la produzione di immagini di 2501 segue il viaggio libero dell’artista, quello geografico ma anche quello mentale ed emozionale.

La mostra Nomadic Experiment – on the brink of disaster si configura come un’esplorazione estetica percorribile a più livelli, in relazione allo spazio architettonico della galleria e alla produzione diversificata dell’artista. Al piano terra 2501 presenta opere inedite realizzate utilizzando tecniche e materiali diversi: dipinti su legno, tela e carta, installazioni in ceramica, fotografie. Sono inoltre esposti gli strappi, frammenti di materia, dipinto e intonaco, asportati da muri interni o esterni sui quali l’artista è intervenuto. Al livello sotterraneo 2501 espone invece due video e la Macchina, un’installazione meccanica con la quale gli spettatori potranno interagire rendendosi partecipi della narrazione artistica.

Per la mostra Nomadic Experiment – on the brink of disaster 2501 realizzerà un grande intervento murale nello spazio pubblico. L’artista milanese ha inoltre terminato lo scorso febbraio a Roma l’intervento pubblico Assonometria del cerchio (Istituto Manzi – Via de Magistris 15) nell’ambito del progetto di Wunderkammern Light Up Torpigna!. Il testo critico della mostra personale in galleria è curato da Nina Bassoli e G. Matta.

Nomadic Experiment – on the brink of disaster è la mostra conclusiva del progetto artistico di Wunderkammern Limitless, dopo le personali degli artisti Sam3 (Spagna), L’Atlas (Francia), Sten Lex (Italia) e Alexey Luka (Russia). Limitless esplora il concetto di limite nelle sue possibili forme e manifestazioni, designando l’Arte come il mezzo preferenziale per il superamento delle barriere a cui siamo quotidianamente sottoposti e per una riflessione sulla realtà illimitata.