Il Palazzo Fabroni di Pistoia accoglie fino al 26 luglio la mostra “come afferrare il vento” di Federico Gori, a cura di Marco Pierini, progettata per le sale del secondo piano del palazzo.

Ogni singola opera si lega, così, al contesto architettonico e storico dell’edificio in maniera organica, in un equilibrio pensato ad hoc per gli spazi del museo, in modo che il tutto si configuri come una grande installazione, formata però al suo interno da opere differenti per natura, dimensioni e materiali.

Alla base del lavoro di Federico Gori figura il rispetto per l'esperienza creatrice della terra; partendo da essa, dai suoi elementi primari, l’artista caratterizza la sua poetica richiamando con forza questo argomento con sentimento di gratitudine e pienezza.

Inscindibilmente legato ad esso, il tema della terra, della natura del tempo, della sua moltiplicazione, delle continue e incessanti digressioni, è affrontato attraverso l’utilizzo di vari mezzi espressivi e tecnici: installazioni, opere a parete, sculture, video.

Il percorso espositivo presenta lavori interamente realizzati in rame, elemento primario e naturale individuato dall’artista come simbolo della mutevolezza e del cambiamento. Tra le altre opere l'installazione “Come afferrare il vento”, il ciclo “Perenne” e la video-installazione “Ovunque proteggi” (composta da quattro animazioni-video in rotazione su altrettanti schermi).

Il percorso prosegue con i lavori che compongono il ciclo “Corteccia”, tele di grande formato realizzate con carbone, cenere, erba e terra che dialogano con l’installazione in cemento "Senza titolo" posizionata a terra. La mostra si conclude con un ciclo di opere in terracotta dal titolo “13.12” e con la video-installazione “Quando la neve cadrà io non sarò mai stato qui”, composta di tre animazioni-video. Una parte del percorso è accompagnata dal brano strumentale "Earth (about the wind)" colonna sonora incisa per l’occasione dal gruppo musicale Werner.

Federico Gori è nato a Prato, 7 Febbraio 1977. Vive e lavora a Pistoia. Dopo aver studiato pittura all’Accademia di Belle Arti di Firenze, viene invitato a mostrare il proprio lavoro nel Palazzo Comunale di Prato nel 2002, all’interno dell’evento Gemine Muse, che vede la possibilità per i giovani artisti di esporre nei più importanti musei italiani. Nel 2002 vince una borsa di studio presso Il Giardino di Daniel Spoerri. Hic Terminus Haeret, Seggiano, Grosseto, dove realizza un’opera site-specific all’interno del parco. Nel 2013 vince il Premio Speciale al Talent Prize 2013, con l’opera “Giro giro tondo”.