Fotografia: è stata una fotografia (quando aveva due anni sua madre notò che in una fotografia la pupilla del suo occhio sinistro era bianca) ad aver salvato la vita di Ilaria, «Quello che mi hanno diagnosticato quando avevo due anni e mezzo è il più bastardo dei bastardi, il Retinoblastoma, un tumore maligno alla retina che colpisce soprattutto i bambini e che fino a pochi anni fa portava molto spesso alla morte; sono stata operata d’urgenza e ho perso per sempre il mio occhio sinistro»; è la fotografia, lo strumento attraverso cui Ilaria si studia, disinfetta le sue ferite, rompe i muri della sua anima, accetta le sfide, misura la felicità con quello che ha e non con quello che le manca.

Mi piace presentarvi Ilaria così, con Ralph Waldo Emerson...
Ridere spesso e amare molto. Guadagnarsi il rispetto delle persone intelligenti e l'affetto dei bambini. Ottenere l'approvazione dei critici onesti. Apprezzare la bellezza. Donare qualcosa di se stessi per migliorare un po’ il mondo, si tratti di un bimbo guarito, di un'aiuola o del riscatto da una condizione sociale. Aver giocato e riso con entusiasmo. Cantato con esultanza. Sapere che anche solo una vita è stata migliorata perché tu sei vissuto. Questo è il successo.

Ilaria, chi sei?

Sono il selciato che muore
Torrente
che scorre
tra massi e ripide discese.

Sono radici. ed ho le ali

Sono ombre ignare
del domani

Più mi libero da chi sono
più io divengo me.

Come sei approdata all’Arte, e in che modo l’Arte ti si è presentata?

L’Arte è il mare. Non la terra.
Per approdare all’Arte, bisogna trovare il coraggio di naufragare.

Perché l’Arte è importante per te?

L’Arte non è importante, per me.

L’Arte, per me è tutto.

Ogni respiro.
Ogni silenzio

È il ricordo

Il viaggio.
Il ritorno.

L’Arte è la pelle. macchiata dal sole
È il brivido. nel sonno.

È il sale.

Cosa, in questo momento della tua vita, attrae la tua attenzione e cosa riesce ad avere un effetto tale da influenzare te e la tua ricerca artistica?

Attrae la mia attenzione tutto quello che sento vero.
E che mi cambia.

Se ti chiedo di rivolgere la tua attenzione dal cosa ricordi al come la ricordi:

• ricordi soprattutto le sensazioni?
• oppure è più forte il ricordo dei colori?
• ricordi soprattutto le voci o i suoni o il silenzio?
• oppure il volto delle persone?
• il profumo o l'odore di qualcosa in particolare?
• altro?

Ricordo la stretta al mio stomaco.

La sua schiena
La porta chiudersi.

Mentre andava via.

Attraverso quale dei cinque sensi entri in relazione con il mondo, e quale utilizzi più frequentemente, più volentieri e con più familiarità quando lavori?

Io non uso i sensi, quando faccio Arte.
Oppure, ho finalmente appreso a ibridarli in un’unica percezione. L’istinto.
Io non penso, quando faccio Arte. Io non vedo.

Io, sento.

Mi lascio morire. ogni volta

Come in un suicidio.
dolce

E a ogni opera, io uccido.
E in ogni opera, io nasco.

Precipitando, sempre più. dentro di me.
Io scopro il mondo.

Il tuo lavoro nasce dall’impulso che segue a un’idea o a una necessità? C’è un filo conduttore che ti porta a tessere la trama delle tue opere?

L’Arte mi è necessaria
Io ne sento il bisogno.
Spero sia solo questa, la trama delle mie opere

Nella resa finale di un tuo progetto artistico quanto peso hanno la pianificazione e la ricerca e quanto è imputabile, invece, all’imprevedibilità?

Pianificare, non è Arte.
Si pianifica un prodotto
E ogni prodotto è, in realtà, inutile alla vita.

Un’opera, accade.
È un inaspettato cadere al mondo

E ogni opera è essenziale, alla vita.

Prima che una tua opera “accada”, che immagine ha e che sensazioni hai e che tipo di emozioni e sentimenti sperimenti quando, poi, l’opera “accade”?

C’era un grande scultore che sosteneva che l’opera fosse già imprigionata nella pietra, e all’artista spettasse il compito di vederla. e di liberarla...

Ecco, io penso che Michelangelo avesse torto.

Perché l’opera si cela in ogni cosa, non solo nel marmo.
In ogni cosa del mondo.

E l’artista è colui che la vede.
E a volte, la libera.

Che approccio hai con la materia per arrivare agli aspetti contenutistici e concettuali delle tue opere?

La materia è la Madre. L’Essenza.
L’Assenza.

La calce
L’idea

La parola

E con esse, costruisco.

Intimità, Presenza, Consapevolezza, Tempo, Luogo... che accezione hanno per te e nella tua ricerca artistica?

Intimità, è sorprendersi del brivido dell’altro
Presenza, è prima imparare l’assenza

Consapevolezza è sapere Che si è.
Ora. vivi

E non chi.

Tempo è la musica
Luogo è il viaggio

Come e da cosa sai di avere raggiunto l’obiettivo nel tuo processo di creazione dell’opera? Quali sensazioni prova il tuo corpo quando hai la consapevolezza di aver raggiunto questa meta?

Da cosa sai che sei felice?
Da cosa sai che ami?

Da cosa sai che cresci.

Da cosa sai che muori.

Quando avviene l’opera, l’artista lo sa.

Si sente di colpo la pace.
La sola felicità

Senti che ami
che credi

E senti che muori.

Tutto assieme. in un unico momento.

E in quel tempo non esiste null’altro.
Nemmeno più te.

Quali sono le motivazioni, le spinte, i condizionamenti, i limiti e le conseguenze di essere un’artista oggi?

Quelle di ogni uomo.

Perché artista, lo è ogni essere umano.
Fa parte della sua natura.

Colui che non crea
Vive come in apnea.

Quali sono i valori alla base delle tue intenzioni e delle tue azioni nel contesto artistico contemporanea?

Dimostrare che l’Arte cura.

A che cosa può aprirsi il mondo attraverso l’arte?

All’impossibile.

Quanto può essere utile oggi a un artista esporre in un determinato contesto? E quanto può essere utile il loro passaggio al contesto che li accoglie?

Il ‘contesto’ è il prestigio del nome, vuoto.
Si adegui il contesto, a riempirsi degli illimitati dialetti degli artisti.

Quali delle tue opere ci proporresti come fondamentali punti di snodo nel tuo percorso?

A Francesca. 2014
Autoritratto. 2014
Retinoblastoma #01
Retinoblastoma #02
Addio a mio padre. 2015

Il giorno del mio suicidio. 2015

Cosa c’è di importante per te che vuoi che le tue opere dicano a te stessa e a chi le osserva? Cosa desideri che le persone sentano quando entrano in contatto con le tue opere?

Ognuno legga in me, ciò che sente.

Io continuerò a scrivere la mia Arte
Solo sino a quando sentirò il bisogno di dire.

In seguito alla tua esperienza di vita, alla tua esperienza dell’esistenza umana in senso ampio, qual è la tua concezione della vita?

La vita è imparare a morire

È cadere e credere.

È una festa pagana
Il circo dei Cristi

è girare intorno, una vite
per poi capire se la si sta avvitando
Oppure liberando, dalla trave. dal legno.

è la terra che aspetta.

L’uva. che si pesta

Per farne vino.

In che senso il fatto di essere donna ha determinato la tua vita? Quali possibilità ti sono state offerte, e quali rifiutate? Che destino possono aspettarsi le nostre sorelle più giovani e in che direzione bisogna orientarle?

Mi piace pensare agli essere umani. come esseri umani.

Senza alcuna distinzione di genere.
In realtà, considerare il sesso di un artista è limitarlo.

C’è un momento o un’esperienza alla quale colleghi quella sensazione intensa che fa dire “Io sono viva!”?

Ogni momento.

Quali sono per te le situazioni quotidiane più difficili da sopportare?

Quelle che nascono dall’ignoranza.

Ignorare.

Inteso come non conoscenza
O intenzionale menefreghismo

Ilaria, dubiti mai di te stessa?

Sempre.

E sempre credo.

Come sai che sei un’artista?

Perché ho smesso di domandarmelo.

Qual è il desiderio del tuo cuore?

Procedere

Qualsiasi cosa significhi

Che progetti hai in cantiere?

Realizzare

Qualsiasi cosa mi stia aspettando

Dai la risposta alla domanda che volevi io ti facessi e che non ti ho fatto...

Do la domanda, che vorrei poterti fare.

Flavia, tu chi sei?

Grazie

Ilaria, grazie a te! E grazie per la domanda, mi ha dato modo di sorridermi! Io sono la somma delle mie scelte.