Anche quest’anno in occasione di Arte Fiera il Poliambulatorio Giardini Margherita, struttura sanitaria privata che pone particolare attenzione al benessere psicofisico dei pazienti, proporrà sabato 30 gennaio alle ore 18, all’interno della sua sede, una mostra d’arte contemporanea nata dalla collaborazione con Spazio San Giorgio.

La scelta di quest’anno è No Curves, tape-artist noto al panorama non solo italiano per le sue opere realizzate con nastro adesivo e taglierino. "Il negozio di liquori si trovava al termine di una lunga file di insegne al neon, nel punto in cui la Hollywood Freeway tagliava il Sunset, linea divisoria fra le luci scintillanti e il buio della zona residenziale". (James Ellroy, Perché la notte)

La vita non si attacca solo sotto le suola delle scarpe, ma si insidia anche lì, insospettabilmente sotto una superficie adesiva, come di notte, un sospiro è uno strappo. Veloce si attacca senza rotondità di appello, il nastro adesivo si scaglia, si taglia, si sovrappone, si srotola sulle superfici più variegate. Dalla strada alla galleria, la linea non è che di passaggio, e non rimane mai, lei cade dritta e inaspettata, lei va, lei non è fatta per restare, solo per attaccare.

No Curves è già nel nome una dichiarazione d'intenti: "We believe in angles and straight lines." L'artista, uno dei più grandi esponenti della tape art ci invita a guardare il mondo da una linea retta a testa in giù. Nessuna curva, nessuna rotondità, nessuna forma languidamente morbida. Line is the new romantic, il cuore non ammette cerchi o semicerchi, quello che pulsa è la linea che scorre in overdose di superfici. Tutto è lineare, geometrico, essenziale. Rigore e rumore, di nastri che si dipanano.

L'immaginario di No Curves popolato soprattutto da miti ed eroi, da icone o leggende, nel contemporaneo dai punti di riferimento precari, si mostra per riduzione, semplificazione. Anche quando si tratta di pure forme geometriche o di paesaggi, le essenze vengono trattate con estremo riguardo lineare, lasciando all'osservatore una manciata di linee alla deriva dell'immaginazione. Nastri di adesivo si depositano lì tra porzioni di superficie a formare tracciati iperlineari dalla schiettezza super colorata.

No Curves guarda alla storia dell'arte, alle avanguardie, ai grandi maestri, dalla sintesi simbolista, alle geometrie spigolose del cubismo sintetico, al dinamismo futurista, alle astrazioni concrete di Mondrian, alle icone pop, al decorativismo anni Ottanta. No Curves sceglie, calibra, prende, taglia, organizza, allinea, spezza, sposta, piega, ama, odia, interpreta quelle strisce adesive colorate nell'ordine della propria economia visuale. Se al primo impatto le immagini ci sembrano autentiche grafiche vettoriali ecco che avvicinandoci scorgiamo una vera pelle formata da pieghe di materia, o meglio di materiale. A nastro, l'artista si eleva dall'imperante e fagocitante digitale per restare fedele alla linea, alla sua linea, l'analogico.

L'artista e la sua linea, data da rotoli colorati di scotch e un taglierino, ridonano alla manualità una voce, a fasi alterne, dimenticata. Il tocco di No Curves è evanescente, non ammette profondità se non un dialogo raffinato tra piani spesso trasparenti, che divengono ombre sottili, come lame, in perfetta sintonia o sincronia con le strisce colorate. Vibranti sovrapposizioni elettroniche. Il segno dell'artista, e non è inappropriato parlare di segno dato che la striscia adesiva a tutti gli effetti viene recisa-incisa sulla superficie o nello spazio alla stregua di una traccia a matita, è delicato, elegante, deciso, liscio, tagliente, aguzzo, ordinato, pulito, riservato definito, al gusto di un alcolico "strong". Fedele, la linea, non è fatta per restare, è già alla ricerca altrove chissà dove, di nuova vita da attaccare e alla quale attaccarsi.

Nuovi orizzonti, nuovi luoghi, nuove linee.