L’arte di Giancarlo Cerri, pittore milanese classe 1938, è caratterizzata da due aspetti: il forte impatto visivo dei suoi dipinti in un rinnovarsi continuo di forme e sintesi, nonché l’inesauribile impegno che lo ha portato a una stimolante operatività creativa, interrotta solo nel 2005 per una grave malattia agli occhi.

Ma l’attività espositiva di Giancarlo Cerri, molto apprezzato anche all’estero, non si è mai fermata. Ne è testimonianza la mostra “Dal paesaggio reinventato all’astrattismo concreto, dipinti 1995-2015”, in programma a Villa Pomini di Castellanza dal 7 al 28 febbraio 2016, ideata e curata da Franco Azimonti insieme allo stesso Giancarlo Cerri, e realizzata con il patrocinio del Comune di Castellanza. Si tratta di un'ampia antologica sull’ultimo decennio di attività del pittore (1995-2005) con circa 50 opere, molte delle quali mai esposte, come la serie Per amore del paesaggio (1995) e la serie delle Sequenze nere realizzate nel 1999, a inquadrare in particolare due periodi del maestro lombardo quasi completamente sconosciuti.

Artista geniale e capace di non rinchiudere mai la propria pittura in gabbia soffocandone l’impatto emotivo, Giancarlo Cerri è sempre rimasto fedele a un concetto: “Sono un pittore che ama la Pittura Pura, quella che sta dentro la punta del pennello, che scaturisce dal colore”.

Motivo per il quale la mostra a Villa Pomini si apre con quattro opere di periodi precedenti al decennio preso in considerazione: Marina a Imperia (1971), facente parte della sua prima figurazione, e tre dipinti della serie Grandi Foreste (1988-1991), riguardanti la seconda stagione, quella del naturalismo materico informale.

La mostra di Castellanza segna dunque il passaggio da una pittura densa e materica dalla grande forza vitale, che aveva le sue radici nella tradizione naturalistica lombarda con opere costruite per masse cromatiche compatte (vedi la serie Grandi foreste), alla stagione dell’ “Astrattismo Concreto” con dipinti dove i colori si appiattiscono e semplificano: sono le serie delle Sequenze - orizzontali, verticali e controluce – e delle Grandi Sequenze.

La mostra si chiude con quattro opere dell’ultimissima fase di Giancarlo Cerri, caratterizzata da dipinti di arte sacra che evidenziano una spiritualità laica pura, senza ornamenti inutili, che nascono dal settembre nero 2001.