Stati d’animo spirituali evocati dalla forza struggente di enigmatiche, fragili e metaforiche silhouette femminili, senza tempo e senza spazio, che si dispiegano, si consumano e si rinnovano... è l’incessante ritmo di vita, esperienza, morte e rigenerazione della visione artistica della pittrice Angela Velleca.

Angela, chi sei?

Un animo irrequieto, in balia delle mie emozioni.

Come sei approdata all’arte, e in che modo l’arte ti si è presentata?

Sin da piccola ho sempre avuto matite, pennelli e fogli tra le mani, trascorrevo ore a disegnare ed era la cosa che più adoravo fare, anche se non credo sia stato questo a determinare il mio legame con l’arte, ma piuttosto il fatto che idealmente pensavo spesso alle mie sensazioni come immagini che poi in qualche modo cercavo di esprimere.

Qual è stata la prima opera d’arte davanti alla quale ti sei emozionata?

Ricordo molto vividamente, tuttora, l’emozione cosi disarmante che ho provato alla vista dell’opera Il martirio di San Matteo di Caravaggio; non riuscivo a staccare lo sguardo da quel capolavoro, credo di essere rimasta a contemplarla almeno 10 minuti; la resa di quegli splendidi sfondi monocromatici e di quella luce straordinaria mi ha completamente stregata.

Perché l’arte è importante per te?

L’arte per me è un’opera di intensa riflessione su tutto ciò che il vivere scaturisce e genera in noi. Attraverso la pittura porto il mio inconscio alla coscienza e tutto questo, per il mio modo di essere, è assolutamente necessario.

Cosa, in questo momento della tua vita, attrae la tua attenzione e cosa riesce ad avere un effetto tale da influenzare te e la tua ricerca artistica?

Sono attratta da sempre da tutto ciò che suscita in me intense e contrastanti sensazioni.

Se ti chiedo di rivolgere la tua attenzione dal cosa ricordi al come la ricordi, ricordi soprattutto le sensazioni, i colori, le voci o i suoni o il silenzio, oppure il volto delle persone, il profumo o l'odore di qualcosa in particolare?

Ricordo innanzitutto le sensazioni fisiche e gli odori che spesso ho l’impressione di sentire ancora come fossero sotto il mio naso.

Attraverso quale dei cinque sensi entri in relazione con il mondo, e quale utilizzi più frequentemente, più volentieri e con più familiarità quando lavori?

Entro in relazione con il mondo soprattutto attraverso l’osservazione. I miei occhi cercano di catturare di continuo immagini di ogni tipo che interiorizzo e spesso tramuto a mio modo; inoltre osservare mi fa sprofondare nelle mie sconfinate riflessioni.

Il tuo lavoro nasce dall’impulso che segue a un’idea o a una necessità? C’è un filo conduttore che ti porta a tessere la trama delle tue opere?

Non esiste per me una solita modalità attraverso la quale arrivo a realizzare i miei lavori, … sono meccanismi mentali che non possono essere tradotti a parole in quanto perderebbero una parte della loro essenza. Posso solo dirti che il tutto parte da un’intima esigenza che mette poi in moto un intero processo. Le mie opere sono legate tra loro da un'unica e sottesa intenzione.

Nella resa finale di un tuo progetto artistico quanto peso hanno la pianificazione e la ricerca e quanto è imputabile, invece, all’imprevedibilità?

La pittura a olio è già di per sé una tecnica molto imprevedibile... è un fluido mai completamente controllabile e io amo alla follia questo suo aspetto, ... riconosco alla pianificazione e alla ricerca il “loro” ruolo e importanza.

Prima che una tua opera “accada”, che immagine, che tipo di sensazioni ti dà e quali emozioni e sentimenti sperimenti quando, poi, l’opera “accade”?

Di solito, prima che una mia opera “accada”, percepisco sensazioni abbastanza indefinite, sento di certo una vibrante energia e spinta nel voler fare quindi un’esigenza di dar vita e al contempo irrequietezza... Quando poi l’opera “accade” le emozioni sono sempre diverse e imprevedibili. Di certo la consapevolezza di aver concretizzato, in qualche modo, una mia visione interiore mi suscita intense sensazioni solitamente contraddittorie.

Che approccio hai con la materia per arrivare agli aspetti contenutistici e concettuali delle tue opere?

Un approccio molto intimo... posso dire che la materia pittorica delle mie tele è impregnata dei miei sentimenti.

Intimità, Presenza, Consapevolezza, Tempo, Luogo, Mutamento... che accezione hanno per te e nella tua ricerca artistica?

Direi che si prefigurano indispensabili nella mia ricerca.

Come e da cosa sai di avere raggiunto l’obiettivo nel tuo processo di creazione dell’opera? Quali sensazioni prova il tuo corpo quando hai la consapevolezza di aver raggiunto questa meta?

Sento dentro di me, quando un’opera è finita. Ogni mia opera ha una sua anima e le sensazioni che ho provato sono state diverse per ognuna di loro.

Quali sono le motivazioni, le spinte, i condizionamenti, i limiti e le conseguenze di essere un’artista oggi?

Credo che ogni artista abbia dentro di sé le sue motivazioni, le sue spinte e i suoi limiti. L’oggi può comportare per ogni artista un risultato diverso.

Qual è la visione alla base delle tue intenzioni e delle tue azioni nel contesto artistico contemporaneo?

Io cerco soltanto di assecondare il mio sentire nel modo quanto più incontaminato possibile.

A che cosa può aprirsi il mondo attraverso l’arte?

A qualcosa di sorprendente.

Quanto può essere utile oggi a un artista esporre in un determinato contesto? E quanto può essere utile il loro passaggio al contesto che li accoglie?

Credo possa profilarsi utile o meno secondo le aspettative dell’artista. Per quanto mi riguarda credo sia importante esporre esclusivamente in contesti dove il confronto e l’arricchimento siano altamente significativi e di spessore.

Quali delle tue opere ci proporresti come fondamentali punti di snodo nel tuo percorso?

La sorcière 2012
Burial 2013
La realtà contingente 2013
Le sinfonie del tempo 2013
Vague identity 2005

Che cosa desideri che le persone sentano quando entrano in contatto con le tue opere?

Desidero provocare nello spettatore una reazione, smuovere una loro emozione; desidero che attraverso una mia dimensione si sentano intimamente coinvolti da loro stessi.

In seguito alla tua esperienza di vita, alla tua esperienza dell’esistenza umana in senso ampio, qual è la tua concezione della vita?

Flavia, fammi questa domanda tra qualche anno.

C’è un momento o un’esperienza alla quale colleghi quella sensazione intensa che fa dire “Io sono viva!”?

Quando poggio il pennello sulla tela e mi lascio trasportare dal quel magico e incontrollabile fluire.

Angela, dubiti mai di te stessa?

Certo che sì.

Come sai che sei un’artista?

Mah, in realtà io so soltanto quello che sento e come devo necessariamente tradurlo ed esprimere.

Qual è il desiderio del tuo cuore?

Continuare a sentire e ascoltare quella voce che proviene dai miei mondi interiori.

Che progetti hai in cantiere?

Inizio la mia nuova serie a olio a cui sto lavorando idealmente già da un po’, saranno presenti le mie opere in diverse fiere e poi… saprete.

Angela Velleca è nata a Napoli nel 1980. Vive e lavora a Milano.
angelavelleca.tumblr.com