Un nonno pittore che frequenta gli stessi luoghi di tutti gli artisti livornesi, bar, botteghe d'arte e corniciai. Un nonno che ha raggiunto l'età di 93 anni e storie ne ha raccontate tante ai figli e ai nipoti, un nonno che lascia in eredità una casa piena di dipinti da non contarli.

Molti sono suoi, lui è Luigi Benini, artista impegnato in una pittura che poi sfocerà in provocazione e denuncia sociale ma che lo vedrà sempre protagonista pluripremiato come a una edizione del Premio Rotonda dalla mani del futurista e poi metafisico Carlo Carrà. Tante altre pitture appese alle pareti sono di amici, frutto di scambi, o di favori. Tra questi, mai messi a fuoco, due pitture ovali di circa 30x40 cm, sempre là, su quel muro da subito dopo la guerra, da quando Luigi fu costretto a cambiare casa per aver perso la sua sotto i bombardamenti. Quando un po' di tempo fa, quei due quadretti ovali, incorniciati in una datata profilatura in gesso dorato, scendono da quel muro, lasciano stupiti tutti.

A pennello, il basso a destra si legge chiara la firma Modigliani. Ma come è possibile che il geniale Modì abbia realizzato due accademiche nature morte? Si osservano da vicino le pitture, sono in cartone telato, e sul retro portano scritto Modigliani Piazza Magenta, 9 e l'altra la data 1902. A quel punto ai discendenti di Luigi tornano in mente le parole dell'anziano pittore che indicando i quadri una volta disse: "Sono di Modigliani bimbo!". “Il primo di agosto comincerà le lezioni di disegno che desidera da tanto tempo. Si vede già pittore... Da parte mia non voglio incoraggiarlo per timore che trascuri gli studi per correre dietro a un ombra”. Da Le livre de raison, di Eugenia Garsin, madre di Amedeo Modigliani che in questo secondo diario della sua vita ragiona sulla scelta del figlio, scrivendolo nel 1898: Amedeo ha 14 anni e da lì a poco entrerà nello studio di Guglielmo Micheli, allievo preferito di Fattori, dove incontrerà i suoi futuri amici e colleghi, nonché compagni di studio: Gino Romiti, Aristide Sommati e Llewelyn Lloyd, e dove ogni tanto gli faceva visita il vecchio allievo Oscar Ghiglia.

Quando Amedeo iniziò la scuola da Micheli, l'atelier era appena stato trasferito dalla serra vicino a san Jacopo, nella villa Baciocchi,in fondo a via delle Siepi, ed è lì che Modì apprese le tecniche di pittura, mettendosi alla prova nelle discipline più tradizionali: pittura dal vero in campagna e nature morte e nudo che approfondì nel 1903-4 all'Istituto delle Belle Arti di Venezia. Tra le pagine del libro di Silvano Filippelli Testimonianze livornesi per Modì si legge “...quando Martinelli capitò da Micheli, Dedo (così chiamavano gli amici Amedeo Modigliani) stava disegnando a brace su carta intelaiata una natura morta...”. Che sia una delle due che per decenni sono rimaste appese nella casa di Luigi Benini? Questo se lo sono chiesti gli eredi, in special modo la nipote Serena e le sue cugine che si sono messe alla ricerca di esperti che valutassero le due pitture: Dalie e Fiori di campo. Il loro lavoro è stato meticoloso e diretto a stabilire due punti chiave: la datazione dei supporti e dei pigmenti e la perizia calligrafica.

Per le prime analisi che hanno confermato una datazione relativa all'epoca presunta si sono dirette verso Parigi, al Wildenstein Institute, quando ne aveva la direzione Marc Restellini, mentre per le perizie calligrafiche che hanno trovato riscontro positivo dopo analisi, ai due esperti Giampietro Grosselle, ex ispettore di Polizia e perito del Tribunale, e al prof. Alberto Bravo, docente di grafologia peritale, investigativa e giudiziaria in molte facoltà universitarie italiane nonché Fondatore e Presidente dell’Istituto Superiore di Grafologia di Roma e Socio Fondatore dell’Associazione Grafologica Italiana.

A questo punto ci chiediamo, che ne sarà di questi due dipinti firmati Modigliani? Cadranno in un oblio giudiziario come le tre teste di pietra del Carboni uscite alla cronaca purtroppo dopo la beffa delle altre sculture false? Chi prenderà il coraggio di dare un giudizio critico sulla base degli esami peritali fatti? La maledizione Maudit continua e con essa chi ne diviene inconsapevolmente o no comprimario della storia.