Antonio Colombo Arte Contemporanea è lieta di presentare Woods Where I Grew Up, la doppia mostra personale degli artisti svedesi Richard Johansson ed Erika Nordqvist, a cura di Michela D’Acquisto.

Richard Johansson, per la prima volta in Italia, ripercorre idealmente il viaggio verso il Nord America che, durante l’Ottocento, migliaia di svedesi – provenienti, come l’artista, dalla regione rurale dello Småland – hanno intrapreso per sfuggire alla depressione economica di quegli anni. Nella volontà di preservare la memoria e i sacrifici degli antenati, Johansson attinge dalle vicende e dalla tradizione folkloristica del suo paese, impiegandole come chiavi di interpretazione della società contemporanea: l’appartenenza alla classe operaia svedese e la promessa del sogno americano, ma anche la disuguaglianza sociale e la lotta politica, sono i temi che egli affronta nei suoi lavori, caratterizzati da un’estetica naïf e da una giocosa impertinenza. È all’immediatezza delle sue opere che Richard Johansson affida il compito di narrare la storia fortemente contrastante e frammentaria della Svezia – che così spesso si confonde, intrecciandosi, con la sua – utilizzando il «linguaggio non parole»[1] della natura selvaggia auspicato dal connazionale Tomas Tranströmer, premio Nobel per la letteratura nel 2011.

In occasione della sua seconda mostra negli spazi di Antonio Colombo Arte Contemporanea, Erika Nordqvist continua ad appropriarsi della realtà a lei circostante attraverso il disegno. Il processo creativo che distingue i suoi lavori è sempre visibile, in ogni sua fase, sul foglio bianco: lo stato iniziale di incertezza, contraddistinto da cancellature evidenti, lascia ben presto il posto a segni sempre più sicuri, come se l’artista fosse in grado di acquistare coscienza del mondo solamente disegnandolo. E il mondo rarefatto che la Nordqvist fa apparire dal nulla non è che un palcoscenico nel fitto della foresta – una di quelle foreste dove i nostri artisti sono cresciuti.

«Nella foresta c’è una radura inaspettata che può essere trovata solo da chi si sia perduto»[2] , e i personaggi di Erika Nordqvist, perpetuamente in bilico fra l’esistere e lo svanire, sembrano certamente conoscere questo luogo.

In galleria saranno presenti dipinti, lavori su carta di grande formato, e sculture in bronzo e in legno.