L'artista Migliorini presenta i suoi ultimi lavori e per la prima volta in Brera a Milano nei quali possiamo già scorgere la connotazione di un profondo mutamento sia interiore che tecnico che si è dipanato nel corso degli anni: da una figurazione iniziale a un espressionismo astratto attuale; entrambi molto personali e ricchi di profondità.

Le esperienze di vita hanno arricchito quest'artista notevolmente: sia vivendo a Cadaqués in Spagna (Paese di Salvador Dalì..), lontana dal rumore e dal clamore delle grandi città, in solitudine; sia partecipando ad interessanti progetti a sfondo sociale - si vedano l'esperienza collettiva di Parigi e il recente tema dedicato alle “Migrazioni” che tratta l'attualissimo dramma e la relativa emergenza umana che ha dato il titolo a quel progetto - fino a cimentarsi nella poetica della “Memoria”; personalissimo e molto introspettivo.

Questo è il tema della mostra meneghina che vuole comunicare l'interiorità dell'artista, quella più segreta e dunque recondita, che scava nel silenzio intrinseco e intimo producendo un paesaggio interiore a sua volta amabilmente espresso sulle tele di Cristina Migliorini.

Qualcuno ama affermare che “il destino governa le nostre vite” e la mancanza di colore attribuibile alle recenti opere dell'artista sembra voglia confermare questa momentanea verità. I lavori esposti in Galleria STATUTO13 sono pregni di un potente simbolismo. Ci regalano attimi intensi con “paesaggi dello spirito”, delicati - con possibili riferimenti ai moti dell’anima - e sublimi, in cui la vena lirica ha modo di manifestarsi con accenti delicati e sorprendenti.

Compostezza nelle forme e lirismo poetico accompagnano le opere di quest' artista che sembra volerci svelare un codice del tutto personale, contemplativo, fatto di ricordi che vanno ben al di là dell’intento della mimesi naturalistica.

La concezione è bidimensionale il colore è usato come massima espressione psicologica, libero, con variazioni che possono essere cupe, con movimenti della pennellata che sono liberi da ogni matrice preimpostata; dunque spontanei, impulsivi e dediti all'introiezione più sincera. Le opere di Cristina Migliorini sono ricche di allegorie, il cui monito nacque molti anni or sono con l'esplicita volontà di superare la pura visione; cercando dunque di trovare delle corrispondenze tra mondo oggettivo e sensazioni soggettive più vicine alla propria spiritualità.

Testo a cura del Dr. Massimiliano Bisazza.