RBfineart è lieta di presentare dal 18 ottobre al 17 novembre 2017 nello spazio di Via G.B. Morgagni 31b a Milano, Imaginarium, la prima personale dell’artista Annalisa Guerri.

Il tipo di cose che suscitano la meraviglia e l’interesse di Annalisa Guerri hanno a che fare con la mutevolezza del mondo animato e inanimato. A caratterizzare la poetica dell’artista è l’attenzione verso l'indeterminato, il fragile, il mutevole, il non finito; le sue opere sono l'espressione di questi panorami, sono una sorta di micromondi votati a simboleggiare quel mondo effimero, caotico, instabile ed estremamente mutevole che affascina l’artista.

Gli equilibri delle sculture di Guerri realizzati attraverso materie differenti come la porcellana, il gres, la paperclay, la terracotta, utilizzando smalti e cotture specifiche, sono solo apparentemente precari: essi cercano di trattenere quell’insostenibile mutevolezza delle cose che caratterizza ogni esistenza, diventandone traccia sensibile, materica, duratura e finita.

Sfoglie sottili di memoria, respiri, piccoli cumuli di caos ordinato, scenari naturalistici, erosioni, stratificazioni terrene: l’artista costruisce sempre le sue sculture da un determinato punto di vista, strato dopo strato l’opera prende la forma che l’artista ha immaginato per lei e al tempo stesso è la materia a guidare la mano dell’artista. Eppure non c'è mai un’unica angolazione corretta da cui guardare le sculture di Annalisa Guerri: oltre a quella suggerita dall’artista stessa, ne esistono innumerevoli a rivelare altri scenari, altre memorie, altri mondi, personali, soggettivi e più o meno condivisibili e narrabili. Strata, Aura, Rubra, Mèlas, Climax, Cumulo, Khroma, Thàuma: gli stessi titoli delle opere suggeriscono a chi le osserva cosa cercare senza dir loro cosa vedere.

Il fruitore è quindi invitato a lasciarsi suggestionare dai microcosmi rappresentati dalle sculture di Annalisa Guerri e dall’immaginario messo in scena dalle loro forme e dai loro colori, alla ricerca delle combinazioni nascoste nelle opere e nel linguaggio dell’artista.