Gilda Contemporary Art si propone come una galleria impegnata nel green, aderendo ad un progetto volto a mitigare le proprie emissioni di Co2, causate dal consumo di energia elettrica e riscaldamento del proprio spazio espositivo, mediante il meccanismo della compensazione.

Per fare questo Gilda ha stretto un accordo conPhoresta Onlus che si occupa di riforestazione. In particolare Gilda ha aderito ad un’iniziativa di Phoresta che riguarda la creazione di un vero e proprio bosco in una località a soli 15 minuti dal centro di Bologna. Si tratta di 17 ettari (170.000 mq) di cui almeno 6 mila saranno completamente riforestati con piante autoctone (acero campestre, quercia, carpino nero, bagolaro etc). Le piante messe a dimora saranno da 1.040. L’accordo stipulato tra Gilda e Phoresta è su base triennale e consiste in un adeguato finanziamento da parte di Gilda. Il bosco sarà visitabile da tutti perché attraversato da sentieri. Contribuirà – oltre ad assorbire Co2 – a generare conseguentemente maggiore ossigeno ma anche a migliorare la biodiversità dell’area. Il progetto ha una finalità anche divulgativa essendo un esempio di come si possa lottare contro il climate change in maniera pratica e percepibile da tutti i cittadini.

Al fine di informare il proprio pubblico di questa interessante iniziativa oltre che con la volontà di collaborare attivamente alla diffusione delle attività di Phoresta, ogni anno in Gilda dedicherà una serata alla presentazione della mission di Phoresta Onlus e all’aggiornamento dei progetti in corso di sviluppo, con particolare attenzione al bosco di Bologna. In occasione della serata si inaugurerà anche una mostra di arte contemporanea sulla tematica della natura e della relazione uomo-ambiente.

Per il 2017 il progetto dedicato a Phoresta si intitola Ramificazioni, termine che vuole anche indicare come si tratta di Natura all’interno di una mostra di arte contemporanea e come le opere d’arte esposte siano spunto di riflessione sull’importanza del rispetto degli ecosistemi. Proprio come da un tronco partono tanti rami, così Gilda si propone come una piattaforma di incontri, spunti e riflessioni sulla cultura contemporanea.

Gli artisti presentati in Ramificazioni sono Pina Inferrera e Marco Bettio.

Pina Inferrera da sempre si occupa nella propria ricerca di ambiente ed ecosistema, anche passando attraverso macro installazioni in open air, utilizzando materiali di riciclo industriale, sino ad arrivare agli ultimi lavori fotografici di intensa liricità, dedicati agli alberi ed al foliage.

La Inferrera oramai da diversi anni si è infatti focalizzata sull’utilizzo della fotografia quale strumento di indagine della natura e dei suoi misteri. Attraverso lo studio dei riflessi arborei in specchi d’acqua e la ricerca di particolari effetti di luce, l’artista riesce a sintetizzare in uno scatto l’atmosfera spirituale ed intimistica di quel particolare attimo in cui, talvolta accidentalmente, altre volte a seguito di spasmodica ricerca, ci si sente spiritualmente parte integrante dell’universo tutto.

Di Pina Inferrera, al piano terra della galleria, sono esposte oltre ad una serie di opere fotografiche, delle light box ed una suggestiva installazione proveniente dall’archivio dell’artista, un altare alla Natura. L’insieme delle opere compone una micro monografica dell’artista, volta a raccontarne l’evoluzione della ricerca e la continuità delle tematiche affrontate negli anni.

Presente in mostra, al piano superiore della galleria, il lavoro pittorico di Marco Bettio, con una serie di piccoli ritratti di alberi, che parlano sì di natura, ma anche di vita in senso lato, di esistenza e tanto di pittura. “Mi attirava l’intrigo caotico dei rami, nell’albero. Questo casino infinito e più grande di me, di noi, del vivere, insomma. E questo disegnare (il dipingerlo non ha più di una quindicina di anni) mi ha sempre accompagnato, a volte come bisogno di sognare, o, molto più spesso, di essere consolato. Oggi dipingere un albero rappresenta anche il mio bisogno di restare accanto alla pittura in silenzio..” (Marco Bettio, appunti, agosto 2017).

Due autori di intensa poesia, di grande abilità tecnica ed in evidente stretta relazione emotiva con la natura e con i tempi, le pause ed i silenzi ai quali essa ci riporta.

Phoresta Onlus è un’associazione senza fini di lucro ufficialmente registrata nel settembre 2012. I soci fondatori sono un gruppo di professionisti in varie discipline (economia e contabilità, agronomia e forestazione, economia agraria e gestione d’impresa, ingegneria elettronica e remote sensing, marketing e comunicazione, giornalismo, disegno grafico, organizzazione di eventi, relazioni pubbliche e logistica), che condividono l’interesse a raggiungere i parametri previsti dal Protocollo di Kyoto, ovvero la riduzione della concentrazione atmosferica di CO2 – fra le maggiori cause del riscaldamento globale. Una delle più grandi sfide nella storia dell’uomo.

Pina Inferrera Nata a Messina, vive e lavora a Mozzo (Bg). Laureata a pieni voti all’Accademia di Brera, ha esposto in Italia ed all’estero in molte città, fra le quali: Francoforte, Istanbul, Locarno, Londra, Lugano, New York, Parigi, Tournai, Vilnius, Pechino.

Le sue opere sono pubblicate su cataloghi, libri d’arte, riviste, quotidiani, siti. È stata direttore artistico dell’associazione culturale IdeaVita per cui ha curato mostre in Italia ed all’estero, ha promosso eventi d’arte in collaborazione con critici, gallerie e artisti giovani e affermati. Ha realizzato eventi d’arte per Assocomaplast. Collabora con Juliet Art Magazine. L’indagine di Pina Inferrera è rivolta all’esplorazione della realtà circostante, spazia dall’osservazione della natura, l’ambiente e l’uomo, all’analisi di reperti.

Parallelamente ha esplorato altre possibilità espressive come video e installazioni, utilizzando reperti industriali ha realizzato opere site-specific dalle dimensioni imponenti, capaci di ridisegnare lo spazio. Ha focalizzato il suo interesse sull’arte fotografica con l’intento di indagare l’uomo e il suo habitat, le sue immagini si muovono fra reale e surreale, in una natura incontaminata in cui l’uso particolare della luce suggerisce uno spazio spirituale.

Hanno scritto del suo lavoro: A. Appiani, R. Bellini, J. Blanchaert, R. Borghi, M. Campitelli, C. Canali, L. Caramel, M. Cilena Sanguini, G. Ciusa, V. Conti, D. Curti, F. D’Amico, E. De Paoli, S. Di Giacomo, P. Emanuele, V. Falcioni, M. Galbiati, F. Gallo, G. Gellini, M.F. Giubilei, L. Giudici, C. Guerra, M. Hajek, A. Madesani, M. Mander, G. Marziani, C. Massini, R. Moratto, R. Mutti, S. Orlandi, R. Ridolfi, M. Romeo, M. Rosci, A. Scanzi, G. Scardi, A. Schwarz, G. Seveso, M. Tagliafierro, T. Trini.

Marco Bettio Nato nel 1974 a Padova dove vive e si forma. Dopo il liceo artistico frequenta la sezione di Pittura dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, senza giungere al diploma. In questi anni partecipa e organizza le prime esposizioni in spazi pubblici e privati. Nel 1996 si trasferisce a Pistoia dove espone e inizia a collaborare con studi di architettura e interior design. Dal 2002 al 2014 vive e lavora a Milano, collaborando con diverse gallerie e spazi indipendenti (annotazioni d’arte, galleria e-studio, galleria Antonio Battaglia, galleria Eclettica, Open Art gallery). Dal 2014 vive tra Torino ed Aosta dove, nel 2015, ha esposto nelle sale del museo archeologico regionale. Ha esposto presso alcuni luoghi istituzionali come la Fonderia delle Arti di Roma (2013) e Palazzo Zenobio a Venezia, nel 2012.