La Hernandez Art Gallery di via Copernico a Milano ospita dall’ 8 novembre al 6 dicembre AnimaDonna, la più completa selezione di opere della collezione omonima firmata dall’artista madrileno José Molina. Una selezione accurata di disegni a matita grassa in cui spiccano alcuni olii e opere a tecnica mista a impreziosire una galleria che racconta e al contempo omaggia, esalta e innalza le qualità del femminile, dalla potenza vitale alla forza demiurgica genitrice, dalla cura materna all’abnegazione che, talvolta, diventa sacrificio di sé.

In tutto sono una trentina le opere che saranno esposte al pubblico, scelte tra quelle realizzate dall’artista e suddivise idealmente in 18 capitoli. Un lavoro monumentale, interdisciplinare di cui la Hernandez Art Gallery esporrà un assaggio in un mese, novembre, che celebra la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne (sabato 25).

Pittore, scrittore, scultore e antropologo, i mille volti di José Molina. “AnimaDonna” - sintetizza l’artista - nasce dall’esigenza di indagare il mondo femminile mettendolo in connessione con il periodo storico che stiamo vivendo. E’ lo sguardo di chi vuole esplorare l’essenza delle qualità femminili che esistono in ognuno di noi, uomini e donne”.

La mostra, che sarà inaugurata giovedì 7 novembre alle ore 19.00, comprende omaggi a donne importanti della storia, sante e martiri ma non solo, che hanno dato il loro contributo alla storia frutto di accurate ricerche dell’artista, ma anche a simboli della vita primigenia che anima la donna, con opere monumentali come Lucy, immagine guida dell’esposizione (*).

E poi c’è tutto il tema della natura, mirabilmente espresso in forma e contenuto con tecnica mista che mutua elementi rubati alla terra come legno, sassi, muschio, rami ed erba. Ma se il femminile è impossibile da imprigionare, lo è anche l’opera, tanto che Molina gioca a graffiare, lavorare e plasmare cornici potenti, in una ideale continuità creativa e materica.

“Di fronte al mondo femminile ci si ritrova inevitabilmente a contemplarne tutta la ricchezza – spiega Molina - Per questo ho frammentato la capacità di espressione in molte tecniche e stili diversi: olio, acquarello, matita, serigrafia, incisione, elementi scultorei che rappresentano al contempo il forte legame tra donna e natura. Questo collegamento non è solo una suggestione, ma un invito concreto a rispettare la terra, a ritrovare dentro di noi il femminile”.

Nato a Madrid nel 1965, José Molina dall’età di undici anni frequenta diverse scuole d’arte e in seguito, parallelamente agli studi presso l’Università delle Belle Arti di Madrid, lavora nella pubblicità fino all’età di trentacinque anni, quando decide di dedicarsi totalmente alla pittura. La prima mostra è nel 2004 presso la Galleria Rubin di Milano; tra il 2005 e il 2010 tiene una personale al Museo della Scienza e della Tecnologia e all’Acquario Civico di Milano a cura di Vittorio Sgarbi e espone in altre sedi tra cui la Ca’ di Fra’, Mc2, Fondazione Stelline e Fondazione Mudima. Il 2013 è per Molina un anno di grandi mostre personali e collettive, le sue opere sono infatti esposte a Milano presso il Museo Poldi Pezzoli, lo Spazio Oberdan e la Triennale. Nel 2014 a Roma alla Real Academia de España ha luogo la sua prima antologica, nel 2015 presenta “Humanitas” il volume che raccoglie la produzione dell’artista dal 2002 e nel 2016 espone con una personale presso il Museo del Mare di Genova e alla Galleria Deodato Arte di Milano. Attualmente vive e lavora a Gravedona, sul lago di Como.