Dal 31 gennaio al 10 febbraio 2018, la galleria Maurizio Nobile presenterà nei prestigiosi spazi della sede bolognese, in via Santo Stefano 19/a, le opere di tre artisti: lo scultore Giuseppe Ducrot, il pittore Wolfango e lo scultore Tristano di Robilant.

La mostra inaugurerà il 30 gennaio 2018; sarà prevista un'apertura serale straordinaria in occasione dell'Art City White Night il 3 febbraio. L'esposizione fa inoltre parte della programmazione di Setup Plus, la piattaforma degli eventi attivi in città durante l'art week, organizzato e coordinato dalla manifestazione fieristica SetUp Contemporary Art Fair.

La galleria presenterà fino al 10 febbraio l'installazione di sei sculture a carattere sacro e profano dell'artista Giuseppe Ducrot.

Da segnalare il Cardinale Barberini del 2009, presentato in mostra, realizzato con una tecnica mista su terracotta invetriata e gesso, che incarna, come anche gli altri busti ispirati ai modelli barocchi, una rivisitazione della ritrattistica ufficiale decisamente moderna per le dissonanti scelte cromatiche e per il trattamento delle superfici. Accanto al Cardinale, saranno presentate inoltre piccole sculture in ceramica invetriata policroma di carattere sacro e profano. Due inediti dal titolo Ercole tratti dal famoso modello classico dell'Ercole Farnese: due vasi d'ispirazione classica rivisitati con la tecnica particolarissima che caratterizza le sue sculture. Assemblaggi di listelli ceramici che creano forme moderne che alludono ai modelli classici riproposti però con colori forti e sgargianti.

Per quanto riguarda il lavoro di Wolfango, la galleria Nobile ne esporrà quattro dipinti: L'acino con le drosofile (1993, acrilico su tela, cm 70,5x51), L'uva con la tela di ragno (1996, acrilico su tela, cm 70,5x75), Il piatto dell'uva (acrilico su tela, 1970, 200 cm diametro) Caldarroste (acrilico su tela, 2011, cm 188x140). Saranno presenti inoltre due disegni: Asparagi del sole (1992, pastello e carboncino, cm 100x74), L'asparago di Altedo (1992, pastello e carboncino, cm 100x71).

Tutte le opere di Wolfango sono consacrate alla raffigurazione del cibo, della natura morta nella particolare accezione e interpretazione che ne faceva l'artista. Ciò che caratterizza queste opere sono le dimensioni spropositate con le quali Wolfango ha deciso di raffigurare i suoi soggetti.

Nelle sue opere gli acini d'uva, le prugne intaccate dalla muffa, le vecchie fatture spiegazzate al fondo di un cassetto sono per Wolfango, quasi personaggi di un'epopea della vita più quotidiana e segreta. Così la rappresentazione di una carta accartocciata di un giornale dove si sono avvolte le caldarroste calde, rievoca un'atmosfera a tutti famigliare e allo stesso tempo rende protagonisti la presa visione - date le dimensioni- di cose di nessun conto nel quotidiano.

All'interno dei prestigiosi spazi della Galleria Maurizio Nobile si potranno ammirare, inoltre, sei opere dello scultore Tristano di Robilant (1964). Le sculture dell'artista esplorano diversi linguaggi e l'utilizzo di materiali differenti, quali il vetro, il metallo e la ceramica. La raffinatezza delle forme si sposa all'eleganza dei colori e della luce che gioca sulle superfici traslucide. I titoli delle sue opere, sempre enigmatici, fanno spesso riferimento alla filosofia, alla letteratura e alla storia, attraverso richiami ai più grandi scrittori del passato come Dante, Virgilio e Proust.