Se l’architettura è buona, chi la ascolta e la guarda ne sente i benefici senza accorgersene. L’ambiente educa in maniera critica.

Per verificare quanto quest’affermazione di Carlo Scarpa abbia ancora valore, vi invito a Bologna a visitare la mostra ospitata proprio negli spazi da lui progettati nei primi anni '60 per il negozio delle produzioni Gavina. La mostra in questione è Tante impressioni per tanti bambini e la location è lo Spazio Carlo Scarpa in via Altabella 21a, in pieno centro cittadino. Esternamente l’ambiente è introdotto da due vetrine-oblò che forano uno schermo di cemento, impossibili da ignorare incastonate come sono fra edifici medievali e tardo ottocenteschi. L’ambiente interno, invece, è caratterizzato dall’assenza di diaframmi murali e dalla scansione di elementi verticali - le colonne della struttura portante - ingigantiti e qualificati cromaticamente, sottolineati da finiture alla veneziana, mosaici e dal sapiente accordo fra differenti materiali come ottone, tek e cemento.

Varcata la soglia del cancello, la visione diventa mutevole a seconda del punto di vista e questo fa dello spazio una location particolarmente rispondente alle necessità espositive. Lo sapeva Dino Gavina che, negli anni ‘60, riuscì ad attrarre a Bologna i protagonisti del design internazionale aprendo loro la possibilità di una produzione in serie ospitata proprio nello showroom di via Altabella, il quale non è mai stato, anche per questo motivo, solo e propriamente un negozio (all’interno c’è addirittura una fontana) ma un esempio di accordo fra mondo produttivo e design. Una forte vocazione culturale, dunque, di un luogo recentemente contenitore di eventi e incontri, come quello su design e arte organizzato durante il Cersaie da DalisaMerlidesign; una vocazione da difendere, soprattutto ora che lo spazio è in vendita. Anche per questo, la speranza che siano molti i visitatori della mostra e dello spazio è grande: ci si aspetta addetti ai lavori, sostenitori, ma anche bolognesi curiosi che passeranno casualmente, nonché illustratori, scrittori ed editori che si riverseranno a Bologna in occasione della Children’s Book Fair, lo storico appuntamento internazionale rivolto ai professionisti e agli amanti dell’editoria per ragazzi. La mostra è stata pensata per questo evento e il fatto che sia ospitata all’interno di un luogo cardine dell’architettura del '900, la rende particolarmente attraente.

Il progetto Tante impressioni per tanti bambini, è stato proposto, più di un anno fa, dalla libreria antiquaria Martincigh, che a Udine tratta libri d’arte e d’artista e che ha raccolto buona parte dei volumi di una storica collana per ragazzi, alle MagnificheEditrici, laboratorio di calcografia di Bologna che da anni lavora e sperimenta nell’arte di fare i libri a mano, della stampa d’arte, del multiplo e dei libri d’artista. I volumi della collana posseduti dalla libreria sono stati oggetto di un’operazione intitolata (re)cover: recuperati dal mercato dell’usato e conservati nella loro integrità fisica, i libri sono diventati il soggetto ispiratore di un’interpretazione artistica originale che li rilancia nell’attuale presente. Artisti del visivo e della parola sono stati invitati a creare 5 multipli, cinque grafiche originali per ogni titolo, di cui il primo resta legato al libro attraverso una scatola/cartella che lo avvolge, gli altri quattro sono stampe sciolte e viaggiano da sole.

Il valore di un’opera consiste nella sua espressione: quando una cosa è espressa bene, il suo valore diviene molto alto (Carlo Scarpa, 1976). Anche gli artisti e gli illustratori in mostra si augurano che il loro entusiasmo abbia vestito le forme di una “buona espressione”. Il contributo di Elena Baboni, Mauro Bellei, Laura Bertazzoni, Nicoletta Bertelle, Silvia Braida, Andrea Buffolo, Loretta Cappanera, Eleonora Cumer, Vittoria Facchini, Ugo Grazzini, Asako Hishiki, Samira Khaledi Zadeh, Manuela Marchesan, Rosaria Mignone, Erika Nardi, Serena Perrone, Cristina Pieropan, Valentina Sacripante, Brunella Torresin e Alessia Zucchi non consiste solo nell’omaggio divertito e sincero a un capitolo dell’editoria per ragazzi che fra il 1959 e il 1990 ha visto la nascita di volumi innovativi con testi e illustrazioni realizzati da importanti personaggi della grafica, dell’arte e della narrativa, ma anche e soprattutto nel taglio contemporaneo e molto vario delle loro opere grafiche, tutte realizzate con antiche tecniche di incisione e stampa, fra cui la linoleografia, l’acquaforte, la puntasecca, l’acquatinta, la cianografia, la gomma bicromata e la xilografia giapponese. Opere che nascono dalla pratica di antiche procedure fotografiche dell’800, dalla pressione manuale sulla carta utilizzando il tradizionale strumento giapponese, il baren, o dalla forza di un torchio calcografico a marca Bendini, proprio come quello che sarà in mostra.