Galleria Continua è lieta di presentare una mostra personale di Ai Weiwei. Il progetto si sviluppa attraverso un percorso tra sculture, installazioni, video e fotografie. Opere recenti, offrono al pubblico la possibilità di approfondire la conoscenza di una tra le figure più importanti della cultura contemporanea, mettendo in luce la versatilità dell'autore e i cardini su cui ruota la sua arte: un particolare rispetto della tradizione cinese, abbinato a una grande capacità di proiettarsi nella modernità e a una costante consapevolezza sociale e politica.

Ai Weiwei è un artista poliedrico e un uomo dalle proposte i cui contenuti sono spesso contraddittori. Sulla sua vita è stato scritto molto e in tutte le lingue: dalla sofferenza della famiglia d’origine, al contrasto aperto con il governo cinese, al riscatto che è riuscito a regalare al padre attraverso la ricerca e la pratica della libertà intellettuale. Questa mostra vuole soffermarsi su Ai Weiwei nella sua complessità, un uomo per il quale l’arte è un modo di vivere legato inscindibilmente alle circostanze politiche e sociali del proprio tempo, un artista umanista con una grande fiducia intellettuale nelle capacità dell'uomo di contribuire con ogni suo gesto al miglioramento della società. Ai Weiwei esprime questo suo ottimismo impegnandosi su diversi fronti, che vanno dall'arte all'architettura, dalla letteratura al cinema di documentazione, fino all'azione sui social media e alle proteste pubbliche. I diversi ambiti di azione rispondono tuttavia a un unico e comprensivo obiettivo: liberare l'espressione individuale dalle imposizioni di ogni genere per favorire lo scambio reciproco e la condivisione tra gli individui. Ai Weiwei lavora sulla comunicazione e sui significati sociali per far ritrovare la parola a un paese reso muto dall'ideologia delle masse e dall'utopismo sociale che agisce uniformando il pensiero ed eliminando la possibilità di un approccio critico alla vita.

Nel 2003 Ai Weiwei disegna e realizza il suo "Fake Design Studio" (in cinese si legge “fu-ke”, “fuck”) dove in seguito progetterà, nel ruolo di architetto, una numerosa serie di spazi per gallerie, studi d’artista e centri d'arte trasformando questo piccolo ignoto villaggio tra il IV° e il V° anello a nord-est della città in uno dei più popolari quartieri artistici di Pechino. Galleria Continua ospita 258 Fake, titanica opera di documentazione costituita da 7.677 immagini scattate tra il 2003 e il 2011 che raccontano la vita quotidiana dell’artista: il lavoro, gli incontri, i momenti di svago, l’impegno politico e sociale. La fotografia per Ai Weiwei rappresenta uno strumento avanzato di archiviazione ma anche un media alienante e pericoloso per la sua incapacità di esprimere la realtà in modo incondizionato.

Documentazione e archiviazione sono gesti fondamentali che ricorrono come filo conduttore durante tutta la ricerca e la carriera di Ai Weiwei. Attraverso la documentazione l’artista restituisce un nome e una collocazione temporale e storica a cose e persone, affermandone dignità e valore. È il caso di Changan Boulevard, un’opera che racconta la vita di una città in continua trasformazione e della gente che vi abita. A bordo di un furgone, munito di videocamera, per un intero inverno Ai Weiwei percorre ogni strada del IV°, III° e II° anello, incluso Chang’An Boulevard, il lunghissimo “Viale della Pace Eterna” che, partendo dalle zone e dai villaggi rurali, attraversa il centro della capitale, il distretto politico e i quartieri dove hanno sede i palazzi, i musei e gli Hotel più importanti e sfarzosi della capitale, per giungere, infine, alla fabbrica del ferro (considerata in passato il simbolo dell’industria socialista). Ad ogni tappa, l’autore filma singole inquadrature di un minuto, il montaggio finale è costituito da 608 segmenti da un minuto, per una durata totale di 10 ore e 13 minuti.

Il ruolo di Ai Weiwei come artista dissidente si definisce chiaramente nel 2008 quando un violento terremoto devasta la provincia del Sichuan provocando la morte di 70.000 persone. Ai Weiwei, accompagnato da un gruppo di volontari reclutati in rete attraverso il suo blog, dà inizio a un progetto di investigazione sulle cause di questa catastrofe. Il risultato della ricerca mette in luce la pessima qualità delle costruzioni pubbliche (ospedali, fabbriche, scuole) crollate come fossero di gelatina. Ai Weiwei pubblica online una lista in cui appaiono 5.826 nomi di bambini morti sotto il crollo delle cosiddette "costruzioni di Tofu". La denuncia ha un forte impatto sull'opinione pubblica tanto da scatenare l'immediata risposta della polizia cinese che dispone la chiusura forzata del suo blog. L’artista riesce comunque ad aggirare la censura continuando a sostenere le sue campagne sul web attraverso Twitter. In mostra una serie di opere legate a questo amaro capitolo della storia cinese. Brain Inflation, una risonanza magnetica (MRI) che riporta l’emorragia cerebrale procurata all’artista dall’aggressione della polizia di Chengdu nell’agosto del 2009.

L’esposizione accoglie Ordos 100 Models, un modello architettonico grandioso progettato per la Mongolia Interna, che vede nuovamente la collaborazione di Ai Weiwei con gli architetti Herzog & de Meuron, già insieme per la realizzazione dello stadio olimpico di Pechino. Cento architetti da 27 paesi diversi sono stati selezionati per disegnare 100 ville di 1000 mq ciascuna. La maquette e le stampe ai muri documentano la fase di progettazione ed il film, Ordos 100, le tre visite in situ per la finalizzazione dei progetti, ad oggi però, non ancora realizzati.

Ai Weiwei nasce a Pechino nel 1957. Nel 1981 si trasferisce a New York, rientra a Pechino nel 1993, città dove tutt’oggi vive e lavora. Le sue opere sono state esposte in tutto il mondo in mostre monografiche, tra queste: Hirshhorn Museum and Sculpture Garden, Washington D.C, De Pont Museum of Contemporary Art, Tilburg nel 2012; Victoria and Albert Museum, Londra, Somerset House, Londra, Kunsthaus, Bregenz, Taipei Fine Arts Museum, Taipei, Asia Society, New York, Fotomuseum Winterthur, Winterthur, Pulitzer Fountain, New York nel 2011; Stiftung DKM, Duisburg, Museum of Contemporary Craft, Portland, Arcadia University Gallery, Glenside, Turbine Hall, Tate Modern, Londra nel 2010; Mori Art Museum, Tokyo, Haus der Kunst, Monaco, Three Shadows Photography Art Center, Beijing, nel 2009; Sherman Contemporary Art Foundation, Cambelltown Arts Center, Sydney, Groninger Museum, Groningen nel 2008. Tra le mostre collettive alle quali ha preso parte ricordiamo la Biennale di San Paolo e la Biennale d’Architettura di Venezia nel 2010; Nel 2007 Documenta 12 a Kassel e tra le mostre personali si distinguono quella presso la Tate Liverpool. Nel 2013 espone per la 55esima Biennale di Venezia negli spazi del padiglione tedesco e nello spazio della chiesa di Sant’Antonin a Castello.

Galleria Continua / Le Moulin
46 rue de la Ferté Gaucher
Boissy-le-Châtel (Seine-et-Marne) 77169 Francia
Tel. +33 (0) 164 203950
lemoulin@galleriacontinua.fr
www.galleriacontinua.com

Orari di apertura
Mercoledí - Domenica
Dalle 12.00 alle 19.00 e su appuntamento