Bianchi Sussurri - Oltre L’Apparenza Alla Ricerca Dell’Essenza A cura di Mariateresa Cerretelli Qual è la molla creativa che spinge Caroline Gavazzi a produrre progetti artistici di matrice fotogra ca ma in corso d’opera stemperati in tele stranianti dove la natura prorompente sfuma in leggere pennellate e in una sottile punteggiatura di colori?

Ogni volta che l’artista franco-italiana si imbatte in uno scenario che suscita la sua curiosità geniale, il primo passo è lo studio meticoloso di quello che le si para davanti. Si ferma all’apparenza ma è il primo atto di un’operazione lunga che scava sempre più a fondo, cancellando la realtà scenica per raggiungere, con un coinvolgimento di mente, occhi e cuore e un processo di rarefazione, l’essenza dell’anima. È stato così per FEAR, una storia incentrata sulle paure dei bambini, come per la sua nar- razione sull’immigrazione WE ARE HERE e allo stesso modo si manifesta in Bianchi Sussurri. “Dal punto di vista emotivo ho provato un gran senso di serenità e di pace lavorando a questo progetto ma sono partita da una buona base di partenza. La neve bianca e i cieli grigi hanno aiutato a nascon- dere le imperfezioni sceniche, permettendomi di focalizzare solo i soggetti. Sono proprio questi ultimi e non la neve che si fanno sempre più rarefatti man mano che il progetto prende forma.

I soggetti fotografati infatti non descrivono più una scena realistica come appare nella prima immagine intitolata Promenade che ha dato vita a Bianchi Sussurri. Presenze umane e cose si spogliano della loro natura funzionale, si isolano dal contesto e acquisiscono una propria vita e una propria anima. Non esiste più la facciata descrittiva ma si entra in una dimensione diversa che supera l’appa- renza delle cose per toccare l’essenza dell’anima”.

L’opera intitolata Rendez-vous per esempio, non rappresenta solo due semplici seggiovie che traspor- tano sciatori sulle piste innevate ma mostra due anime che si incrociano solo per un istante per poi separarsi. “Voglio lasciare lo spettatore libero di interpretare quello che osserva e il suo stato d’animo gli permetterà di vedere quello che altri non vedranno”. Caroline Gavazzi nei suoi lavori ricorre spesso alle strati cazioni di immagini nella tensione personale di andare sempre oltre il visibile, di spingere la sua ricerca in profondità senza mai perdere la valenza, l’equilibrio e il senso della bellezza di ogni pro- getto. Bianchi sussurri è un lavoro de nito e concluso ma ha aperto nuovi orizzonti artistici e schiarito una sfera personale e intima. “Bianchi Sussurri mi ha aiutato a capire il mio processo artistico in continua ricerca di approfon- dire ciò che si cela dietro le apparenze. Ed è stato un processo per me di auto analisi. Grazie a questa serie ho tradotto in parole ciò che il mio istinto riportava alla super cie in immagini. Io credo che attra- verso l’analisi dei nostri istinti possiamo capire molte cose su di noi. Da questo processo analitico ho trovato nuove idee creative raggiungendo così più facilmente il mio intento. È come se avessi schiarito la mia mente ripulendola dal super uo. L’ho realizzato in un periodo di transizione della mia vita.

La mia attività fotogra ca nel mondo delle riviste stava pian piano lasciando posto alla mia attività creativa. È stato un percorso lento e ma molto uido. È forse questo che gli ha dato più integrità e lim- pidezza. La pace e la tranquillità che si provano nell ‘essere immersi in un paesaggio innevato hanno contribuito a farmi rallentare e ri ettere”. La natura e il silenzio sono i luoghi dell’arte e dell’anima di Caroline Gavazzi. ”La natura per me ha un ruolo molto importante sia nel mio lavoro artistico che nella mia vita privata. Nei suoi equilibri, nei suoi cicli naturali, nei suoi silenzi, nei profumi e nei colori trovo ispirazione ed energia ma anche tanta sicurezza e pace interiore. Purtroppo il modo arti ciale che abbiamo creato con la nostra civilizzazione spesso ci allontana dalla natura, siamo incapaci di ascoltarla e di imparare dai continui messaggi che ci manda” . Mariateresa Cerretelli

Caroline Gavazzi è una fotografa franco-italiana la cui impronta è decisamente internazionale già a partire dalla sua formazione. A Parigi, dove si trasferisce dall’Italia giovanissima, studia alla scuola di Fotogra a Spéos a Parigi nel 1991 e alla Sorbona dove, nel 1994, si laurea in Geogra a e Urbanistica. L’anno dopo è a Londra dove ottiene un Master in “Professional Photography Practice” al LCC, cosa che le permette di iniziare a lavorare nel 1996 in qualità di Picture Coordinator nel dipartimento artistico di Vogue UK, nel 1997 come Picture Editor nella rivista di Harvey Nichols e, dal 1998, come fotografa di interni, ritratti e still life per prestigiose riviste come Vogue UK, House & Garden, Tatler, Conde’ Nast Traveller, Elle.

Il passaggio dalla fotogra a commerciale a quella creativa è l’inevita- bile esito del ventaglio di interessi che la spinge a cercare nuove strade espressive. Attualmente Caroline Gavaz- zi si dedica, infatti, a un genere di fotogra a che de nisce plastica perché inspirata dalla sua cultura e sensibilità. Superando dialetticamente la visione realistica, affronta diversi soggetti con un taglio marcatamente simbolico spesso concentrandosi sull’atto di rivelare ciò che si nasconde dietro le apparenze. Per ottenere questo risultato studia con particolare cura i suoi progetti cercando per ognuno soluzioni originali e mai ripetitive ricorrendo a installazioni fotogra che che, giocando sugli effetti della tridimensionalità e sullo spiazzamento visivo cre- ato dagli strati di materia, coinvolgono lo spettatore inducendolo ad affrontare e condividere criticamente le domande che le ricerche della fotografa pongono sull’essere e sul suo rapporto problematico con la realtà. Attualmente Caroline Gavazzi vive e lavora fra Milano e Londra.