“L’estetica è più alta dell’Etica; appartiene ad una sfera più spirituale.”

“Si dice che la Bellezza non è che superficiale; ciò può darsi; ma in ogni modo ella è assai meno superficiale del Pensiero.” - Oscar Wilde

Eugenio Recuenco, artista-fotografo di fama internazionale, dopo varie esposizioni in vari parti del globo, il prossimo 31 Agosto fino al 16 Novembre avrà una personale alla CWC gallery di Berlino.

Il fotografo di Madrid ci illustra frequentemente mediante i suoi scatti quanto sia possibile tramite l’uso del mezzo fotografico dare vita al sogno. Perché di sogni noir, fatati, glamour si tratta nelle misé en scene di Recuenco. Impeccabile, di una bellezza lucida, patinata, smaltata i personaggi protagonisti. Di una freddezza ferrea e nobile, alata, alta, fiera, una bellezza dirompente e barocca di dettagli mai lasciati al caso, tutto è studiato, tutto sembra essere un set cinematografico.

In che film mi troverò alla prossima immagine? Quanto la vita può essere artificio? Quanto la vita può rassomigliare all’idea fantasy che uno ne ha? Quanto la vita può mescolarsi alla fiaba?

Gli scatti di Recuenco sono sempre posti sotto un riflettore di scultorea bellezza, sembra sempre di attraversare set di film, una passeggiata tra pellicole di registi famelici di favole. Tim Burton sembra dietro l’angolo.

Dal gusto decisamente pittorico, l’artista ci propone veri e propri tableaux-vivants, la finzione immaginaria sembra toccare la cima più alta dell’Olimpo.

Paradossi, scene grottesche, trucchi circensi, da mimi sperduti, da pierrot solitari, un frullato di surrealtà zeppe, ipertrofiche, avvolgenti, perturbanti, stillati di non-sense. Modelli e modelle dai lineamenti spigolosi, sguardi gelidi e congelanti, profondi, che scavano la pellicola fotosensibile, sembrano non appartenere alla norma, la rifiutano, sono sofisti, detengono la bellezza e la perfezione in uno scrigno fotografico.

Quanto il sogno assomiglia all’arte? O quanto l’arte assomiglia al sogno? Il confine di seta è labile e delicato. Adorabile a tal proposito è la serie di scatti dove delle modelle vengono poste in stretta relazione con alcuni quadri di Picasso, nei quali le figure muliebri si auto-generano con tratti geometrici. Una reinterpretazione ben riuscita dell’arte picassiana in chiave prettamente fashion. La moda si specchia nell’arte in un continuum dialogo narcisistico. Recuenco, un fotografo che è cappellaio matto nel mondo di Alice, e Alice sono tutti i suoi personaggi, assurdi, barocchi, esoticamente noir, fumosamente fantastici.

Nature morte sensuali, dai nudi scarificali, e pallidi, tutto sembra una tortuosa posa, una dirompente messa in scena, una grido soffocato alla bellezza, una decapitazione all’impossibile, perché la perfezione nell’attimo fotografico è realmente possibile.

In alcuni scatti di moda, Recuenco sembra mescolare al meglio i mondi fiabeschi e ricamati di McQueen, le perfezioni di Avedon o Demarchelier, le assurdità di Thom Browne e Les Krims.

E poi cappuccetto rosso, Biancaneve, dame settecentesche, le fiabe ritrovano una dimensione estetica ghiacciata, sospesa in un altrove non datato, che non ha memoria, né domani. Intensa la Bella e la Bestia, dove a un grande quadro raffigurante una storpiante bruttezza maschile viene contrapposta una filante bellezza di donna, morbida e sottile, adagiata come una Venere su un divanetto azzurro-oro, presenziano arazzi e pieghe di vesti, che sono onde di oceani nordici e sognanti.

Un’estrema ricerca di bellezza elisabettiana in alcuni ritratti fotografici, dove le modelle rappresentano l’idea di caducità cristallina, sono cristalli caduchi, ragnatele che catturano lo sguardo, fragili dall’enorme mole di bello scagliato.
Teatri di assurda e assordante bellezza.

Plasticità convulsa, talmente smaltata da ricordare la nevosa a-sonorità dei film muti anni trenta negli scatti rappresentanti un uomo-carillon sbirciante da una serratura, perché i mondi di Recuenco sono veramente piccoli carillon, piccoli scenari, fabbriche perpetue di sogni dove la moda atterra soave, e noi tutti siamo piccoli voyeur, piccoli lillipuziani in cerca di isole incontaminate, isole che alla maniera di Wilde sono naufraghe imbevute di un estetismo stremante e corale.

Trionfanti come la quinta di Beethoven, un esercito di Dorian, un esercito napoleonico di opere d’arte i personaggi di Recuenco, sinfonie conquistatrici di bellezza d’haute couture.

Testo di Federica Fiumelli

Cmc Gallery
Auguststrasse 11–13
Berlin–Mitte 10117 Germania
Tel. +49 30 24048614
info@camerawork.de
camerawork.de

Orari di apertura
Martedì - Sabato
Dalle 11.00 alle 19.00