La mente ama l’ignoto. Ama le immagini il cui significato è sconosciuto, poiché il significato della mente stessa è sconosciuto.

Era questo il credo pittorico di René Magritte, pittore surrealista belga, chiamato anche le saboteur tranquille per la sua capacità di insinuare dubbi sul reale, attraverso la rappresentazione del reale stesso. Non poteva quindi che colorarsi di mistero e ignoto il nuovo percorso espositivo multimediale, Inside Magritte, promosso dal Comune di Milano presso la Fabbrica del Vapore e in corso fino al 10 febbraio.

Un flusso continuo di immagini viene proiettato all’interno di una Sala Immersiva, dove il visitatore potrà lasciarsi trasportare per cinquanta minuti nell’universo illusionista e onirico dell’artista, vivendo un’esperienza magica, a metà tra il reale e l’immaginario. I momenti pittorici selezionati dalla curatrice belga Julie Waseige sono le immagini più note della pittura di Magritte: corpi umani con la testa di pesce, la famosa pipa non pipa, uomini in bombetta che galleggiano nel cielo delle metropoli. È importante sottolineare come la sua arte tende a valorizzare oggetti usuali, decontestualizzandoli dal loro contesto naturale, per mostrare allo spettatore un contenuto apparentemente enigmatico e indecifrabile. “Essere surrealista significa bandire dalla mente il già visto e ricercare il non visto”, amava ripetere Magritte a chiunque cercasse di decifrare le sue opere.

Utilizzando le nuove tecnologie multimediali e le tecniche immersive nell’arte, si è cercato in questa mostra di valorizzare il “non visto”, inteso come innovazione e sperimentazione dei linguaggi e delle nuove tecnologie. “Con questo evento torneremo a vedere lo stupore per la bellezza dell’arte sul viso dell’homo technologicus, a volte distratto dagli innumerevoli stimoli che provengono dagli effetti speciali dell’era digitale”, - ha affermato il Sindaco Sala in apertura della mostra, - “la Fabbrica del Vapore potrà essere visto come uno spazio culturale aperto al mondo e alle sue novità, all’arte e alla creatività, in grado di stimolare passione, interesse e voglia di approfondire, soprattutto nel mondo dei giovani”.

L’immersività permette anche di mettere in risalto le diverse tecniche impiegate da Magritte, come il tocco virgolettato degli impressionisti o l’utilizzo della pennellata corposa e materica del movimento cubista e futurista. Percorrendo la sala immersiva, ascoltando le musiche e facendosi sovrastare dalla grandezza delle immagini proiettate, lo spettatore acquisirà una nuova consapevolezza nel volgere il proprio sguardo al mondo dell’arte, percependo emozioni inedite e sperimentando nella realtà questa nuova dimensione onirica, poiché come diceva Magritte: I sogni non vogliono farvi dormire, ma al contrario svegliare.

Per invitare a vivere questa sorta di evasione e far perdere ogni punto di riferimento con la realtà, la curatrice belga Waseige ha deciso di proiettare immagini anche a terra, amplificando così anche il senso di immersione. In tutto sono state selezionate 160 opere, accostate da una scelta di brani musicali, principalmente provenienti dal repertorio di Erik Satie. Vicino alla corrente del Dadaismo e poi al Surrealismo, Satie è uno dei precursori della musica moderna, conosciuto personalmente da Magritte agli inizi degli anni Venti.

Attraverso le sue note, lo spettatore potrà immergersi liberamente nelle opere che più preferisce, cogliendo l’efficacia e la forza del linguaggio persuasivo dell’artista surrealista, sempre intento a eludere le convinzioni sociali legati agli oggetti, disorientando così il suo pubblico.