Selezionata come miglior artista contemporanea dalla prestigiosa casa d’asta Philips nel 2017 e definita “fashion artist” dal canale tv moda di Mosca nel 2013, l’artista russa Olga Lomaka ricerca nelle sue opere il giusto equilibrio tra i valori spirituali tradizionali e i simboli culturali del postmodernismo.

Figlia dell’era digitale, Olga utilizza la tecnologia per sperimentare tecniche innovative e materiali inconsueti: “Nelle mie opere cerco sempre di trovare un equilibrio tra le impressioni, le mie emozioni e le nuove tendenze emergenti. Questo mi aiuta a capire come affrontare l'argomento e presentarlo allo spettatore. La mia arte è una miscela di surrealismo e arte pop, e ciò mi impone la scelta di materiali particolari e tecniche originali”.

In mostra a Milano nella retrospettiva Freedom 2.0 vengono esposte Candy Man e Facebook, due bassorilievi in legno del ciclo Artefacts, presentato per la prima volta nel 2016 presso la Saatchi Gallery di Londra, dove l’immagine incisa del Buddha, guida spirituale della filosofia orientale, viene arricchita con nuovi attributi di bellezza e simboli inalienabili dei social network: “Vedo gli Artefatti come una fase molto importante del mio sviluppo come artista; ho trascorso molto tempo nelle botteghe degli artigiani, studiando la tradizionale scultura in legno a rilievo sull'isola di Bali migliorando, poi, le mie capacità di intaglio in corsi speciali a Londra. L’idea di queste opere è quella di combinare elementi della cultura orientale, spirituale e religiosa, con quella occidentale ormai schiava del consumismo e della tecnologia; con le mie opere cerco di indagare la fusione tra spiritualismo e la vita contemporanea pervasa dai social media”.

Della serie At the Bottom of Your Glass, l’artista russa espone in mostra nove acrilici, dove, sotto forma di emoji, sono raffigurate le emozioni dell’uomo, dopo aver bevuto un drink: “ho scelto deliberatamente di rappresentare un bicchiere di Martini perché l’alcool riesce a svelare i nostri sentimenti più intimi e nella nostra società, gli emoji simboleggiano il modo più popolare e divertente per comunicarli”. Mettendo a nudo le emozioni e giocando con i pensieri stereotipati che alimentano le nostre menti, Olga mescola simboli classici e nuove icone per far emergere significati nascosti, nati da questa convivenza scioccante e provocatoria.

Divertenti, comprensibili e iconiche, queste “simpatiche faccine”, diventate ormai parte integrante del nostro vocabolario moderno, non attribuiscono più il giusto valore ai principi della comunicazione umana, trascurando il rapporto relazione tra esseri umani, a favore di uno schermo digitale.

La possibilità di recuperare una dimensione umana, aprendosi a nuove realtà viene espressa dall’artista nel suo progetto Pink Magic, dove un’icona popolare e sensuale come la Pantera Rosa invita lo spettatore a distaccarsi dalla pressione giornaliera della routine quotidiana e a ricercare, come in un rituale magico, la possibilità di entrare in una iperrealtà, attraverso un buco, realizzato sulla tela, che ricorda i tagli spaziali di Lucio Fontana. Presentato nel 2018 presso la Scuola Nuova di Santa Maria della Misericordia, durante la Biennale delle Nazioni di Venezia, Pink Magic trasforma una tradizionale “battaglia dei sessi” in un’opera gioiosa da cui entrambe le parti traggono piacere: “I buchi sulla tela attirano una serie di scoperte magiche e promettono un piacere sensuale, simboleggiando, come l’utero che genera vita e dà piacere, la femminilità e sessualità”.

Selezionata anche dalla Royal Academy of Arts di Londra, del ciclo sono in mostra i due acrilici su tela, Respect My Space e Yellow Curiosity e tre serigrafie Yellow, Light Blue e Dark Blue, dove l’artista gioca con i colori innaturali della Pantera e dello sfondo della tela e con le sue sensuali pose per rivelare le proprietà magiche nascoste: “Il mio lavoro artistico porta alla luce questioni che riguardano tutti noi: l'ordine mondiale, i difetti della modernità e la psicologia della coscienza umana. Visualizzandoli attraverso il prisma della pop art, queste affascinanti visioni sono portate in una forma visiva, svelando il loro significato simbolico e più ampio”.