“Personnages” è la prima retrospettiva museale dedicata all’ artista franco - palestinese Maliheh Afnan (Haifa, 1935 – Londra, 2016). Figura ancora poco noto al pubblico dell'arte, in cinque decenni di intensa attività Afnan è stata diasporica testimone degli sconvolgimenti e dei destini che hanno caratterizzato il mondo del Medioriente mediterraneo.

Il titolo della mostra prende ispirazione dalla un'evocativa serie di disegni, Personnages, realizzati nel corso di diversi anni ed eseguiti da Afnan in tecnica mista, in cui compaiono una successione di volti e di figure umane.

Le rappresentazioni all’interno delle opere simulano una folla di presenze fantasmatiche attraverso cui l’artista restituisce frammenti della propria esperienza nel travagliato percorso degli eventi mediorientali novecenteschi. Ogni opera racconta un volto, una possibile memoria e una storia dimenticata, alludendo allo sradicamento dalla propria cultura e identità come dimensione non solo storica ma anche esistenziale del destino umano.

Il percorso espositivo presentato al MAN è caratterizzato da una serie di lavori dal carattere enigmatico eseguiti dall'artista su tipologie di supporti diversi e mediante differenti tecniche tra cui velature, combustioni e rilievi in gesso.

In mostra sono inoltre presenti anche due opere degli anni settanta, cartoni soggetti a un processo di combustione che allud al coevo dramma della Guerra civile in Libano, e un’installazione, costruita servendosi di antichi libri Bahá'í, culto religioso fondata da Bahá'u'lláh nel XIX secolo e alveo culturale di appartenenza della famiglia di Afnan.

Conclude il percorso una vetrina che presenta una selezione di sketch e disegni in piccolo formato.

Da questi bozzetti emerge un aspetto che percorre sottotraccia tutto il lavoro dell'artista, la percezione del tragico come indissolubile dalla dimensione dello humour e dell'ironia.

Nata in Palestina da genitori persiani di tradizione religiosa Bahá'í, Afnan ha trascorso un'esistenza diasporica, dalle sponde mediterranee della Palestina e del Libano agli Stati Uniti, dal Kuwait alla Francia e all'Inghilterra.

Sono proprio gli avvenimenti storici e sociali dagli anni quaranta in poi in Medio Oriente a caratterizzare il percorso artistico dell’artista, testimone degli eventi traumatici di quei decenni, come le devastazioni della Guerra civile in Libano.

L’intero progetto è accompagnato da un catalogo monografico edito da Arkadia di Cagliari, con testi di Sussan Babaie (docente di storia dell'arte dell'Iran e dell'Islam presso il Courtauld Institute of Art di Londra), Rose Issa (storica dell'arte mediorientale, Londra) e Luigi Fassi.