Orizzonti d’acqua tra Pittura e Arti Decorative. Galileo Chini e altri protagonisti del primo Novecento. Curata da Filippo Bacci di Capaci e Maurizia Bonatti Bacchini è in corso sino al 28 aprile al PALP, Palazzo Pretorio Pontedera.

Il nome di questo artista è noto e ricordato spesso in vari ambiti per la sua versatilità, ma in questa mostra è possibile gustare, grazie alla copiosa e variegata raccolta di sue opere, esempi della sua interpretazione di tutti i movimenti artistici fra fine 800 e Novecento, di cui si è fatto testimone con grande personalità e con capacità, talvolta, da precursore. Sono esposte sue opere collegate al Simbolismo e al Liberty, di cui fu fin dal 1898 tra i primi interpreti in Italia, come pure alla Secessione viennese, con suggestioni di Orientalismo, queste ultime frutto del suo viaggio di lavoro in Siam. L’incontro con il il re del Siam avvenne nel 1907 perché, vedendo alla Biennale Internazionale di Venezia l’allestimento della Sala del Sogno ad opera dell’artista, egli decise di affidargli la decorazione del nuovo Palazzo del Trono a Bangkok. Effettivamente, partecipare fino dal 1901 alla manifestazione veneziana ha contribuito alla notorietà dell’artista e alla sua dimensione cosmopolita. Già dal 1898, però, era noto perché partecipava all’esposizione internazionale di Londra, a quella di Parigi nel 1900, a Bruxelles e S. Pietroburgo nel 1901. a Monaco di Baviera e Saint Luis nel 1904, molte volte con l’onore del premio.

Chini ha sempre mostrato grande sensibilità per il Liberty e l’arte decorativa , al punto da decidere di creare, insieme ad alcuni amici, una manifattura di ceramiche, concretizzando così l’idea, nata per caso al Caffè Nacci in piazza Beccaria a Firenze, di rilevare un’antica fabbrica fiorentina. Arte della Ceramica fu il nome dato alla manifattura creata dal gruppo, suo simbolo una melagrana, a indicare che il lavoro del gruppo produceva frutti fecondi.

Superando il dibattito in fondo sterile sul grado di creatività dell’arte decorativa rispetto all’arte figurativa, il Nostro abbraccia l’idea modernista di Arte Totale, fusione in un tutto omogeneo di forma pittorica, volume architettonico e invenzione decorativa che, grazie all’armonia delle singole parti, produce il capolavoro delle Terme Berzieri a Salsomaggiore.

Galileo lascia il lavoro della Ceramica nel 1925, per dedicarsi alla pittura. In occasione delle Biennali monzesi, svoltesi nel corso degli anni ’20 e all’Esposizione Universale di Parigi del 1925 vengono presentate le opere più significative della manifattura e si osserva la nascita del gusto déco e delle sue molteplici declinazioni. Successivamente la produzione prende la via dello Stile Novecento. Per confronto sono quindi esposte nelle sale anche opere dei grandi protagonisti del Novecento italiano, Plinio Nomellini, Leonardo Bistolfi, Duilio Cambellotti, Aroldo Bonzagni e Salvino Tofanari.

Il tema di questa mostra è l’acqua, soggetto ricorrente in quei movimenti artistici che, tra Otto e Novecento, si sono identificati con il Simbolismo e il Divisionismo. E’ di ispirazione marina la decorazione di suoi bellissimi vasi e pure gli sfondi di tanti quadri sono fluviali e marini, dal fiume di Bangkok all’Arno, da Venezia ai centri balneari e termali di Viareggio, Montecatini e Salsomaggiore.

Ultima conferenza di un ciclo sui temi affrontati dall’esposizione sarà tenuta il 5 aprile alle 18 e 30. Ha per titolo Ceramica. Appunti fra storia, produzione e restauro: Laura Speranza, direttrice del settore di restauro dei materiali ceramici all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, e Vieri Chini, curatore della Manifattura Fornaci Borgo San Lorenzo, si muoveranno sul terreno dell’arte decorativa, affrontando anche il tema del restauro, in cui il poliedrico Chini si impratichì facendo l’ apprendista presso lo zio restauratore. Le diverse tecniche per il restauro di antichi dipinti gli furono d’aiuto per sviluppare la sua attività di abile e fantasioso decoratore.