L’associazione culturale Officina 15 con il patrocinio del Comune di Castiglione dei Pepoli, ospiterà negli spazi della propria sede, dal 30 Marzo al 18 Maggio 2019, una mostra dedicata ad Alessandra Brown (1992) giovane artista, per metà inglese e per metà romagnola, recentemente diplomatasi all’Accademia di Belle Arti di Bologna dopo un Master in Storia e Filosofia dell’Arte all’University of Kent a Canterbury.

La mostra fa parte del progetto artOFF, un progetto di promozione artistica nato all’interno dell’ associazione culturale Officina15 che ha l’intento di avvicinare e sensibilizzare la comunità e il territorio dell’Appenino nei confronti dell’arte e della fruizione delle opere.

L’esposizione raccoglie la serie fotografica “De-Generazioni” del 2018 (premiata in occasione della mostra “Arcipelago” in ricordo di Gustavo Bigi - Fondazione Rocca Bentivoglio), la scultura “Ashtray-Venus” 2018 e il libro fotografico “Assopimenti e Attese” 2017 - tutti e tre i lavori testimoniano la ricerca che l’artista sta portando avanti in questi anni e cioè: una riflessione costante sulla memoria e sugli effetti del tempo, sugli oggetti e sulla loro doppia vita di significante e significato.

L’artista archivia e indaga la terra natia, la Romagna, il fenomeno del turismo di massa - l’abbandono di questi luoghi - non-luoghi - l’identità che cambiano nel corso delle stagioni, e lo fa con delicatezza - attraverso un’economia visiva accurata - che condensa più tempi, quello della memoria e quello dell’osservazione.

Come si evince dal testo che accompagna la mostra:

“Tempo della memoria (con le foto di famiglia) e tempo di osservazione (con le fotografie dei paesaggi e delle cose) si congiungono e convertono per darci una narrazione plurima, allo stesso tempo avulsa dal tempo, ma ricca di diversi spazi temporali. La Brown condensa l’immagine attraverso una composizione formale elegante, ben calibrata, nulla eccede, il kitsch viene soavemente assolto per scivolare in uno spazio raffinato, elegante, dove i contorni delle figure umane sembrano opachi, avvolti nella nebbia di un bianco e nero, mentre quelli degli oggetti sono marcatamente definiti, colorati. Memoria e realtà si rendono scenografie a due quinte nella personale visione teatrale della Brown - un teatro fatto di pochi elementi, sempre ben selezionati. Tant’è, che non a caso, i materiali che l’artista predilige sono la carta velina (materiale plastico che riconduce agli impachettamenti) e il vetro sabbiato - il gioco di trasparenze, ambiguità, dissolvenze e piani differenti - ritorna frequente con la volontà di far congiungere elementi distanti nell’impossibilità di un reale incontro.”

Alessandra Brown (1992, vive e lavora tra Bologna e Rimini) è laureata in Storia all’Università di Bologna, ha conseguito successivamente un Master in Storia e Filosofia dell’Arte all’University of Kent a Canterbury e la Laurea magistrale in Arti Visive all’Accademia di Belle Arti di Bologna. La sua ricerca, prettamente e trasversalmente fotografica, si focalizza sull’indagine della memoria degli effetti del tempo sulle cose. Di matrice semiotica, nei suoi lavori si concentra sul passaggio del significato al significante, come in un ciclo vitale, l’oggetto viene isolato, ricontestualizzato e inserito in un nuovo e plurimo orizzonte di sensi. E’ fondatrice e coordinatrice di “Sottosuolo” a Bologna - uno spazio indipendente dedicato alla ricerca e all’arte contemporanea.