Il secolo più difficile per la città di Firenze fu sicuramente il Duecento quando la città si divise in due fazioni; i partigiani del Papa, detti Guelfi, e quelli dell'imperatore, chiamati Ghibellini.

La divisione però era più sottile; i ghibellini erano quei nobili che avevano ricevuto tutta una serie di privilegi e titoli dagli imperatori longobardi e franchi che avevano occupato la città a partire del VI sec. d.C. I privilegi, che andavano dalla concessione di terre e castelli all' amministrazione della giustizia gli venivano dati in cambio del controllo del territorio e della riscossione dei tributi. Queste famiglie erano sempre rimaste dalla parte dell'imperatore.

All'inizio del Duecento però una nuova classe di mercanti che si era arricchita grazie all'industria tessile voleva andare al potere. Solo che non poteva farlo schierandosi dalla parte dell'imperatore, in quanto quel posto era già occupato: non rimaneva, pertanto, che schierarsi col Papa, l'altro Potere esistente all'epoca.

La situazione, quindi, all'inizio del secolo era molto violenta e i membri delle famiglie delle due fazioni si sfidavano apertamente nelle strade e fu in questo contesto che a Firenze arrivarono due ordini mendicanti appena sorti: i Francescani che si stabilirono nella parte est della città e i Domenicani nella parte ovest.

La parte est della città quella, dove oggi sorge la bellissima chiesa di Santa Croce sulla piazza dall'omonimo nome era la più povera; qui vivevamo gli operai dell'industria tessile e quando i francescani vi si stabilirono nella prima metà del secolo contribuirono enormemente al miglioramento della situazione aiutando questa povera gente. Fu così che nel 1295 ebbe inizio la costruzione di quella che diverrà una delle chiese francescane più belle del mondo: Santa Croce.

Il progetto fu di Arnolfo di Cambio e la chiesa fu terminata attorno alla fine del Trecento e consacrata nel 1443 dal Papa Eugenio IV, mentre la facciata in lastre marmoree venne aggiunta tra il 1853 e il 1863 ad opera dell'architetto Niccolò Matas.

Una volta terminata la chiesa si presentò un problema, lo spazio all'interno di essa non era sufficiente ad accogliere tutti i credenti che si radunavano per ascoltare i sermoni dei frati francescani, grandi oratori, e fu per questo motivo che venne iniziata la costruzione della piazza che porta lo stesso nome: Piazza Santa Croce.

Ritornando alla chiesa, essa è definita il Pantheon degli artisti italiani, in quanto al suo interno si trovano le tombe di personaggi eccellenti come Michelangelo, Galileo Galilei, Giorgio Vasari, Niccolò Machiavelli, Gioacchino Rossini, Vittorio Alfieri e tanti altri.

Una visita all' interno di questa basilica è veramente speciale perché oltre alle tombe ci sono altre bellissime opere d'arte come le due bellissime cappelle dipinte da Giotto, quella dei Bardi con storie di San Francesco e quella della famiglia Peruzzi con episodi dalla vita di San Giovanni Battista ed Evangelista; la stupenda Annunciazione Cavalcanti realizzata con un bassorilievo in pietra serena da Donatello, che ha realizzato anche il Crocifisso in legno nella Cappella Bardi di Vernio.

A livello architettonico possiamo ammirare la Cappella Pazzi situata nel chiostro principale. Essa fu realizzata da Brunelleschi e qui lo stile rinascimentale è visibile in tutta la sua grandezza grazie alla bellissima serliana di accesso alla cappella.

Nel chiostro è presente anche l'accesso al piccolo Museo in cui sono contenute le opere che un tempo si trovavano all'interno della chiesa. Il museo da accesso, infine, all’antico refettorio, nel quale sono presenti gli affreschi di Taddeo Gaddi Crocifissione e Ultima Cena, tra i più importanti del Trecento.

Dall'altra parte della città nell'attuale Piazza di Santa Maria Novella all' inizio del Duecento si stabilirono i Domenicani. A differenza dei Francescani, essi curavano molto anche l'aspetto culturale e nelle loro file si contraddistinsero eccellenti pittori come Beato Angelico e Fra Bartolomeo, scrittori come Tommaso d'Aquino e architetti come Fra Sisto e Fra Ristoro che nel 1279 progettarono la chiesa di Santa Maria Novella.

La costruzione fu completata verso il 1350 e come per la chiesa di Santa Croce anche qui si presentò la necessità di costruire una grande piazza per ospitare i credenti che volevano ascoltare le prediche dei frati domenicani.

La facciata fu realizzata in lastre marmoree in due fasi: la parte bassa nel Trecento, mentre quella superiore nel Quattrocento secondo un progetto di Leon Battista Alberti. Nel fregio in alto si può ancora leggere sia il nome di colui che la finanziò, Giovanni Rucellai, che l'anno in cui fu terminata, 1470.

Al suo interno questa basilica è un vero e proprio museo, tra le opere d'arte più importanti ci sono l'affresco della Trinità di Masaccio, una tra le prime opere rinascimentali in pittura, dove compare per la prima volta la prospettiva lineare introdotta dal Brunelleschi; il fantastico Crocifisso di Giotto; gli affreschi di Domenico del Ghirlandaio nella Cappella Maggiore con episodi della vita della Vergine e di Giovanni Battista e l'incredibile Crocifisso ligneo di Brunelleschi realizzato per la cappella della famiglia Gondi.

A livello architettonico spiccano il Chiostro Verde con affreschi monocromi di Paolo Uccello e la Cappella degli Spagnoli affrescata nella prima metà del Trecento dal Bonaiuti, che come soggetto scelse la disciplina dell'ordine domenicano. Santa Croce e Santa Maria Novella due chiese di due ordini che hanno caratterizzato la vita di Firenze nel Duecento e che ancora oggi stupiscono per la loro grandezza e bellezza. Esse valgono ben una visita!