Arriva alla quinta edizione Opentour, un’iniziativa unica in Italia nel suo genere, ideata e organizzata dall’Accademia delle Belle Arti di Bologna in collaborazione con alcune tra le principali gallerie d’arte della città, Confcommercio Ascom e la Fondazione Zucchelli con lo scopo di permettere ad un’ampia selezione di giovanissimi artisti studenti dell’Accademia di presentare il proprio lavoro all’interno di mostre curate in una serie di spazi espositivi tra cui le gallerie d’arte della città.

L’iniziativa è come l’anno scorso accompagnata da Art Up | Premio della Critica e del Collezionismo, che nasce grazie alla collaborazione tra la Fondazione Zucchelli e l’associazione delle gallerie d’arte cittadine aderenti a Confcommercio Ascom e con il sostegno economico di Banca di Bologna, partner dell’iniziativa e co-promotrice del premio, e di un gruppo di collezionisti privati. Art Up prevede l’assegnazione di due premi di 1.500 euro ciascuno alle due opere più meritevoli identificate da una commissione istituita dalla Fondazione Zucchelli di Bologna e costituita da Lorenzo Balbi (Curatore e Direttore Artistico del MAMbo), Simone Menegoi (Curatore e Direttore Artistico di Arte Fiera) e Paola Giovanardi (Rappresentante dei Collezionisti). La proclamazione dei vincitori si terrà sabato 22 giugno nell’Aula Magna dell’Accademia di Belle Arti di Bologna alle ore 19.

Il titolo della mostra, To be going to (stare per; essere in procinto di), fa riferimento a un aspetto tecnico/ grammaticale della lingua inglese, l’uso del cosiddetto “futuro intenzionale”, e alle possibili ambiguità che esso sottende (soprattutto agli occhi di un parlante non inglese). Il futuro intenzionale è infatti una forma che appare sospesa tra due accezioni: l’intenzione, il riferimento a una decisione già presa, imminente, e l’ineluttabilità di qualcosa che sta per accadere, qualcosa che il soggetto non può che subire.

Proprio per le sue apparenti contraddizioni - il doppio significato del futuro intenzionale – e per l’idea di movimento circolare che la ripetizione del to all’inizio e alla fine della frase evoca - il titolo stimola una riflessione sulla condizione degli artisti invitati: tutti studenti dell’accademia, tutti in formazione/divenire, tutti in procinto di tradurre in poetica le proprie intenzioni, ma alle prese con una mostra che può anche apparire come una brusca, ineluttabile accelerazione del loro percorso.

La mostra include i lavori di otto artisti e nasce con l’intento di allargare una frase – to be going to, appunto - di espanderla, di farla risuonare all’interno dello spazio espositivo attraverso le indicazioni suggerite dagli artisti dopo una riflessione comune: intenzione e ineluttabilità, volontà e incertezza, divenire e subire, sono le parole che hanno segnato questa riflessione e che si traducono, in mostra, in movimenti (e interruzioni che possono corrispondere a scelte inevitabili), e ipotesi di incontro tra opere che abbracciano linguaggi differenti: pittura, disegno, scultura e fotografia.