Luogo dell'incontro: Annicco (Cremona).
Persone incontrate: Attilio Solzi, Paola Galli.
Ragione dell'incontro: ritrovarsi... complice lo spazio poli-dimensionale della fotografia.
Emozione raccolta: una su tutte... la luce è regolata dalla natura dell'uomo.
La stanza dello scambio: Cinema Flora ex sala cinematografica/contenitore emozionale/casa.
Tempo: estate 2019.

Parlo con Attilio e parlo con Paola.

Poco conto se a contare ci pensa il tempo e allora mi lascio trasportare dagli occhi e quelli impattano sulle superfici e i suoni si appoggiano a pensieri formali e a significati privati ed intimi.

È la mia seconda volta a casa Solzi e mi sento come un regista in cabina di montaggio mentre trovo traiettorie continue al senso e al suo controverso rapporto con il reale.

L'ascolto dall'esterno non mi basta e sincopato giunge il personale universo di ognuno a fare da mediatore tra la verità dell'ospite e la personale galleria dell'esperienza.

Attilio parla e Paola accoglie e guida, ma lo scetticismo chirurgico su ogni orpello emerge lasciando poco sangue e molte tracce di umano riverbero.

Ogni elemento è inquadrato nel racconto che il luogo della sala cinematografica Flora fa di se stesso e che sia penetrabile in rapporto gravitazionale o nel suo opposto non è rilevante perché la scelta è biunivoca e aperta al passaggio senza stasi.

Solzi e Galli qui vivono e mi mostrano il ventre che abita la casa.

Per natura non mantengo mai neutralità dall'immagine e questo tempo libero mi soggioga al percorso di questa dimora dove il vizio ha la scorza del crudo della cronaca del tipo umano e derivati.

Osservando l'ambiente da un innesto di vetrata la luce rivela la prepotenza della vegetazione che si è impossessata del cielo e ha lasciato alla terra la radicazione del pensiero e della visione delle sue origini narrative e divulgative nella settima arte e in tutte le precedenti.

Attilio Solzi assembla, nella sua opera fotografica e filmica, “indicibile” ed “inosservabile” in postura dialettica con la tradizione e accorpa al tutto luce in assenza glicemica perché sia la riproduzione emotiva del vero più intimo del fisico o dell'ego ad essere protagonista di un eros sul piedistallo o in un luogo domestico come in qualunque angolo del globo.

Il Cinema Flora così come Paola Galli sono parte di una costante del percorso fotografico di Attilio, attiva e motoria nelle ripercussioni sul carattere dell'autore come cassa di risonanza di osservazioni e narrazioni di un inconscio sociale che è gravido di immagine ma scarso di pragmatica esistenza sollevata dal cinico valore lipidico del contenere senza opposizione all'immagine.

Attratto dalla divergenza dal canone e dal delta tra convenienza e qualità espressiva Solzi mi introduce alla passione per l'arte fotografica dell'ucraino Boris Mikhailov dalla quale si evince nettamente come l'odore equivalga nella fotografia alla luce putrida così come a quella tersa dell'atmosfera.

È sufficiente osservare lo sperma, tastarlo, annusarlo e si capisce subito che da quella “cosa” non può nascere nulla di buono.

(Attilio Solzi)

Mi siedo e dalla poltrona emergono contenuti che superano me che ad essa appartengo e con l'occhio giungo ai profili di alcuni libri ove si dichiara:

Morire non è nuovo sotto il sole ma nuovo non è nemmeno vivere.

(Sergeij Esenin)

Citazioni o aforismi del mio ospite che occhieggiano lungo il suo cammino quotidiano e che ha raccolto nel suo primo libro Taedium edito in 200 esemplari, nel 2015, dalla Yard Press dove campeggiano una serie di scatti fotografici dal forte impatto erotico:

...il volume è il risultato di una ricerca triennale sulle persone ed i luoghi più vicini all’autore. I soggetti sono stati di volta in volta invitati nello studio dell’artista che è anche la sua casa per essere ritratti. Questa set photography grottesca e senza filtri formali, dal sapore dark e naiv allo stesso tempo, ci accompagna lungo un percorso di corpi usati ad uso e consumo, aforismi ricolmi di cinismo e disillusione, collages post-punk e uffici distrutti. Il tutto ci testimonia che, anche se stiamo parlando di una realtà creata ad hoc, dal rumore di fondo della realtà reale non c’è via d’uscita. Nel volume è presente una selezione di più di 100 aforismi scritti dall’artista.

(Yard Press).

Oggi si appresta a pubblicare, con la casa editrice 89books, una raccolta fotografica realizzata in Islanda ed intitolata Monolith, di cui da un'anteprima alla biennale di fotografia di Soncino.

Solzi ha operato scatti fotografici durante il festival Heavy-Metal Eistnaflug, nei pressi della cittadina islandese di Neskaupstaõur, la seconda settimana di luglio del 2018. Coadiuvato da Paola ha portato i partecipanti all'evento su di un piedistallo in pietra per ritrarli nella loro monoliticità.

Il lavoro curato da Attilio rappresenta i soggetti dello scatto in visione frontale eretta. Imponenti e mappati da quel gusto per l'universo metal che li pone in contrasto con il contesto naturalistico dell'Islanda. Le immagini sono in bianco e nero: medium acromatico prediletto dall'artista cremonese.

La sua fotografia incontra il parallelo scomodo dell'essere umano e lo rende plausibile e logico. Solzi lavora sull'oggettivazione del corpo per rivelare l'anima nella sua totalità in assenza di giudizio.

La possente energia della planimetria dei luoghi è dell'umano stesso e delle sue tracce: dagli organi riproduttivi alle parti molli del ventre a ciò che da esse vive e lascia segno si arriva alla copulazione con l'oggetto attraversando gli spazi del “controverso” olfattivo e sonoro del fisico sino all'umido di ogni essenza.

Nelle inquadrature di Attilio si accede attraverso l'appoggio della luce su di un corpo compreso e accettato come mezzo e via d'esperienza espressiva oltre il canone: in amore, con se stesso e con l'autore che lo legge senza pudore. Sai di esserci accanto e di condividerne il senso perché ne respiri l'odore e lo stadio atmosferico dentro la geometria del luogo, della natura e della psiche che la governa.

Charlie Chaplin disse:

Preoccupati più della tua coscienza che della tua reputazione. Perché la tua coscienza è quello che tu sei, la tua reputazione è quello che gli altri pensano di te. E quello che gli altri pensano di te è problema loro.

L'incontro finisce, la cena è un pretesto di addizione al piacere... il rapporto continua...

Abbraccio i miei ospiti... ne sento l'odore.

Il sentore dell'anima risiede nelle narici del cuore.

Respiro... profondamente...