Qualcuno come Matisse sosteneva che il colore ancor prima del disegno fosse una liberazione, Klein pensava addirittura che i colori fossero i veri abitanti dello spazio.

I personaggi dell’artista Aleandro Roncarà che abitano a Mondorondo vivono, respirano, sono immersi, sono essi stessi colore puro e à plat, diretti, iconici, semplici nel modo di divertire e rallegrare apparendo. A Mondorondo tutto è fantasia e niente è violenza come sottolinea l’artista. Erede del grafismo chiaro e conciso alla Keith Haring, Roncarà delinea le sue figure con contorni neri marcati e robusti, le linee nere diventano veri esoscheletri di pensieri, sostengono i personaggi, sono impalcature buffe e iridescenti, derivano da sogni e idee, da ritornelli di canzoni cantati all’alba, dopo aver fatto le ore piccole al bar sotto casa. “Maaa il cielo è sempre più, Pop!”

Ogni forma è sagoma evanescente, cartonata, fluttuante negli angoli della libera fantasia più sfrenata. Cuori vispi, fiori, stelle, ma anche spille, frecce, torte, latte, chiavi, corone, matite, drink, bottiglie, prese della corrente, perché proprio di colorata elettricità si tratta nei lavori di Roncarà.
I personaggi dagli occhi a metà, occhi che sembrano serrature aperte su praterie di possibilità, perché l’enumerazione di oggetti e situazioni si moltiplicano, perché tutto è possibile e moltiplicabile.

Cervelli in festa, o enormi baffi, teste colorate, o scheletri colored, bocche a cuore, cappelli e grandi orecchini oro, sigarette pendenti sulle labbra o nasoni allungati e rotondeggianti. Uno nessuno e centomila. I personaggi di Mondorondo sono abituati a visioni a tutto tondo, dallo spazio all’oceano, visioni inglobanti e totalizzanti, a 360 gradi, dove gli angoli e i confini non sembrano esistere, non sono sorpresi da un mondo iper glicemicamente colorato, il colore si fa concetto neon, il colore risplende sovrano e avvolge, inchioda e arresta lo sguardo, vorticosamente, risucchia. Color in.

I quadri di Roncarà sono una performance visiva dello sguardo, lo fanno precipitare letteralmente nel caos del colore, tra forme e icone pop sostenute dai contorni neri ma libere di vagare con la totale assenza di gravità. Nella totale assenza di gravità c’è però incastro e attrito tra i personaggi e gli oggetti che assumono quindi la valenza di divertenti pezzi pazzi di un puzzle a incastro, sono ben dosati, ben shakerati nella moltitudine, ognuno ha il suo spazio nel non-spazio, perché tutto è essenza, distillato super pop.

Nelle date del 26 ottobre e del 9 novembre dalle 15:30 alle 18:00 l’artista sarà presente per il workshop con i bambini per il progetto patrocinato dal Comune di Bologna, Pop for Kids.

Per info e prenotazioni:
Spazio San Giorgio
Via San Giorgio 12/A
Bologna
Tel: 349 5509403
info@spaziosangiorgio.it 

Orari di apertura:
Martedì-Mercoledì-Giovedì 9.30-15.30
Venerdì 10.00-13.00 / 17.00-19.00
Sabato 16.00-19.00
in altri orari su appuntamento / chiuso Domenica e Lunedì
Ingresso libero