Tre piccoli borghi dell’Alta Sabina: Casaprota, Mompeo e Montenero, da qualche anno dialogano per superare la loro condizione storica di isole singole in mezzo al vasto e verde territorio sabino. Vogliono cambiare qualcosa: diventare un arcipelago nel quale ognuno dei borghi diventa una “Porta Socchiusa” per offrire le ricchezze all’interno e all’esterno del loro territorio. Ma anche un arcipelago di idee per immaginare un futuro diverso da quello che porta all’abbandono, ai campi incolti o ai giovani in fuga verso le città. Le porte, si sa, servono per entrare ma anche per uscire.

Perché una “Porta Socchiusa” regala l’emozione della “scoperta”. Aprirla e oltrepassarla offre al visitatore curioso la conoscenza di quello che sta dall’altra parte, basta un piccolo sforzo per aprirla.

Ben consapevoli del valore che l’ambiente rappresenta nelle loro vite, i tre Comuni insieme hanno firmato un accordo per portare avanti il progetto “TRECC: Tre Comuni/Tre Cammini” per valorizzare le proprie risorse ambientali, culturali e sociali locali.

E con una ventina di Comuni appartenenti al bacino idrografico del fiume Farfa stanno dando vita al progetto “Contratto di Fiume del Farfa” che valorizza la risorsa “acqua” propria del territorio sabino, dal quale arriva l’80% dell’acqua che dà vita a Roma.

Tre piccoli borghi legati indissolubilmente e attenti al valore dell’ambiente.

In questo contesto e avvallando una proposta nella quale l’arte dialoga con l’ambiente, hanno offerto e messo a disposizione le loro strutture più rappresentative ma anche i luoghi necessari perché l’arte potesse liberamente celebrare questa unione: “Momento 01” è stato questo: l’abbraccio e un canto a due voci tra arte e ambiente.

Così, il 26 settembre si è concluso “Momento 01”. O forse “concluso” non è la parola giusta, perché i “Momenti” di arte che accompagnano il tema ambientale continuano oltre gli eventi e oltre i programmi, come un “fil rouge” che si dipana nel tempo e in spazi senza tempo. Iniziato il 20 settembre, nel quadro del Progetto “Hearth Platform” - Arte e Terra - nel triangolo di Casaprota, Mompeo e Montenero, col suo paesaggio immutato e intatto, si sono avvicendati artisti, musicisti, compositori, registi, stilisti, ambientalisti, e attivisti, ruotando sincronicamente, nei “Momenti” speciali delle 10.10, delle 12.12 o delle 14.14, ecc.

Nulla di nuovo, se si pensa alla “Settimana per il Clima di NYC” e alla “Settimana Globale di Sciopero per il Clima”; tutto di nuovo se si pensa a un artista, Miltos Manetas, che ha voluto rompere con gli schemi tradizionali degli interventi artistici nelle gallerie e ha proposto la natura come scena dei “Momenti” arte e ambiente. E come racconta Alice nel Paese delle Meraviglie:

Alice non ebbe un solo istante l’idea di fermarsi nella buca della conigliera e in cui si sprofondava così improvvisamente e si sentì cadere giù rotoloni in una specie di precipizio che rassomigliava a un pozzo profondissimo.

E anche noi in questo pozzo ci siamo caduti.

Joseph Beuys, con il limone e la lampadina Capri Battery, è stato il logo dell’iniziativa, su ogni immagine e fotografia dei “Momenti” in Sabina: nel magnifico Castello di Montenero, nella sala proiezioni del Castello di Mompeo, nel Palazzo del Gatto con la vista dal giardino mozza fiato, e la cantina che custodisce segreti di un passato lontano e la dedica di Luis Sepúlveda e nel Teatro Comunale a Casaprota; ma anche al bar, nella piazza, nella biblioteca dei tre Comuni, mentre ci mischiavamo nella quotidianità degli abitanti locali, che mal celavano diffidenza e curiosità.

I partner internazionali, tra cui Il Climate Reality Project Europe, Diemvoice, 350.org, Italian Climate Network, Forum Terzo Settore, Solved, e quelli locali come SabinARTi, e molti altri ancora, hanno accompagnato la calorosa accoglienza delle istituzioni dei tre comuni. Per chi si aspettava un programma su cui incollarsi, sorprese e improvvisazioni: il programma lo creiamo, insieme.

Passeggiate nella natura con le musiche di Gnac e Howie B di sottofondo, con inquadrature nette e sfuocate del regista Emiliano Montanari; monologhi incantati nei castelli, tra cui, splendido, quello con Brunella Antomarini, scrittrice e filosofa; il “Nuovo Afghanistan” sul Monte Tancia, poeticamente e simbolicamente fondato con la principessa Soraya Malek D’Afghanistan; la “Nuova Gerusalemme”, in cui ci si arriva smarrendosi per una stradina appena visibile sulla strada provinciale, e sulle cui mura, che ricordano il luogo sacro tanto condiviso quanto conteso, sono stati appesi tele di pittori e i fili di marionette della russa Antonina Alexeeva; quel muro da cui, si racconta, venne fondato il mondo. Massimo Sgroi, che, con toni umanamente intensi, ci ha raccontato Pepe Mujica; i film di Wim Wenders e Sebastiano Salgado, evocando esperienze estetiche esemplari e potenti; la giacca dello stilista Fabio Quaranta che, improvvisamente, appesa a un gancio all’entrata del Castello di Montenero, ne è diventata il guardiano; “Momenti” di poesia e bellezza con Riccardo Duranti, letture sotto la quercia al ristorante “La Quercia” con Guido Accascina e i suoi 21 punti alle 21.21 del 21 settembre, opere nella natura, come Save the Bees di Guido Gazzilli, e immedesimazioni con gli elementi naturali; il documentario Ethos del regista Berardo Carboni, con Lorenzo Marsili, “Momenti” di teatro con Guendalina Salini, tra tappeti zingareschi e liquore al caffè, inframezzati dai video instagram di Vanessa Beecroft, di Priscilla Tea, e di Mai Ueda; e dalle opere di Joseph Kossuth e di Ai Wei Wei con Hong Kong che brucia, mentre l’Amazzonia brucia.

Un BlackBerry Painting di Miltos Manetas che col pennello ha simulato di dipingere le curve delle montagne di Montenero e noi, appassionati nell’azione di coinvolgere la comunità locale, filmandoci col BlackBerry; il Momento Padre e Figlia, con Marco Aroldi che ha lasciato per qualche ora il suo duro lavoro da contadino e ha imbastito nel castello di Mompeo un banchetto col suo artigianato fatto da oggetti in vite, mentre la figlia, Sabina, ha appeso sulla bacheca i suoi disegni: linee e colori, emozioni e pensieri sul cambiamento climatico; nella cava, la sera, con la torcia, tra le pietre bianche e la luna.

Da lassù in alto, da una stanzetta del Castello di Montenero, affacciandosi da una finestra, la tela di Gianni Politi, poggiata su un muretto di pietra, costruito dal sindaco. Collegamenti via WhatsApp coi “Leaders” del Climate Climate Reality Project: con Vergine Maria (Palermo) con “Retake” che, coi suoi volontari, ripuliscono le spiagge; con Milano, col “Climate Week Symposium”, con la CGIL di Roma, e con Berlino, alla seconda Conferenza Internazionale: "Our Climate, our Future", Helmotz Climate Initiative.

E in overreality presenti i social leaders del momento: Pepe Mujica, Yanis Varoufakis, Greta Thunberg, Alexandria Ocasio-Cortéz, Kuki Gallmann, Al Gore; e anche Giovanni di Pietro di Bernardone, più conosciuto come Francesco, o San Francesco, cui si è voluto riconoscere il nome dell’uomo e non del santo.

Incontri e confronti coi sindaci e gli assessori delle tre municipalità, attenti al tema dell’ambiente, e con l’impegno a proseguire il lavoro, insieme. In particolare il Coordinatore Nazionale del Climate Reality Project, Team Italy ha aperto un dialogo con le tre municipalità coinvolte per proseguire concretamente con azioni per la sostenibilità.

Forse il vero successo di “Momento 01” è stato portare la gente a pensare a qualcosa di diverso, o meglio a un modo diverso di pensare le cose. Perché il proprietario del bar di Casaprota, o l’assessore di Montenero, se anche inizialmente con sguardi dubbiosi, durante lo svolgersi dei “momenti”, incalzavano con tono divertito sull’ora del prossimo evento: “Alle 21.21 o alle 22.22?”: uno switch di pensiero. Qualcosa è successo e forse anche cambiato.

Ed è da questo cambiamento che vogliamo continuare, ripensando e ripartendo dall’ambiente in maniera diversa.

“Momento 01” perché lo 0 è infinito e l’1 è l’inizio di qualcosa di nuovo.

D’altronde il prologo del catalogo di “Momento 01” non ha un paragrafo né una frase di chiusura, ma soltanto la scritta to be continued, come una porta semi aperta per offrire nuovi spazi: un pensiero nuovo.

Articolo a cura di Renato Vivaldi-Tesser e Stefania Romano.