Fondazione Prada presenta “Entrata di emergenza”, un progetto coreografico concepito da Elie Tass per gli spazi del Deposito, uno degli edifici della sede di Milano. Sviluppato in collaborazione con la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano, “Entrata di emergenza” coinvolge quindici danzatori neo-diplomati o studenti del Corso Danzatore della Scuola, coordinato da Marinella Guatterini, advisor del progetto.

La coreografia, già proposta all’interno della rassegna di Teatro + Danza della Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi “MORSI 2019”, è stata ripensata da Elie Tass per svolgersi all’interno di Sun Inlays, un allestimento temporaneo concepito da OMA/AMO per la sfilata Prada Donna Primavera/Estate 2020 del 18 settembre. Sun Inlays occupa l’intera superficie del Deposito e crea un ampio campo prospettico decorato da piastrelle in ceramica colorata che disegnano motivi geometrici ed effetti visivi enfatizzati dal rivestimento dorato delle colonne.

“Entrata di emergenza” è il terzo evento di danza proposto da Fondazione Prada, dopo “Atlante del gesto” di Virgilio Sieni nel 2015 e “Attraverso i muri di bruma” di Billy Cowie nel 2016, con l’intento di espandere il proprio programma culturale e approfondire nuovi ambiti di ricerca e conoscenza. Questo progetto rappresenta, inoltre, una seconda opportunità di collaborazione con un gruppo di giovani danzatori e una realtà educativa come la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi impegnata, dal 1986, con il Corso Danzatore nella formazione e nel perfezionamento di coreografi, performer e ballerini contemporanei.

Elie Tass (Gand, 1981) è un coreografo, insegnante e danzatore della compagnia Les ballets C de la B creata nel 1984 da Alain Platel. Dopo un’educazione sportiva, Tass ha approfondito la sua formazione nel campo della danza contemporanea. Nel 2005 è diventato uno degli interpreti della compagnia di Platel, la cui natura di comunità popolare, anarchica e impegnata nel sociale, è riassunta dal motto “questa danza appartiene al mondo e il mondo appartiene a tutti”. Da questo input nascono il linguaggio originale di Elie Tass e la sua ricerca personale incentrata sui corpi dei performer immersi nello spazio che li circonda. Come sottolinea Marinella Guatterini, “pur essendo molto lontana dalla ricerca di Platel, ‘Entrata di emergenza’ ne mantiene in spirito la grande apertura e la capacità di cambiare rotta, a secondo del materiale umano di cui dispone e che gli offre, nelle varie improvvisazioni guidate, suggerimenti dinamici che Tass sa impaginare con tempi di montaggio perfetti”.

“Entrata di emergenza” esplora la dialettica tra il nostro interno e l'esterno, due ambienti fisici e mentali che si alimentano reciprocamente in un solo spazio unificato.

Secondo l’autore la curiosità nel tentare di evocare e sfidare questo luogo è nata da due interrogativi fondamentali: “cosa si rivelerebbe se, penetrando attraverso il nostro strato esterno, la nostra ‘pelle’, gli spazi disabitati sottostanti potessero aprirsi e fondersi con gli spazi aperti che li circondano? Come possono le nostre interiorità essere inondate e influenzate dai contenuti dell’ambiente che li circonda?”

Per usare le parole di Tass, la coreografia è stata concepita, o si è rivelata, “come una sorta di pellegrinaggio fisico in cui si tenta di sciogliere, gradualmente e a volte con forza, gli strati dei nostri corpi individuali e collettivi, siano essi degli artisti o del pubblico. Incitando il corpo attraverso lo spazio e l’energia attraverso il corpo, la performance punta a diventare un’opera fatta di sovrapposizioni fisiche, emotive ed energetiche, affinché questi strati possano essere riallineati in modo più vivace e carnale.”

Lo spazio multifunzionale e flessibile del Deposito, che ospita dal 2015 progetti espositivi e incontri pubblici e dal 2018 le sfilate di Prada, è il luogo ideale per accogliere la ricerca di Elie Tass. Nel suo lavoro il dialogo tra i corpi dei ballerini e lo spazio in cui si muovono è un processo di continua rigenerazione e reciproca mutazione che, in “Entrata di emergenza”, investe sia la coreografia che la scenografia in cui questa si sviluppa.