Galleria Continua ha il piacere di presentare per la prima volta nei suoi spazi espositivi una mostra di Marta Spagnoli. ‘Whiteout’, questo è il titolo della personale che la giovane artista concepisce per il suo esordio in galleria, ci consegna un mondo in bilico tra realtà, mito e sogno. Il percorso si compone di una serie di opere inedite frutto della ricerca sviluppata nel corso degli ultimi due anni: tele di varie dimensioni, disegni su carta e tecniche miste su differenti supporti che, attraverso un linguaggio mitopoietico, rielaborano frammenti di forme e figure restituendocele come tracce sedimentate di un immaginario che considera i luoghi e i simboli della nostra storia.

‘Whiteout’ descrive una condizione meteorologica tipica del circolo polare artico; è l’espressione massima dello spaesamento e del cambio di prospettiva che la natura impone. Si verifica quando dense nuvole coprono il sole creando una luce diffusa; neve e nebbia sono talmente fitte da livellare i confini facendo venir meno qualsiasi morfologia o punto di riferimento spaziotemporale. Questo “spaesamento” nel lavoro di Marta Spagnoli si traduce in atemporalità e sospensione.“Ogni immagine è mappa ricostruita secondo segnavia mentali, dove il fluire bianco è tutto fuorché immutabile, come se sotto di esso qualcosa accadesse di continuo,” spiega l’artista.

Per Marta Spagnoli il disegno è una pratica quotidiana: “mi piace iniziare orizzontalmente, quasi sempre e sovente muovere la superficie, gettando e lavando via colore senza avere il totale controllo dei limiti nell’impostare l’immagine… la mia ricerca è fondata sull’atto del segnare come prima azione naturale ed è indispensabile alla rielaborazione della realtà secondo una personale riscrittura”.

Documentazioni fotografiche, illustrazioni scientifiche, rappresentazioni di tradizioni poetiche antiche, classiche e contemporanee sono le informazioni visive che l’artista utilizza per esplorare il potenziale di strutture, relazioni e significati. I principali campi di interesse sono le forme organiche (animali e vegetali) e l’uomo nella sua dimensione mitica.

Nelle opere che compongono il percorso espositivo le immagini, anche articolandosi su soggetti ricorrenti, ridefiniscono la propria centralità assecondando il ritmo di lacune e interruzioni; questi spazi nel lavoro di Marta Spagnoli si formalizzano privi di unità prospettica e di sequenzialità temporale. “Le lagune rievocano il sommovimento e le stratificazioni prodotte dal flusso intermittente delle acque che ne ricolmano le cavità, portando alla luce e consumando gradualmente i reperti delle vite trascorse, inglobando le tracce di piante e di rocce, di animali e di oggetti. Lacuna, oltre che interruzione del senso di un’immagine determinata dalla mancanza di una sua parte, indica letteralmente lo spazio destinato ad accogliere una distesa stagnante di acque provenienti dal mare”, chiosa l’artista.

L’idra, gli amori fluttuanti, i satiri, i cavalli, i felini, i viandanti e le serpi che popolano i dipinti di Marta Spagnoli sono sospesi o intrecciati come ritrovamenti riemersi progressivamente dalla nostra memoria. La loro interazione è assoggettata alla tessitura di moduli ritmici che rappresentano le rosette di livree maculate, le fronde dello stramonio, le ali, le gabbie, le fenditure della terra secca, le nubi o le costellazioni. Elementi che a loro volta, nel processo narrativo, danno forma alla dimensione delle bolge, del marasma, delle lagune, delle selve e della volta celeste. Per la prima volta la poetica dell’artista trova espressione anche nella tridimensionalità della scultura. “Seeds for Praying” (2019) nasce da un gesto: quello di racchiudere l’argilla tra le mani, come in segno di preghiera.

Marta Spagnoli (Verona, 1994) vive e lavora a Venezia, dove ha da poco ultimato gli studi presso l’Accademia di Belle arti. È membro del collettivo di artisti Fondazione Malutta. Nel 2019 è vincitrice del 3° Premio della 102ma Collettiva Giovani Artisti della Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia. Tra le mostre personali e collettive: Libere Tutte, a cura di Daniele Capra e Giuseppe Frangi, Casa Testori, Novate Milanese (2019); BocsArt, residenza a cura di Giacinto di Pietrantonio, Cosenza (2019); Art Zagreb, Zagabria (2019); Immersione Libera, Palazzina dei Bagni Misteriosi, Milano, 2019; Veritatem Inquirenti, a cura di Walter Ferri, Castello Borromeo di Corneliano Bertario (2019). 102ma Collettiva Giovani Artisti, Fondazione Bevilacqua La Masa, Galleria di San Marco, Venezia (2019); Braintooling, Forte di Monte Ricco, Pieve di Cadore (2018); Progettoborca, residenza per Dolomiti Contemporanee presso l’ex Villaggio Eni, Borca Di Cadore (2018); Opera Prima, spazio ASP-ITIS, Trieste (2018); Collezione Malutta + Black Market, Galleria Monitor, Roma (2017); PersonaliNI, Finestra Illuminata, Venezia (2016).