GALLERIA CONTINUA / Les Moulins è lieta di ospitare una mostra personale dedicata all’artista Giovanni Ozzola nello storico mulino di Sainte-Marie.

Nato nel 1982 a Firenze, Giovanni Ozzola si confronta con una pluridisciplinarità estetica che lo porta a esprimersi con la fotografia, la videoarte, l'installazione ma anche attraverso tecniche tradizionali come l’incisione e lo “strappo d’affresco”.

Attraverso queste contaminazioni ibride nasce l’opera di Giovanni Ozzola, fatta di immagini e di luce. Una luce in cui il tempo scorre e gli istanti si moltiplicano e si concretizzano, unici e misteriosi. Il bagliore, il riverbero, la vibrazione avvolgono i paesaggi e incontrano lo spettatore attraverso una fotografia che trattiene l’apice luminoso. I suoi scatti nascono da un’intuizione, da un momento preciso che ha lasciato l’impronta nella memoria dell’artista. Immagine reale e mentale si sovrappongono. Resta la luce, o la sua assenza, l’idea generatrice e con le sue immagini ne condivide l’esperienza. L’esposizione prende il titolo dal video Sin tiempo, un omaggio al linguaggio fischiato utilizzato dagli indigeni di La Gomera - e oggi patrimonio dell’UNESCO - per comunicare attraverso le grandi valli di origine vulcanica. Il silbo gomero sopravvive allo scorrere dei secoli ed é usato ancora oggi dagli abitanti del villaggio di Añaza di Santa Cruz di Tenerife, il cui prezioso sito archeologico invece, è stato brutalmente sconvolto dallo sviluppo urbanistico.

Sin tiempo ci permette di scoprire questo meraviglioso patrimonio linguistico con una sensibilità e una curiosità pura e priva di giudizi. Sulla scogliera, l’uomo si rivolge all’orizzonte: nella quieta contemplazione del paesaggio, dichiara le profonde emozioni umane e trova nel mare e nel vento i suoi eterni testimoni e compagni. Il flusso di coscienza, intimo e universale, è espresso grazie a un codice occulto che si unisce al soffio del vento. “Dark night / heart full of fear / you don’t need to fear / the horizon doesn’t get any closer / ‘cause it isn’t running any further / I breathe…”1 . Solamente tu ed io e Aida, fotografie scattate in bunker militari, descrivono quell’ombra e quell’oscurità che pensiamo già Storia scontrandosi con l’energia dell’orizzonte che dissolve e materializza lentamente l’inquietudine umana.

Queste magnifiche prospettive rivelano il contrasto tra un interno denso di segni e rovinato dal tempo che ci schiaccia e protegge da un orizzonte diffuso che nella sua silenziosa armonia provoca vertigini. I graffiti, traccia lasciata dal passaggio dell’uomo, vengono neutralizzati dalla luminosità della natura che invade l’ambiente e gli occhi dello spettatore che si abbandona ad una luce a cui segretamente aspira. Le immagini di Giovanni Ozzola, purificate da uno sviluppo narrativo, sono conflittuali: estremamente equilibrate ci portano in luoghi dove la mente trova calma e conforto. Pone il visitatore in una sorta di rifugio; la finestra tuttavia, crea uno sfondamento prospettico, rompe la bidimensionalità della fotografia e lascia spazio alla vastità. L’orizzonte è distante e inarrivabile, temibile e invitante. Meta ambita degli esploratori e dei sognatori, un luogo dove perdersi e lasciarsi andare al turbamento.

Le onde del mare si stagliano su un cielo uniforme, l’istante e l’eternità si fondono sulla linea che separa il cielo e la terra. Siamo cosi confrontati al turbamento del sublime. Giovanni Ozzola ci invita a lasciare i porti sicuri e a percorrere un viaggio oltre le Colonne d’Ercole. Sul suolo riproduce una cartografia minuziosa: queste tracce, riempite di sofferenze e speranze, sono le rotte di tutti gli esploratori che l’artista ha collezionato e inciso nel rame e nell’ardesia, cicatrici di coloro che hanno l’ignoto affranto le proprie paure. Il coraggio, nato dal vitalistico bisogno di conoscenza, lascia un segno profondo nell’inconscio dell’intera umanità; grazie all’audacia dei grandi sognatori ciò che resta da esplorare è al di là dell’orizzonte. Il labirinto segreto e perfetto si ritrova in Chiocciole – Your lips make me nervous.

Queste forme descrivono le geometrie di galassie lontane e il loro colore dorato restituisce l’istante magico della creazione e della visione. Attirate dalla ruggine si ritrovano concentrate sulla superficie ruvida e ossidata del ferro. Il rame di cui sono fatte racchiudono natura e artificio.

Scultura, installazione, pittura, non si allontano dalla sua fotografia. Attraverso la tecnica rielaborata dello “strappo d’affresco”, l’artista imprime nel tempo i segni incisi sul muro. Graffi rupestri che testimoniano il passaggio dell’uomo nella sua sfera individuale universale. L’opera si completa con l’intervento dell’artista che crea delle sovrapposizioni di colore che si uniscono alla stratificazione del tempo. Mappatura di un tempo e un luogo, North Wall e South Wall esaminano con lucidità cristallina la comune esigenza di manifestare la propria presenza nel qui e ora.

Chronos (tempo) e Logos (luogo) sono magistralmente legati nelle opere di Giovanni Ozzola. Nel diaframma della macchina fotografica l’eterno e l’istante si toccano intrecciando l’esperienza personale e memoria collettiva.

Nato a Firenze nel 1982, Giovanni Ozzola attualmente vive e lavora alle Isole Canarie, Spagna. Ha esposto il suo lavoro a livello internazionale presso numerose istituzioni pubbliche e private, tra le esposizioni più recenti: If I Had to Explain, You Wouldn't Understand, Fosun Foundation Shanghaï, Pitch Black, Palacio de los Marqueses de Moctezuma, Museo Unicaja Joaquin Peinado, Ronda Málaga, Spagna, MI VERDAD, CON SU TIEMPO Y ESPACIO – ALGO TUYO Y MÍO, Fundación Unicaja, CUC Centro Unicaja de Cultura de Antequera, Spagna, Vanitas, Rotary Waregem, Claessens Canvas, Waregem, Belgio, RECTO VERSO, Foundation Louis Vuitton, Parigi, Francia, IL RICHIAMO DI CTHULHU, MANIFESTA 12, evento collaterale, Palazzo Mazzarino, Palermo, Italia, WunderMoRE, MAXXI – Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo di Roma, Italia nel 2018; Relitti e Camere con stelle, Untitled Association Lynchen, Berlino, Germania, Mirage, Suburbia Contemporary Cultures, Granada, Spagna e Fumo, Macro, Roma nel 2017; Adrift, District 6 Museum, Cape Town, Sud Africa, Sistemi di realtà, Sms, Pisa, Italia e Re-Birth, Abu Dhabi Art, Abu Dhabi, Emirati Arabi nel 2016. Le sue opere sono conservate in numerose collezioni private e pubbliche, tra cui il MART di Rovereto, in Italia; Chelsea Art Museum a New York, Stati Uniti; Sharjah Maraya Art Center a Dubai; Mori Museum a Tokyo in Giappone; SchunckGlaspaleis a Herleen, Paesi Bassi; Künstlerhaus Palais Thurn Und Taxis, a Bregenz in Austria; Man Museo d’Arte, Nuoro, Italia; Waseda University, Tokyo, Giappone; Centre d’Art Bastille, Grenoble, Francia; GC, AC, Monfalcone, Italia; Viafarini Docva, Milano, Italia; Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro, Italia; OCAT - Contemporay Art Terminal, Shanghai, Guandong Museum of Art, Guangzhou, Cina; 2139, Jeddah, Arabia Saudita; District Six Museum, Città del Capo, Sudafrica, Star Museum, Shanghai, Cina. Tra I premi: “Premio Terna” (2008), “The Talent Prize” (2010) e il “Premio Cairo” (2011), Seat Pagine Gialle, Regione Toscana (2007).