Mentre i musei vanno via via riaprendo – dopo le chiusure generate dalla pandemia di coronavirus – e le mostre in forme diverse si riaprono alla fruizione di un pubblico contenuto, c’è anche chi ha pensato in questa fase di portare l’arte, anzi le arti “ in strada”, attraverso una singolare serie di manifesti affissi ai muri per essere fruiti da residenti e dal più ampio pubblico di visitatori. E’ quanto accade a Venezia, città bellissima e attivissima nella produzione culturale nel mondo, colpita pesantemente dalla crisi del coronavirus – la stessa edizione della Biennale di Architettura in programma dal prossimo 29 agosto nel capoluogo lagunare è stata rinviata al 2021 - che ha pensato di tener viva la propria “mission” culturale attraverso il progetto speciale “Palazzo Cini per le calli di Venezia” ideato da Luca Massimo Barbero, direttore dell’Istituto di Storia dell’Arte della Fondazione Giorgio Cini.

Così, da alcuni giorni e fino al prossimo 12 giugno le mura della città lagunare - unica anche per la sua pedonalità, e per la quiete e la poetica ora tutta interna al silenzio urbano – sono “contaminate” in un dialogo visivo tra l’opera incisoria di Giambattista Piranesi (1720-1778) e la fotografia contemporanea di Gabriele Basilico.

Si tratta di un originale progetto che anticipa il tema che sarà anche al centro della mostra Piranesi Roma Basilico, di prossima apertura a Palazzo Cini a San Vio.

In questo importante omaggio veneziano a Giambattista Piranesi - realizzato grazie alla collaborazione dell’Archivio Gabriele Basilico - sono infatti presentate 25 stampe originali e 26 vedute di Roma del grande fotografo milanese, di cui 12 mai esposte prima. Le incisioni di Piranesi oggetto del dialogo visivo con Basilico, sono state selezionate dal corpus integrale delle collezioni grafiche della Fondazione Cini: il corpus Piranesi costituisce uno dei fondi di grafica più rilevanti conservati da un’istituzione privata, che in questa occasione si offre allo sguardo della Città e dei propri cittadini. E si spera, anche, in una ripresa del turismo, di cui Venezia è sempre stata una meta obbligata.

Palazzo Cini per le calli di Venezia mostra ai passanti, fino alla riapertura della casa-museo che fu dimora di Vittorio Cini, le riproduzioni di alcuni dei luoghi più simbolici della Città eterna, rappresentate dalla combinazione tra le stampe originali realizzate nel ‘700 dall’incisore veneziano e conservate dalla Fondazione Cini e le vedute di Roma del grande fotografo milanese Gabriele Basilico, realizzate con le stesse angolazioni delle incisioni piranesiane su commissione della Cini nel 2010.

E, giova ricordare, nel contesto di questa nuova mostra urbana, che ben dieci anni fa - si svolse infatti dal 28 agosto al 21 novembre 2010 - il Centro espositivo dell’Isola di San Giorgio Maggiore ospitò un’importante mostra dal titolo “Le arti di Piranesi. Architetto, incisore, antiquario, designer: creatore di gusto”, un percorso espositivo, opportunamente pensato per restituire la poliedricità e lo stile del grande artista veneziano del ‘700, attraverso 250 stampe relative alle varie fasi della sua carriera, ma arricchito da grandi novità, tra cui la simulazione in 3d delle Carceri e da 30 vedute di Roma di Gabriele Basilico, quale omaggio al maestro del Settecento.

L’arte di Piranesi, infatti, sfidò le concezioni tecniche e stilistiche del suo tempo, rimodellando le forme artistiche secondo l’approccio romanico all’architettura, al design e alla decorazione. Con la sua arte, diffusa attraverso le stampe, Piranesi ha rappresentato una figura chiave nella formazione di un gusto tipico del XVIII secolo, e i suoi metodi di lavoro anticiparono il futuro prefigurando il ruolo dell’architetto e del designer contemporanei.

E l’esposizione veneziana del 2010 - articolata in diverse sezioni dedicate alla presentazione delle molte professioni che l’artista esercitò durante la sua vita: incisore, archeologo, ingegnere, antiquario, architetto e designer, - era costituita da 250 stampe originali, selezionate dal corpus integrale conservato nelle collezioni grafiche della Fondazione Cini, e proprio una sezione della mostra era dedicata ad una lettura originale delle vedute di Roma di Piranesi, messe a confronto col lavoro di Gabriele Basilico.

In pratica una mostra nella mostra che vedeva accanto ad una selezione di stampe di Piranesi gli scatti inediti del grande fotografo milanese. E Basilico ispirato dalle celebri pagine che la scrittrice Marguerite Yourcenar dedicò a Giambattista Piranesi agli inizi degli anni Sessanta del Novecento, ripercorse con la sua macchina fotografica i tanti luoghi delle vedute piranesiane restituendone, nell’evocazione metafisica, la straordinaria modernità, o il segno di una storia visiva contemporanea che rivive oggi anche all’insegna di un silenzio e di una nuova poetica dell’identità urbana, lungo i muri e le calli di Venezia – la città amata in tutto il mondo.