Oggi parleremo di un’opera in cui sono rappresentati i membri della più importante famiglia fiorentina nel corso della storia: i Medici. Questo ritratto collettivo venne eseguito da un amico, il pittore Sandro Botticelli nel 1475. Per ritrarli fu scelto un soggetto molto amato dalla famiglia vale a dire l'Adorazione dei Magi. C'era infatti un'analogia molto forte tra la figura dei Magi e i membri delle agiate famiglie come i Medici; essa consisteva nel donare. I Magi portavano i doni alla Sacra Famiglia, come i ricchi fiorentini li recavano alla città, anche sotto forma di opere d'arte.

Inoltre, i Medici erano legati alla tradizione dei Magi anche per un corteo che si svolgeva ogni tre anni per le strade della città nel giorno dell'Epifania. Esso era organizzato dalla Compagnia dei Magi, un'associazione laica di cui essi stessi facevano parte. Si trattava di una cavalcata formata da tre cortei che si riunivano al Battistero per procedere verso San Marco, che era il luogo di riunione della compagnia.

A finanziare l'opera fu un sensale del banco dei Medici, Gaspare del Lama, per decorare la propria cappella all'interno della chiesa di Santa Maria Novella. E fu lui che scelse il soggetto per un motivo ben preciso, perché uno dei tre Magi aveva il suo nome, vale a dire Gaspare, il più giovane, gli altri erano Baldassare e Melchiore. Un mecenate quando decideva di finanziare un’opera religiosa sceglieva quasi sempre come soggetto un santo eponimo, vale a dire che avesse il suo nome, perché questo lo rendeva ancora più caro al Dio padre e di conseguenza si riduceva il tempo che egli come qualsiasi altro commerciante avrebbe dovuto passare in Purgatorio.

I commercianti all'epoca erano considerati peccatori dalla Chiesa, in quanto gestivano e prestavano il denaro ad interesse, facendolo maturare nel corso del tempo, tempo però che secondo la Chiesa apparteneva a Dio padre, per cui commettevano peccato.

Parlando dell’opera, essa fu realizzata con tempera su tavola. La composizione in primo piano è divisa da due gruppi di persone che occupano il lato destro e sinistro della scena, mentre sull'asse centrale abbiamo la Vergine con il Bambino Gesù e Giuseppe. I tre sono all’interno di una strana capanna dal tetto in legno e sorretta a sinistra da due tronchi e a destra da un muro in pietra.

Sullo sfondo vediamo un tempio che sta crollando e un paesaggio in lontananza. Il tempio che crolla rappresenta la fine del paganesimo, ormai in rovina, e l'arrivo della nuova religione il Cristianesimo. Fa riferimento ad una profezia sibillina apparsa in Oriente nella seconda metà del IV secolo, ambientata a Roma e che ebbe ampia diffusione anche in Occidente. La profetessa rivela ad Augusto l’avvento prossimo del figlio di Dio.

Adesso concentriamoci sui personaggi che sono la parte più interessante dell'opera. Essi sono rappresentati in modo realistico in quanto Botticelli conosceva di persona la maggior parte di essi. Riguardo ai membri della famiglia Medici, nel 1475, quando l'opera fu realizzata, solo Lorenzo il Magnifico ed il fratello Giuliano erano ancora in vita, gli altri erano morti nei dieci anni precedenti.

Iniziamo dall’estrema destra dove in primo piano vediamo nientemeno che il pittore Botticelli, che sta rivolgendo il suo sguardo verso lo spettatore come per invitarlo ad ammirare l’opera. Egli indossa un’uniforme di color giallastro. All’interno di questo gruppo c'è un'altra figura che sta guardando all’esterno, con i capelli canuti e un indumento di color celeste. Secondo la maggior parte dei critici si tratta del committente Gaspare del Lama.

Il personaggio di profilo, che indossa un manto nero con una striscia rossa è Lorenzo il Magnifico, la sua rappresentazione è perfetta perché oltre ad essere uno dei committenti di Botticelli, ne era anche amico, quindi i due si conoscevano molto bene.

Al centro della scena tra i due gruppi vediamo il padre di Lorenzo e Giuliano vale a dire Piero il Gottoso, rappresentato in ginocchio con un mantello rosso. Egli sta parlando alla figura inginocchiata alla sua destra, che altri non è che il fratello Giovanni. I due Medici rappresentano i due Magi, Gaspare e Baldassarre.

Passiamo poi alla figura principale, colui che ha fatto dei Medici la famiglia più ricca d’Europa nella prima metà del Quattrocento: Cosimo il Vecchio. Inginocchiato davanti alla Vergine nell’atto di accarezzare i piedi del Bambino Gesù, egli rappresenta Melchiorre, il più anziano dei tre Magi, è a lui che spetta l'onore di essere il primo a recare i doni al nuovo Re.

L’ultimo membro della famiglia Medici ad essere rappresentato lo vediamo all'estrema sinistra, si tratta di Giuliano, fratello di Lorenzo, che tiene l'elsa della spada fra le mani; a lui si appoggia in modo confidenziale il poeta Angelo Poliziano, il tutto sotto lo sguardo attento del filosofo Pico della Mirandola, che con la mano destra richiama l'attenzione dei due verso l'evento principale. Più in alto a sinistra all'interno del gruppo un'altra figura sta guardando verso gli spettatori, non si sa bene di chi si tratti, secondo alcuni critici potrebbe essere il figlio di Gaspare del Lama. Quest'opera è una delle prime ad accrescere la fama di Botticelli, che all'epoca aveva 30 anni. La rappresentazione della fisionomia dei personaggi, i colori vivaci, l'applicazione della prospettiva atmosferica nella rappresentazione del paesaggio, fanno di quest'opera un gioiello dell'epoca e soprattutto una vera e propria fotografia dei membri della famiglia Medici.