Gli ultimi lavori preparatori per gli affreschi della Libreria Piccolomini di Siena dovevano essere quasi giunti al termine, quando il maestro Pinturicchio chiamò a sé il giovane Raffaello, ancora alle prese con gli ultimi abbozzi.

-Ragazzo, posa la matita e vieni qui, ho bisogno di parlarti.
-Maestro eccomi, che succede? Non è soddisfatto dei disegni?
-No, al contrario, sono davvero impressionato, non credevo che mi saresti stato tanto d’aiuto, te ne sarò eternamente grato. Ciò nonostante ho ancora un favore da chiederti: è appena arrivata una lettera dalle monache di Monteluce, dove mi viene chiesto di realizzare un San Sebastiano da esporre durante la processione a lui dedicata. Come ben sai, io sono bloccato qui a Siena fino al completamento degli affreschi; visto il buon lavoro che hai fatto qui, ho pensato che potresti andar tu.
-Sono lieto che il mio lavoro sia stato apprezzato e la ringrazio per la fiducia che confida in me; se lei ritiene che non possa più esserle utile, partirò immediatamente per Perugia. Devo però confessarle che non ho mai dipinto un San Sebastiano, inoltre non credo che le monache reagiranno positivamente nel vedere un giovane come me prendere il posto di un maestro come lei.
- Su Raffaello, non essere timido, tuo padre era un esperto nel dipingere i santi; se sei figlio suo e come dici hai frequentato per anni la sua bottega, sono certo che non avrai alcun problema. Per quanto riguarda la tua presentazione non hai di che preoccuparti, ti fornirò io stesso una lettera in cui ti introdurrò e dove scriverò che prenderai il mio posto.
-D’accordo maestro, allora è deciso, partirò domani all’alba, le lascio tutti i cartoni sul tavolo, passo in camera da lei stasera per la lettera.

In una serata piovosa di poche settimane dopo, il giovane Raffaello bussò alla porta del convento di Santa Maria Assunta di Monteluce.

-Buonasera Madre, mi spiace disturbarla durante questo orario di preghiera, ma sono appena arrivato e ho necessariamente bisogno di parlarle.
-Ragazzo entra dentro, sei tutto bagnato, da dove vieni, chi ti manda a quest’ora della sera?
-La ringrazio, il mio nome è Raffaello Sanzio, vengo per conto del maestro Pinturicchio. Sono qui per realizzare il San Sebastiano che avete richiesto, lui si scusa anticipatamente per non poter essere qui di persona, ecco la sua lettera.
-Uhm, non immaginavo un ragazzo così giovane, ma chi sono io per mettere in discussione il parere del Maestro. Come sai la processione avverrà tra soli due mesi, quindi dovrà essere un lavoro veloce, un piccolo dipinto devozionale da mettere sopra l’altare della nostra chiesa. Vado a prenderti dei vestiti asciutti, tu siedi alla nostra tavola, da questo momento sei nostro ospite!
-La ringrazio Madre, vista l’impellenza, comincerò domani stesso, se tutto andasse secondo i piani non dovrei impiegarci più di un mese…

Il Sanzio era un ragazzo di parola, dopo solo una trentina di giorni aveva già completato e mostrato il dipinto alle monache. La piccola tavola provocò un tale senso di sgomento tra le suore, da costringere la superiora Madre Antonia a scrivere una nuova lettera al Pinturicchio.

Caro maestro Pinturicchio,
Mi dispiace disturbarla ancora, ma ho necessità di parlarle del ragazzo che ha mandato per realizzare il dipinto che le avevamo richiesto. Devo confessarle che siamo rimaste stupite dalla sua dedizione per il lavoro, ha passato le ultime settimane chiuso nella sua camera, uscendo fuori solo per la cena. Se le scrivo, come può immaginare, non è esclusivamente per parlarle delle abitudini del ragazzo, ma per alcuni pareri che sono sorti vedendo il dipinto ultimato. In questi giorni più di una sorella è venuta da me a manifestare dei dubbi sulla qualità dell’opera e a questo punto non mi resta che rimettermi a lei. Visto che ho saputo che sarà di ritorno a Perugia per alcuni giorni, potrebbe fare un salto qui e darci un giudizio? Non siamo sicure che sia il caso di esporla durante la processione, non vorremo fare brutta figura!

Effettivamente qualche giorno più tardi il Pinturicchio dovette trovarsi a Perugia per riscuotere del denaro e non perse l’occasione per far visita al convento.

-Madre ho ricevuto la sua lettera, dopo aver dovuto mio malgrado declinare la commissione, non potevo tralasciare la sua richiesta di aiuto, che succede?
-Oh, maestro, lei è sempre così premuroso, le prometto di non farle perdere altro tempo. Venga, le mostro immediatamente il dipinto, lo abbiamo messo nel refettorio, non faccia caso al disordine e mi dica con sincerità cosa ne pensa.

Fu in quel momento che Pinturicchio vide per la prima volta il San Sebastiano del Sanzio e immediatamente un sorriso apparse sul suo volto. Dopo alcuni secondo passati a fissare attonito la tavola si girò verso la suora e con gli occhi lucidi disse:

-Capisco il suo sgomento, chi mai si sarebbe sognato di ritrarre Sebastiano lontano dal suo martirio. Neanche una linea di sofferenza pervade il suo volto, nessuna ferita lo tange; se non fosse per quella freccia che tiene delicatamente tra le dita, faremmo fatica a riconoscerlo. Eppure, questo giovinotto dai lunghi capelli ricci e dalle guance rosee, con la sua fisionomia sognante, ha qualcosa di mai visto, di misterioso, di magico oserei dire. Difficile non rimanere estasiati da cotanta eleganza e portamento, come possiamo ignorare la maestria mostrataci dal Sanzio nel dipingere quella deliziosa collanina dorata al collo del santo e quei raffinatissimi ricami a crocetta e fili d’oro nella sua rossa veste? Mia cara, forse questo piccolo dipinto potrà non convincere le tue sorelle e non essere adatto alla processione, ma può star certa che il suo valore artistico è indiscusso. Non avrà alcuna difficoltà a ricavarne una buona somma di denaro se deciderà di venderlo a uno di quei signori perugini, che tanto amano i dipinti di questo genere.
-D’accordo maestro, la ringrazio, spero che quanto mi ha detto sia vero. Vorrà dire che per quest’anno dovremo fare a meno del dipinto, magari con i soldi ricavati riusciremo finalmente a restaurare il refettorio…
-Madre, le do un consiglio: aspetti un po’ a vendere questo dipinto e vedrà che guadagnerà tanti soldi da poter restaurare tutta la chiesa, altro che il refettorio!