Riné Fleuré nasce a Togliatti, nel cuore della Russia, nell’autunno del 1984. Suo padre è imprenditore, classico uomo russo, biondo, alto, occhi azzurri; sua madre si occupa di sartoria, una donna bellissima dal carattere forte. Si sposano a Togliatti, città fondata nel 1737 con il nome di Stavropol'-na-Volge da Vasily Tatishchev.

L’architettura post-sovietica, grigia e rigida e le temperature invernali che arrivano a meno 35 gradi, non facilitano sicuramente le ambizioni giovanili ma, come afferma Rinè: “Si sogna anche nei posti così. Ricordo che non era possibile andare a scuola perché il ghiaccio arrivava a coprire tutto il viso. Invece in estate era davvero caldo. Per questo motivo tante famiglie raggiungevano la casa in campagna che si chiama dacha, dove la vita scorreva lenta e il tempo sembra essersi fermato.

Riné cresce libera nella natura di quei prati dorati. Passa quasi tutta l’estate con i genitori in campagna raccogliendo pienamente i momenti felici. Seguendo sua madre e suo padre, la piccola assorbe la passione per la terra e per la coltivazione, la campagna è un gioco pieno di magia e meraviglia, semina, pianta e raccoglie.

Togliatti è una città ricca di verde, circondata da montagne e bagnata dal maestoso fiume Volga. Quel fiume infinito come i suoi sogni. “Era magico passare l’estate guardando i tramonti sulla cima più alta. In inverno andavamo a sciare nella foresta, mi ricordo che ci piaceva assaggiare la neve, soffice e fredda che brillava alla luce del sole.”

Grazie alla mamma sarta, cresce tra tessuti colorati osservando le sue mani sapienti mentre cuciva i vestiti in casa. Grazie a questo, nella sua mente si imprimono i tantissimi colori e i disegni stampati sui tessuti. Le raccontava sempre fiabe e la piccola Riné impara a leggere a soli cinque anni.

Il padre, ultimo figlio di una grande famiglia, è per lei il simbolo dell’uomo vero, preciso e di parola. Seguiva la regola “detto fatto”. Con lui si poteva credere in tutto. Amava scherzare e ridere, un uomo che non si è arreso mai alle difficoltà. Leggeva letteratura inglese, Walter Scott, Jack London e collezionava i libri. E poi era amante della natura, era apicoltore. “Abbiamo sempre a casa il nostro miele. Il mondo delle api è molto antico e particolare. Da piccola già non avevo paura delle api. Bisogna capire come comportarsi con loro. Sempre rispettando la natura. Il miele è il prodotto più antico del mondo. Sono sempre stata affascinata dalle sue diverse tonalità, una gamma cromatica che va dal bianco luminoso all'ambra scuro. Un colore dorato che contiene tutta la forza della natura, pieno di luce ed energia. Le api per me sono il simbolo della casa. Ovunque le vedo volare, il ricordo di mio padre mi segue.”

L’amore per letteratura la porta a studiare giornalismo. In cinque anni si laurea. Nel frattempo, lavora come maestra con i bambini. Trova molto utile questa esperienza, il rapporto delicato con i piccoli le insegna a conservare il valore della purezza e dell’essenza. Scrive articoli per diverse riviste russe e collabora con una tv come corrispondente. Non si ferma. La passione per la moda, acquisita attraverso sua madre, la porta in una scuola russa dove inizia a sfilare. Questo aiuta la sua sicurezza personale e le dà il biglietto per la sua nuova vita. Parte per Milano. Ma l’Italia non è solo moda per la giovane Riné, l’Italia è essenzialmente la terra dell’arte.

La lettura di un libro sulla vita di Leonardo Da Vinci, ai tempi dell’Università, è stata una scintilla. Voleva capire tutto di lui, le sue opere e la sua terra, l’Italia. “Direi che non solo la moda mi ha porta in Italia ma soprattutto l’amore per l’arte, la musica e la cultura. L’Italia è un paese magico, teatri, musei, monumenti, è una grande galleria d’arte. Sono partita per Milano, era il 2009. Qua da subito mi sono sentito a casa. Prima dell’arrivo in Italia. La moda mi ha sempre intrigata, a Milano partecipo ai primi provini, poi arrivano i primi shooting fotografici, le sfilate e le feste.”

La bella vita che aveva sognato le si presenta veloce senza che si possa accorgere di cosa ha lasciato dietro di sé. I primi anni passano fugaci e i ricordi sono pochi, il lusso non le lascia tempo. Si dimentica da dove è arrivata e la Russia sembra essere un lontano ricordo.

Ma la perdita del padre, nella vita di Riné, segna un profondo cambiamento. Inizia a ricoprire di oro le tele, nella ricerca di quella luce perduta, riscoperta proprio attraverso l’arte. “Mi è stato mandato il dono più grande da mio padre, portare avanti la luce. Mi avvicino al mondo geometrico coprendo diverse figure con oro. E tutto diventato caotico e allo stesso tempo preciso. L’oro per me non è un semplice colore. Ho rivelato tutto attraverso l’oro, come il miele cristallizzato che non ha scadenza, un valore spirituale senza paragoni. Ogni volta che ricopro la tela con la foglia d’oro mi sento bene. L’ape è il simbolo poetico del mistero e dell’intelligenza assoluta. Il rinnovo della vita, della natura, l’abbondanza e la ricchezza. Le api sono esseri ricchi di simbologie in tutte le società antiche. È un animale nobile e un gran lavoratore, una creatura controversa, che unisce dolcezza e durezza nello stesso tempo. Proprio come mio padre.

Durante l’ultimo periodo lui costruiva a mano le casette di legno. Poi le colorava di diversi colori: giallo, blu, verde e bianco. Il giallo e il bianco sono rimasti nella mia mente in modo particolare. Giallo come il ricordo dell’infanzia, libera e spensierata. Invece il bianco come la scia del mio primo volo in Italia che si è sciolta nel cielo.”

La sua visione della vita cambia ed inizia a ricoprire di oro le sue tele, cercando la luce nella verità. Il mondo della moda che sembrava così brillante ha iniziato a scricchiolare e si rende conto di quanto insulsa fosse quella vita immersa nel lusso. Il ricordo della casa, le api, il miele, il sole della sua infanzia, il giallo dei prati dove correva da piccola. In questo difficile percorso interiore ritrova la speranza e la via d’uscita. L’arte l’ha salvata, trasmutando quel dolore in liberazione.

“Il miele per me adesso ha un altro significato, il suo sapore dolce e il colore ambrato sono rinchiusi, come ricordi preziosi, in barattoli in vetro. Ovunque io mi trovi vedo sempre api. Sento in ogni ape la sua presenza e questa è una sensazione magnifica. Il mio pseudonimo, Fleuré, proviene proprio dai fiori. I fiori donano alle api la vita. Raccogliendo nettare loro producono il miele. Grazie al miele loro vivono e donano la vita a noi umani. La storia d’amore tra ape e fiore è molto profonda. Le api svolgono un ruolo essenziale nella creazione e nel mantenimento della biodiversità del pianeta. La natura è molto intelligente.”

L'ape è da sempre investita del più profondo ed inspiegabile mistero, agli occhi degli antichi era una messaggera, che “viaggiava sui sentieri della luce” portando con sé i messaggi che gli uomini inviavano agli dèi. In quanto "esseri di fuoco" alati, erano associate alla purezza e rappresentavano l'anima in molte culture mediorientali ed in tutta la zona asiatica. Ape, inoltre, nella lingua Babilonese si pronunciava “Dabar”, termine per indicare la “Parola divina”.

La sua sacralità è assoluta, quale animale messaggero celeste, che trasforma il sole in miele, nettare degli dèi.

Interessante notare un certo parallelismo tra questo insetto straordinario, il miele, l’oro e la luce.

Oro deriva dal latino aurum, che significa scintillante. Possiamo considerare i suoi quadri come la terza fase dell’opera alchemica citrinitas, caratterizzata dagli elementi aria, giorno, estate.

Ed è proprio questo il fulcro pulsante dell’intera produzione artistica di Riné: la luce.

Riné Fleuré è un artista trasversale, contemporanea, ma è anche il riflesso dell’enorme patrimonio di tradizioni e di storia della Russia.

“Quando ho perso mio padre cercavo la luce. Ho frequentato chiese e cattedrali, guardavo la luce attraversare le vetrate. La finestra è un elemento fondamentale nel mio percorso artistico. Progetto su tela con la matita sopra la foglia d’oro. La sua magia è un mistero, un istinto che trasmette potere, energia pura del divino che corrisponde al Sole. Cercavo la luce e l’ho trovata attraverso le mie opere. Mentre creo sono in collegamento con il mondo sacro. È il mio cuore che parla mentre l’anima dipinge.”