“Oggi più che mai, data l’emergenza sanitaria mondiale, molti artisti sono in difficoltà con lavori bloccati, spese d’allestimento e ingenti affitti degli studi e gallerie. Questo progetto è nato come opportunità per permettere loro di continuare a lavorare e sentirsi parte di una comunità, dove condividere le proprie idee”.

Carol Damian, Ex direttore del Frost Art Museum e Presidente del Dipartimento di Storia dell'arte della Florida International University, è una forte presenza nella comunità artistica di Miami e una storica dell'arte riconosciuta a livello nazionale. Specialista in arte latinoamericana e caraibica, ha recentemente curato il progetto “Studios on the Mile”, dove grazie alla sponsorizzazione della nota società immobiliare commerciale del sud della Florida, “Terranova” e della organizzazione noprofit “BID”, Business Improvement District della città di Coral Glabes, sette spazi vuoti, a partire dal quattro ottobre, sono stati convertiti in studio d’artista nel distretto di Miracle Mile con esposizioni e mostre visibili fino al trentuno dicembre.

“Istituire una casa in cui gli artisti potessero creare ed esporre il proprio lavoro era di primaria importanza per ricostruire una vivace comunità artistica a Coral Gables, - ha detto il fondatore di Terranova, Stepehen Bittel, - questi studi hanno supportato gli artisti che non hanno pagato l’affitto ma soprattutto la comunità, dando alle persone un motivo in più per tornare in sicurezza a Miracle Mile dopo la pandemia; per uscire, camminare e apprezzare le voci collettive dei nostri artisti residenti”. Mindy McIlroy, Presidente della società immobiliare, è stata molto orgogliosa di aver potuto lavorare a stretto contatto con la città di Coral Gables e il Coral Gables Business Improvement District, riuscendo a trasformare il suo sogno in realtà: “Volevo regalare un’opportunità agli artisti che stavano soffrendo enormemente la diffusione della pandemia, con la chiusura dei musei, delle gallerie e con il mercato dell’arte fortemente in crisi”.

Anche il Direttore Esecutivo della BID, Aura Reinhardt, ha affermato: “Il nostro obiettivo era quello di invogliare le persone a scoprire ed esplorare la città di Coral Glabes e abbiamo pensato che il modo migliore per farlo fosse attraverso gli occhi degli artisti. Vederli creare, parlare tra di loro, fornendoli uno spazio a disposizione nel quale potessero imparare gli uni dagli altri, è stato esilarante”.

Tra gli artisti selezionati per questo progetto vi è Carlos Luna, uno dei più famosi pittori cubani contemporanei, conosciuto per la poliedricità con il quale utilizza diversi mezzi artistici, dalla pittura alla scultura, passando per la ceramica e il disegno. Immerso nella vivacità dell’arte e della cultura messicana dal 1991, anno di emigrazione in Messico, Carlos ha iniziato la sua carriera disegnando su carta e successivamente ha iniziato a incidere su lastre di acciaio e sui piatti di ceramica creati nell’antica officina di Talavera a Puebla, noti per un inconfondibile carattere di originalità. I suoi disegni decorativi e i suoi gesti calligrafici evidenziano una pittura istintiva, collettiva, sociale, tipica del muralismo messicano: “ In Messico ho vissuto più di dieci anni, questa città ha segnato sia il mio processo artistico che la mia vita. Sono nato a Cuba e ne sono orgoglioso; tuttavia, ho liberamente scelto il Messico come paese, per i suoi costumi, le sue tradizioni, il suo cibo, i suoi modi e soprattutto per l’amore”. Trasferitosi a Miami nel 2003 per un progetto di residenza d’artista, la carriera di Carlos ha continuato ad espandersi e i suoi confini artistici ad evolversi. Nel suo studio d’artista a Miracle Mile è possibile percepire l’energia vibrante della sua pittura come nei disegni dei leoni che sembrano uscire dalla carta in pieno balzo, le immagini degli scheletri che sembrano passeggiare casualmente tra i dipinti a ritmo del tumbao e gli uomini che si contorcono e si trasformano nelle varie forme.

Influenzato dalla pop art inglese di Peter Blake, probabilmente per i suoi dipinti colorati, energici e simili a collage e da Susan Rothenberg, Jean-Michel Basquiat e Jasper Johns per il loro forte senso di identità e originalità, Carlos ha ampliato le sue vedute, conservando comunque una voce indipendente, distinguibile dagli altri artisti: “Per me l’arte deve avere una voce contemporanea, ma deve fondarsi sui mezzi classici, tradizionali; mia nonna aveva una collezione di riproduzioni di opere di Matthias Grünewald, Andrea Mantegna, Diego Velázquez, sono state queste le mie prime esperienze con la storia dell’arte”. Punto di riferimento di tutta la sua produzione è l’iconica immagine del gallo, che ritroviamo sia in scultura che in pittura. “Il gallo ha un ruolo centrale nella tribù cubana degli Yoruba ed è considerato in primis come manifestazione simbolica e fisica della presenza protettiva di Dio e nel combattimento tra galli, viene associato sia all’indulgenza della vita rurale che alla fede cristiana nella lotta contro il potere del male e dell’oscurità”. Mostrandosi come il suo alter ego, immagine di uno spirito combattente, Carlos intreccia queste immagini iconiche in una sua personale narrazione visiva, provocando lo spettatore a battersi per tematiche che spaziano dall’importanza dell’armonia sociale alla predilezione della società per la bellezza. Fino al trentuno dicembre sarà possibile visionare le sue opere e quelle degli altri artisti, salutando il 2020 con la certezza che l’arte è l’espressione più sincera con la quale superare le barriere della sofferenza e fuggire dalla dura realtà delle avversità quotidiane.