-Padre, so che è arrivata la lettera d’ammissione dell’Accademia di Roma, ma dal vostro volto scuro e da come avete sbattuto la porta entrando, ho paura di conoscerne già il contenuto...
-Sono e rimarranno per sempre degli inetti e degli incapaci! Avvolti nei loro sfavillanti e costosi mantelli e ciecati dai fumi dell’alcol e non so di quale altra diavoleria, non sono riusciti a riconoscere il tuo innegabile talento. Ah, figlia mia, se fossi nata uomo sono certo che ti avrebbero accolto a braccia aperte... già immagino le loro facce piene di ilarità nel vedere una donna tentar questa infame carriera.
-Che disgrazia, vorrà dire che dovrò trovar marito e passare la mia vita ad occuparmi delle faccende di casa; ho buttato la mia giovinezza su colori e pennelli, avrei dovuto pensare di più al mio aspetto, magari avrei trovato un bel giovane pronto a sposarmi!
-Non dire bazzecole Artemisia; da padre, ma prima di tutto da pittore, non permetterò che il tuo genio venga sprecato. Ho un’idea! Ricordi l’Agostino, quel ragazzo che lavora con me e che spesso passa da noi per il tè? È un pittore eccezionale, potrei chiedere a lui di insegnarti i segreti della prospettiva di cui lui è maestro, sono certo che potrebbe persino mettere una buona parola con quelli dell’Accademia per il prossimo anno.
-Intendi quel ragazzotto alto e biondo dall’aria misteriosa? Non lo so padre, mi guarda sempre con certi occhi... In città girano voci strane su di lui, non vorrei che fosse un poco di buono, però, se credete che possa farmi da maestro io vi obbedirò.

-Agostino, ti presento mia figlia Artemisia; la natura le ha donato un tocco eccezionale, guarda questi dipinti, si vede chiaramente che più di me ha assimilato le mode pittoriche di questi tempi. Il suo chiaroscuro non ha eguali, ma avrà necessariamente bisogno dei tuoi preziosi consigli per dare un tono più lineare ed elegante ai suoi dipinti, che a mio parere sono ancora un po’ acerbi.
-Sarà un piacere per me insegnare quel poco che so a questa splendida fanciulla, che, come ho la fortuna di vedere, oltre alla bellezza ha ereditato da te anche l’arte del pennello. Orazio mi dispiace dirtelo, ma mi troverai sempre più spesso tra i piedi, avrò bisogno di venire qui spesso per monitorare i suoi progressi.
-Ma certo, fa come fossi a casa tua, anzi eccoti una chiave delle stanze di sotto; in questo modo potrai venire quando vorrai, Artemisia sarà sempre pronta ad accoglierti, vero mia cara?
-Messer Agostino la ringrazio per l’opportunità che mi state dando, vedrete che sarò una obbediente e devota allieva, è un’occasione che non mi farò scappare.
-Il piacere è mio Artemisia, sono certo che insieme ci divertiremo parecchio...

-Maestro cosa fate a quest’ora, qui già dormono tutti; la lezione di oggi pomeriggio non è andata come si immaginava? Mio padre come sa è andato a Pisa per lavoro, stavate cercando lui?
-No Artemisia, cercavo proprio te; tu mi vedi come un maestro, ma io quando ti guardo negli occhi vedo la straordinaria bellezza di una dolce fanciulla e il sangue mi ribolle. Adesso vieni con me, andiamo in camera, non mi hai mai mostrato i tuoi appartamenti di sopra.
-Agostino non so se è il caso... forse sarebbe meglio che veniste di giorno, magari quando mio padre è in casa, adesso è troppo tardi, non avremmo neanche la luce per studiare...
-Devo assolutamente mostrarti una cosa, non posso più aspettare, adesso andiamo dammi la chiave delle stanza e seguimi.
-Questa è la mia stanza, adesso non c’è neanche la mia amica Tuzia che di solito si prende cura di me; per questo è tutto in disor... ma cosa fai! Lasciami, mi fai male; cosa stai facendo, non voglio, come osate, aiuto, qualcuno mi aiut...

-Eccomi a casa; Artemisia dove sei? Aiutami a portare queste tele di sotto. Eccoti, cos’è questa faccia? Qualcosa è andato storto con Agostino? È stato troppo severo nei giudizi? Raccontami tutto.
-Padre il mio onore è per sempre perduto; l’uomo che abbiamo fatto entrare in casa come maestro ha portato via il mio dono più prezioso. Ha abusato di me fisicamente e spiritualmente, non ho potuto resistergli in alcun modo, guarda i segni che mi ha lasciato... Mi dispiace padre, ho disonorato il nostro cognome, ma credo che ci sia un modo per...
-Cosa?? Maledetto cane! Quel porco ha osato toccarti con le sue luride mani? In casa mia? Ha rubato il fiore della tua giovinezza e ti ha lasciato in questo modo? Questa non la passerà liscia, prendimi la spada, vado a dirgli due paroline a questo schifoso!
-No padre, è venuto anche le sere successive, io non volevo parlargli, ma lui ha tanto insistito e mi ha convinto ad aprirgli promettendomi che presto mi sposerà. Lo so che tutto ciò è disdicevole, ma credo sia l’unico modo per giustificare l’accaduto agli occhi della gente; se questa storia venisse fuori, la mia carriera sarebbe per sempre compromessa.
-Farà bene a presentarsi con una bella dote quel maiale! Non perdonerò mai ciò che ti ha fatto; e ti prometto che se non dovesse mantenere la sua parola, lo porterò io stesso in tribunale.

-Hai sentito del processo al pittore? Ma sì dai, cos’è quella faccia, parlo di quello che incontravamo sempre in locanda e che tanto si vantava dei suoi successi con le donne, mi sa che questa volta l’ha combinata grossa.
-Ah ma parli di Agostino Tassi! Quasi mi ero scordato facesse anche il pittore per quanto è solito blaterare sulle sue doti da conquistatore. Raccontami tutto su, in questi giorni sono stato fuori città e non so nulla.
-In pratica Gentileschi l’ha denunciato di aver violentato la figlia, Artemisia, quando Orazio stesso non era in casa. Pensa che lui lo aveva incaricato di insegnargli il mestiere e quel marpione se ne è approfittato. Ma c’è di più, all’inizio sembrava che tutte le prove andassero a sfavore della ragazza; le suore che l’hanno visitata hanno dichiarato che la verginità era stata persa da ormai molto tempo e persino la sua amica Tuzia l’ha accusata di essere una ragazza facile che va a letto con tutti.
-Non sarà mica colpa sua allora? Forse il Tassi questa volta è innocente, sai anche tu quanto è difficile resistere ad una donna che ti provoca...
-Aspetta, aspetta, non è mica finita così la storia; durante il processo è venuto fuori che tutto ciò è accaduto più di un anno fa e che niente era venuto fuori perché il Tassi aveva promesso di sposare la ragazza. Così si spiega la questione della verginità e delle suore! E ti dirò di più, a quanto pare il giudice ha persino scoperto che anche Tuzia aveva avuto un intrallazzo con il Tassi e ha quindi considerato invalida la sua testimonianza. Il colpo finale l’ha dato Orazio, portando al giudice una lettera dove Agostino prometteva solennemente di sposare la figlia entro la fine dell’anno, cosa che ovviamente non ha fatto!
-E quindi? Cosa ha deciso il giudice? Qual è stata la pena per quel dongiovanni?
-Purtroppo, come sai qui a Roma il giudice poco poteva fare per dar realmente fastidio al Tassi; dietro di lui ci sono persone molto influenti e con tanti denari da poterci comprare tutti a uno a uno. Pur colpevole di violenze e sverginamento gli è stata messa davanti una facile scelta: o cinque anni di reclusione o l’esilio da Roma. Vuoi fare una scommessa? Lo ritroveremo stasera in locanda a bere e a ridere alla faccia del giudice e delle cosce della povera Artemisia.