In Come diventare un artista Jerry Saltz scrive: “Non esiste una sola via per la gloria”. Peccato che non aveva considerato una pandemia e l'avvento della cripto art.

Ma al di là di questi recenti fenomeni a cui sta reagendo, il Sistema dell'arte non si è mai fermato, seppure con tante difficoltà. Ma in un'epoca in cui musei, gallerie e artisti sembrano moltiplicarsi, in cui l’arte balza sempre agli onori della cronaca, in cui piattaforme come Instagram ci solleticano visivamente e quotidianamente per trovare stimoli estetici nella vita di tutti i giorni, un gruppo di giovani addetti ai lavori di Bologna si è preoccupato di chiedersi: “Cosa resta ad un artista emergente per tentare di intraprendere una carriera che sia professionale e reale?”

Art Motel è un laboratorio permanente sull'arte contemporanea nato dall'idea di Dario Molinaro, direttore artistico e Lucia Cataleta, communication manager e digital strategist, con il sostegno della curatrice e moderatrice degli incontri Maria Chiara Wang: un progetto che nasce dalla volontà di aiutare i giovani artisti, affiancandoli nel percorso accademico.

Gli incontri che si tengono il martedì alle 18 sulla piattaforma online di Google Meet hanno l'intento di partorire delle domande più che dare delle risposte, di creare dei tavoli di confronto su temi che sono quanto mai attuali. È il caso dell'incontro al virtual bar di Art Motel dal titolo Chi ha ucciso Peter Pan – Arte a circuito chiuso a cui ha preso parte anche il direttore del museo del Mambo di Bologna, Lorenzo Balbi e in cui ci si è interrogati, in occasione anche della nuova discussa edizione di Art City, sulla referenzialità e sui punti di criticità del Sistema dell'arte.

Ma diversi sono stati i temi trattati nelle Rooms, come il rapporto degli artisti con le gallerie, del ruolo dei social media nella comunicazione dell'arte, del confronto tra accademici e outsider. Tra i protagonisti che hanno accolto l'invito ad aprire il proprio studio e la personale ricerca artistica: Tommaso Buldini esponente del Low Brow e del Pop Surrealismo, Giovanni Gaggia fondatore e direttore artistico del centro d'arte Casa Sponge, il mondo meraviglioso e provocatorio dell'artista sarda Silvia Argiolas, Leo Ragno artista e docente di incisione all'Accademia di Belle arti di Brera e Laurina Paperina nota per le sue opere che sembrano provenire da una realtà parallela a metà strada tra il disegno e la video animazione.

Da questi incontri sono scaturiti anche aspetti tecnici come l'approccio al disegno e alla pittura e su come avviene il processo artistico dall'idea alla realizzazione, temi utili che vogliono cercare di diminuire la distanza, ora quanto mai difficile da gestire, con il sistema dell’arte contemporanea, sempre più schizofrenico. Innescare un dialogo è forse, in questo momento, necessario per le nuove generazioni di artisti e giovani studenti di accademie di Belle arti che hanno un'occasione di confronto con artisti di spicco del panorama contemporaneo, oltre che con galleristi, collezionisti, critici e giornalisti. Le Rooms continuano a tamburo battente: a maggio in programma un incontro con la fotografa e artista Irene Fenara. Inoltre, il laboratorio si arricchisce di un nuovo format: le Living Rooms, incontri che vedranno la partecipazione di artisti e curatori uniti da progetti comuni. Lo start di questa nuova avventura è avvenuto lo scorso 11 maggio con la partecipazione dell'artista Adriano Annino e del curatore e storico dell'arte Nicola Zito, che hanno dialogato sui diversi progetti che li uniscono.

Inoltre l'allentamento delle restrizioni e le graduali riaperture forniranno spazio per la sperimentazione di forme di progettualità con occasioni di confronto onlife: dal Bar di Art Motel fino ai talk e ad un mini festival su cui il team è al lavoro per la prossima estate.