Malgrado le restrizioni comunicate dal governo, Andrea Festa Fine Art ha riaperto al pubblico con la doppia personale degli artisti Tom Poelmans e Danilo Stojanović, che mostrano il loro lavoro per la prima volta in Italia.

Gli artisti hanno partecipato all’opening del 7 marzo, in cui hanno avuto l’opportunità di incontrare i visitatori romani e discutere i temi e le immagini che caratterizzano la loro arte. Le due semi-arcate all’home gallery di Andrea dividono lo spazio in due stanze simmetriche, il cui aspetto domestico lo rende il posto perfetto per ospitare una doppia personale.

Insieme ai lavori di Poemans, le opere di Stojanović formano la metà della mostra intitolata Mourning the Red Cactus, curata da Domenico De Chirico con otto nuovi dipinti: Untitled, The Earring Snatcher, Still Life (Skull with Candles), Small mouthed devil, Last days of Red Cactus, Head of a Thousand Gazes, Destroyer, e A Touch of Metamorphosis.

Nato a Pola, in Croazia, Danilo Stojanović si è laureato in Pittura con un Master in Fine and Performative Arts all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove risiede attualmente.

Andrea Festa seguiva la sua carriera su Instagram prima di contattarlo per proporgli una collaborazione appena un mese prima dell’opening di Mourning the Red Cactus. Degli otto dipinti in mostra, due sono stati creati appositamente per l’occasione, Destroyer e Head of a Thousand Gazes e tutti sono stati scelti insieme al curatore Domenico De Chirico.

Eseguiti tra il 2020 e il 2021, le opere trattano temi che provocano l’interesse di Danilo, ispirato dalla letteratura gotica, dai thriller, dagli sci-fi, dalla metafisica, dai classici, dalle nature morte, e da forme rigide e scultoree.

La testa rigida al centro di Head of a Thousand Gazes rappresenta una figura maschile molto melancolica con uno sguardo distante. La palette del quadro oscilla tra i toni liquidi del blu e del verde con cui Danilo gioca con il “concetto Freudiano dell’uncanny, qualcosa di vagamente o molto simile ma alieno.”

“Cerco di giocare con l’idea del non-visto, perché, nell’era dei social media, le persone non prestano molta attenzione ai dipinti,” ha detto Danilo. “È sempre bene dare un secondo sguardo ad ogni lavoro. Nessuno schizzo. Molto spontaneamente.” Nelle sue scene ricche di dettagli, l’artista si concentra su situazioni intime che studia molto, mentre altri lavori sono più gestuali, consentendogli più libertà di sperimentazione, come il suo studio senza titolo.

A Danilo piace il concetto dell’home gallery, un trend diventato popolare a livello internazionale, che rende l’esperienza più intima per potenziali clienti, i quali possono vedere come le sue opere si adattino ad un ambiente domestico e come possono essere posizionate nelle proprie case.

Il titolo della mostra ha origine da conversazioni tra Danilo e De Chirico sul dipinto più grande, una natura morta degli ultimi giorni del cactus rosso, Last Days of the Red Cactus, concepita come “lutto intorno a questo oggetto sacro che esce da questo grande quadro,” ha detto l’artista.