Continuiamo oggi il nostro viaggio nella pittura rinascimentale esaminando un’opera del pittore Piero di Cosimo; si tratta di un dipinto a tema mitologico e che nel suo risultato finale richiama molto i fumetti.

L’opera in questione è la Liberazione di Andromeda: prima di parlarne, però, vorrei darvi alcuni cenni sull’autore.

Piero di Cosimo nacque nel 1462 a Firenze. Nel 1480 si formò presso la bottega di Cosimo Rosselli da cui ne “ereditò” il nome Cosimo.

Col maestro collaborò agli affreschi delle pareti laterali della Cappella Sistina. A Rosselli, infatti, il Papa Sisto IV affidò la realizzazione di tre riquadri sulle seguenti storie di Mosè: la Discesa dal Monte Sinai, il Discorso della Montagna e la Guarigione del lebbroso. Gli fu commissionata, infine, anche l’Ultima Cena.

Fu in quel periodo trascorso a Roma che Piero iniziò a realizzare vari ritratti in cui dimostrò di saper cogliere l’essenza dei personaggi rappresentati.

I due più significativi rimangono quelli di Simonetta Vespucci e di Giuliano da San Gallo. Soprattutto nel primo riuscì a mettere in risalto l’ideale di bellezza che Simonetta aveva incarnato per Firenze, dipingendola di profilo con un volto delicatissimo di carnagione chiarissima. La rappresentazione di un aspide intorno al collo ed il seno nudo richiamano ad una similitudine con la bellissima Cleopatra. Colpisce anche l’acconciatura fatta di trecce e nastri con perle.

Piero fu un pittore al di fuori della corrente del Rinascimento tradizionale, in cui i pittori rappresentavano la natura ideale attraverso l’uso della prospettiva lineare che rendeva le proporzioni perfette ed in cui le invenzioni fantastiche erano una grandissima rarità.

La sua pittura è invece originale, piena di fantasia di creatività, soprattutto nella rappresentazione di temi pagani come l’opera che vedremo adesso.

Anche la sua personalità al pari della pittura era molto “originale”. Nelle Vite il Vasari ce lo descrive come un lupo solitario che non amava il contatto con la gente e si cibava solo ed esclusivamente di uova sode, arrivando a mangiarne una decina al giorno.

Esaminiamo adesso la sua ultima opera La Liberazione di Andromeda, dipinta nel 1520 due anni prima della sua morte causata dalla peste. Si tratta di una tavola dipinta ad olio di dimensioni abbastanza modeste: 70 x 123 cm.

Guardandola ci sembra di trovarsi difronte ad un bellissimo fumetto illustrato, i cui colori sono molto vivaci, soprattutto quelli delle vesti dei bizzarri personaggi che formano un semicerchio in primo piano.

Il pittore descrive un soggetto mitologico, il salvataggio della bellissima Andromeda da parte dell’eroe greco Perseo, che dopo aver ucciso la Medusa stava facendo ritorno in patria.

Lo fa rappresentando tre scene di questa storia. Nella prima in alto a destra, vediamo l’arrivo di Perseo in volo. Egli ci appare come un moderno supereroe, che scorgendo il terribile mostro che sta per divorare la bellissima Andromeda, corre a salvarla.

Nella seconda vediamo l’eroe sul dorso del mostro, aspettando il momento giusto per sferrargli il colpo mortale. La descrizione di questa specie di drago è di una fantasia incredibile, esplicitata nella rappresentazione delle due zanne anteriori, della criniera leonina e dell’enorme coda attorcigliata.

Nell’ultima scena in basso a destra vediamo Perseo circondato dal popolo che gli tributa gli onori per aver ucciso il mostro.

In secondo piano sui due lati ammiriamo il paesaggio caratterizzato a sinistra da una collina, sulla cui sommità vediamo delle capanne in legno; a destra invece appare un villaggio. Il tutto rappresentato con una serie di dettagli che richiamano alla pittura fiamminga a cui Piero si ispirò.

L’aspetto fantasioso si nota soprattutto negli strumenti musicali delle due figure in primo piano a destra e nei copricapi dei personaggi, facenti parte del gruppo all’estremità sinistra del dipinto.

Quello che però colpisce è la visione d’insieme dell’opera che ci trasmette un mondo fantastico pieno di gioia e di colore, che neanche la disperazione della bellissima Andromeda, legata ai rami di un albero, può scalfire.

La magia di Piero di Cosimo rimane una eccezione piacevole in un mondo perfetto chiamato Rinascimento.